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LARICERCADELMAESTRO

 

 

MEDITAZIONE
Introduzione
PARTE TRENTAQUATTRESIMA 

La ricerca del Maestro.

Ovunque in tutto il mondo, si sente l’anelito che preme
l’uomo a trovare qualcuno che, per lui, incorpori il suo
ideale. Anche quelli che non ammettono l’esistenza dei
Maestro vanno cercando qualche ideale, e poi lo
visualizzano incorporato in qualche forma sul piano fisico. 

L’essere umano, semplicemente perché è frammentario
e incompleto, è sempre sospinto da quell’impulso
interiore a cercare altri più grandi di lui.
È quell’impulso a riportarlo indietro, al centro dell’essere
suo, a forzarlo sul sentiero del ritorno al Sè Universale.
Sempre, lungo i millenni, il Figliol Prodigo si alza, e
torna al Padre suo, e nella sua mente sta sempre, in
latenza, il ricordo della casa paterna, e della gloria ivi
presente; ma la mente umana è siffatta che l’andar
cercando la luce e l’ideale è cosa necessariamente
lunga e difficile. “Ora guardiamo attraverso un vetro”,
oscuramente, ma poi vedremo da faccia a faccia.
Ora cogliamo bagliori, attraverso aperture occasionali.
Mentre saliamo la scala di altri Esseri maggiori di noi.
Essi tendono le mani per aiutarci, e ci esortano con
voce squillante a continuare a combattere da bravi
se vogliamo essere dove Essi ora stanno.

Al Maestro ci si può accostare solo ritraendoci
interiormente, fin che sia trovato quel centro di coscienzache vibra in sintonia con le meraviglie oscuramente
percepite, e con quelle Anime radianti che Si dicono
i Nostri Fratelli Maggiori. Solo calpestando gli involucri
esterni che velano e nascondono il centro interiore
raggiungiamo la méta, e troviamo Quelli che cerchiamo.
Solo dominando tutte le forme, e costringendole sotto il
potere del Sé interiore, possiamo trovare la divinità
Che è in ogni cosa. 

Lettere sulla meditazione occulta. (A.A.Bailey).

  

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