SERVIZIO
PARTE CENTODICIANNOVESIMA
Il Cristo in ogni uomo è garanzia del conseguimento spirituale ultimo, il Cristo come modello vivente che si è rivelato lasciandoci l’esempio da seguire; il Cristo che vive sempre ed è con noi e sorveglia il suo popolo, ispira i suoi discepoli e i Maestri di saggezza; il Cristo che esorta a sviluppare la coscienza cristica che alla fine conduce — per le leggi della Rinascita e Causa ed Effetto— alla perfezione ultima. Queste verità saranno un giorno insegnate e sostenute dalla Chiesa, con la vita e le parole del clero. L’umanità sarà capace allora di riconoscere il divino in tutti, a vari livelli.
La sua venuta non sarà il rientro trionfale di una Chiesa vittoriosa ma consisterà nel riconoscimento della Sua esistenza effettiva da parte di chi era cieco finora alla Sua presenza e alle sue attività incessanti.
Gli uomini riconosceranno i segni della Sua attività e della Sua presenza e sapranno che sconfiggerà le chiese con la Sua forza, nei cuori e nella vita degli uomini. Allora questi s’accorgeranno che la parola “spirituale” ha poco a che fare con la religione, perché denota l’attività divina in ogni fase della vita e del pensiero.
Il Cristo verrà in tre modi: in quanto gli uomini riconosceranno che Egli è veramente qui, ora come sempre; verrà nel senso di adombrare, ispirare, guidare in modo diretto, conferendo personalmente coi suoi discepoli avanzati — che operano per stabilire rette relazioni — e si manifesterà nei cuori degli uomini lottando per la luce, influenzando le loro vite e guidandoli a riconoscere coscientemente la divinità. Allora in numerosissimi uomini nascerà il Cristo e diverranno Uomini Nuovi. Quando tutto ciò avrà assunto grandi proporzioni, saranno restaurati i Misteri, per cui si saprà che il Regno di Dio è in terra, che l’uomo è realmente fatto ad immagine di Dio e destinato a manifestarlo — con la disciplina della vita — così come fece il Cristo.
Tutti gli uomini sono fratelli sotto le differenze di colore, credo, cultura e civiltà l’umanità è una sola, e senza distinzione o diversità di essenza, origine, qualità, obiettivi spirituali e mentali, capacità e modi di evolvere. É solo in relazione al tempo e al processo di rivelazione dell’innata divinità che appaiono differenze temporanee. É appunto la verità della fratellanza che le Chiese devono insegnare — non partendo da Dio trascendente, esterno e inconoscibile — ma dalla vita divina eternamente presente in ogni essere umano, che continuamente tenta di esprimersi negli individui nelle nazioni e nelle razze.
La vera fratellanza sarà realizzata inevitabilmente mediante i retti rapporti umani e coltivando la buona volontà. In ogni comunità esistono uomini grandi e buoni, santi e umili, che cercano quietamente e in silenzio di vivere come il Cristo ha insegnato, dando esempio di coscienza cristica e di intima realizzazione con Dio.
Le speranze stanno nelle nuove generazioni, perché si è ripudiato ciò che è antico e indesiderabile, perché la richiesta di luce spirituale è incessante, perché si è pronti a riconoscere la verità ovunque si trovi e perché, in un mondo moralmente in rovina e nel caos generale, si è pronti a ricostruire.
La Chiesa allora proclamerà l’avvicinamento degli uomini a Dio, non con la mediazione, l’assoluzione o l’intercessione dei preti, ma per diritto della divinità insita nell’essere. Sarà compito d’ogni sacerdote favorirlo con l’esempio, con l’energia dell’amore praticamente applicata (non con un paternalismo soporifero) e con l’unione del clero di tutte le fedi.
Le Chiese d’occidente devono comprendere che esiste Una sola Chiesa la quale non è necessariamente la sola istituzione. Dio opera in molti modi, per mezzo di molte confessioni e di molti agenti — dalla loro unione sarà rivelata la pienezza della verità. Questa è una ragione per eliminare le dottrine non essenziali.
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