Sei in: MEDITAZIONE > 2005

INVIA AD UN AMICO STAMPA QUESTA PAGINA

MEDITAZIONE (PRIMA PARTE)

 

MEDITAZIONE

 

(Prima parte)

 

       Tutti vogliamo la felicità eppure sembra che solo pochi di noi riescano a trovarla. In cerca di soddisfazione passiamo da un rapporto all’altro, da un lavoro all’altro e da un paese all’al­tro. Studiamo arte e medicina, ci esercitiamo per diventare dei tennisti e delle dattilografe; facciamo figli e corse automo­bilistiche, scriviamo libri e curiamo il giardino. Spendiamo il nostro denaro in elaborati sistemi stereofonici, home compu­ters, mobili comodi e vacanze al sole; oppure cerchiamo di tornare alla natura mangiando cibi integrali, praticando lo yoga e meditando. La motivazione di tutto quello che faccia­mo è il tentativo di trovare la vera felicità e d’evitare la soffe­renza e i problemi.

 

   Non c’è niente di sbagliato in nessuna di queste cose; non c’è niente di male nell’avere delle relazioni e nel possedere dei beni materiali. Il problema sta nel fatto che consideriamo queste cose come se avessero l’innata capacità di soddisfarci, come se fossero la causa della felicità, ma non lo possono esse­re semplicemente perchè sono fenomeni che non durano. Tutte le cose, per loro natura, cambiano continuamente e in seguito scompaiono: il nostro corpo, i nostri amici, tutti i no­stri beni, l’ambiente. La nostra dipendenza dalle cose imper­manenti, e il nostro attaccamento alla felicità illusoria che danno, producono solo disappunto e dolore e non soddisfazio­ne e felicità.

 

       Noi sperimentiamo effettivamente della gioia con delle co­se esteriori, ma questo non ci soddisfa né ci libera veramente dai nostri problemi. É una felicità di scarso valore e momen­tanea su cui non si può fare affidamento. Questo non signifi­ca che dovremmo abbandonare i nostri amici e quello che possediamo per essere felici. No, piuttosto quello che dovrem­mo abbandonare sono i nostri assurdi preconcetti e le nostre aspettative non realistiche riguardo a quello che possono fare per noi.

 

   Non solo vediamo queste cose come permanenti e in grado di soddisfarci ma alla radice dei nostri problemi c’è la nostra visione della realtà che è fondamentalmente er­rata. Crediamo istintivamente che le persone e le cose esistano in sé e per sé stesse, che abbiano una natura e una concretezza indipendenti.

 

  Questo significa che vediamo le cose come se avessero certe qualità, che dimorano naturalmente al loro in­terno, che sono di per sé buone o cattive, attraenti o repellen­ti: queste qualità sembrano esistere negli oggetti stessi, indi­pendentemente dal nostro punto di vista e da tutto il resto.

 

  Pensiamo, per esempio, che la cioccolata sia di per sé deli­ziosa, o che il successo in sé sia una cosa che rende felici. Ma certamente, se così fosse, non mancherebbero di dare sempre piacere e felicità e tutti sperimenterebbero la cioccolata e il successo nello stesso modo.

 

  La nostra concezione errata è profondamente radicata e abituale, influenza tutti i nostri rapporti con il mondo ester­no. Probabilmente ci chiediamo raramente se il modo in cui vediamo le cose è il modo in cui esistono effettivamente, ma quando ci facciamo questa domanda sarà evidente che la no­stra visione della realtà è esagerata e soggettiva; che le qualità buone o cattive che vediamo nelle cose sono in effetti creazio­ni e proiezioni della nostra mente.

 

       Esiste una felicità duratura e stabile e tutti hanno la potenzialità di sperimentarla. Le cause della felicità sono all’interno della nostra mente ed i metodi per raggiungerla possono essere praticati da tutti, ovunque, in qualsiasi genere di vita: vivendo in città, lavorando otto ore al giorno, allevando una famiglia e facendo dello sport durante i fine settimana.

 

       Praticando questi metodi, centrati sulla meditazione, possiamo imparare ad essere felici in ogni momento, in ogni situazione, anche in quelle difficili e dolorose; possiamo liberarci da problemi come l’insoddisfazione, la collera e l’ansietà, realizzando il modo in cui i fenomeni esistono effettivamente, eliminando così completamente l’origine stessa di tutti gli stati mentali che generano l’inquietudine, in modo che non si producano più.

 

 

Che cos’è la mente?

 

       La mente o coscienza è il nucleo fondamentale della teoria e della pratica della meditazione. Negli ultimi duemilacinquecento anni, i meditatori hanno studiato e utilizzato come mezzo per trascendere un’esistenza insoddisfacente e per raggiungere la pace perfetta: la meditazione. E’ stato detto che ogni felicità, sia ordinaria che sublime, si ottiene comprendendo e trasformando la nostra mente.

 

   La funzione della mente, che è un’energia non fisica, è di conoscere e sperimentare: è la consapevolezza stessa. La men­te, essendo di natura chiara, riflette ogni cosa che sperimenta proprio come un lago calmo riflette le montagne e le foreste che lo circondano.

 

  La mente cambia continuamente, da un momento all’altro, è un continuum senza inizio, come un corso d’acqua che scorre incessantemente: il precedente momento mentale ha prodotto questo momento mentale che produrrà il prossimo momento mentale e così via. Mente o coscienza è il nome ge­nerale che viene dato alla totalità delle nostre esperienze consce ed inconsce: ciascuno di noi è il centro di un mondo di pensieri, percezioni, sentimenti, memorie e sogni che, tutti insieme, sono la mente.

 

   La mente non è un’entità fisica che possiede dei pensieri e dei sentimenti: la mente è quelle stesse esperienze di pensiero e sensazione. Essendo non-materia, è diversa dal corpo, seb­bene mente e corpo siano collegati tra loro e interdipendenti.

 

       La mente, la coscienza, è condotta attraverso il corpo da sot­tili energie fisiche  che controllano anche la nostra motilità e le funzioni vitali. Questa connessione spiega perché, per esempio, le malattie e il malessere fisico possono influenzare il nostro stato mentale e perché gli atteggiamenti mentali, a loro volta, possono far sorgere o guarire dei proble­mi fisici.

 

    La mente può essere paragonata ad un oceano e gli avveni­menti mentali temporanei, come la felicità, l’irritazione, le fantasie e la noia, possono essere paragonati alle onde che s’innalzano e ricadono sulla superficie dell’oceano della men­te. Proprio come le onde possono placarsi per rivelare l’immo­bilità delle profondità dell’oceano, così è anche possibile cal­mare la turbolenza della nostra mente per rivelare la sua na­turale chiarezza originaria. La capacità di farlo risiede all’interno della mente stessa e la chiave per accedervi è la meditazione.

 

 

 

 


<< TUTTI GLI ARTICOLI >>


Condividi/Salva/Aggiungi a preferiti