
INSEGNAMENTI Introduzione PARTE QUARANTASEIESIMA
Le prove sono poste a beneficio dell’allievo, come pietre miliari sulla sua via, ed egli le nota quando trapassa nel Mondo sottile. Così s’impara, mediante verifiche nelle condizioni più diverse, e perciò è necessario capire quale sia la sostanza del lavoro compiuto. Queste azioni impercettibili nel mondo fisico danno splendidi frutti nello stato sottile – ecco perché bisogna giudicare le opere con larghezza. Molte volte da una produzione che pare teorica e astratta derivano i ritrovati più concreti, mentre certi calcoli che sembrano esatti si dimostrano poi nient’altro che esercizi di pazienza. Le prove dunque sono molto benefiche e fanno parte del sistema dell’Insegnamento antico.
Quando si pone l’ago di un pendolo su una superficie di sabbia per osservare le vibrazioni cosmiche, non si spinge con la mano per fargli accelerare il moto. Sarebbe soprattutto stupido, perché se ne ricaverebbero indicazioni false. Lo stesso è per il pendolo dello spirito: non se ne possono forzare i disegni, che sono complessi, ma l’impegno fervente del cuore può accentuare, in modo fedele e vitale, le sue indicazioni. Proprio di questo pendolo dello spirito si occupa l’Insegnamento antico del Tibet. Sul capo del soggetto si sospende un magnete, e si notano sia i riflessi interiori sia le oscillazioni del magnete e la loro natura, brusca o tremante; e se queste sono circolari, segnalano la condizione migliore della coscienza. Ė certo un esperimento di lunga durata, e persino tormentoso, perché esige l’immobilità perfetta, e sapete quanto sia difficile ottenerla.
Agni Yoga (Cuore).
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