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CINQUANTASEI

 

MEDITAZIONE
Introduzione
PARTE CINQUANTASEIESIMA

Il corpo mentale, per lo studente di meditazione,
è il centro dello sforzo, e controlla gli altri corpi
inferiori. Egli cerca di trarre la sua coscienza
via dal corpo fisico e da quello emotivo nel
reame del pensiero, o nel corpo della mente
inferiore e di polarizzarsi nel corpo causale,
usando l’antahkarana, come canale di
comunicazione tra la mente superiore e l’inferiore,
il cervello fisico allora essendo il semplice
e quiescente ricevitore di ciò che viene
trasmesso dall’Ego o Sé Superiore, e poi dalla
triplice Triade Spirituale (atma, buddhi, manas).

L’opera da compiere richiede una progressione
dalla periferia verso l’interno, e una conseguente
centralizzazione. Quando questa sia raggiunta,
focalizzato in quel centro stabile – con il
plesso solare e il cuore quieti – un punto
entro la testa, uno dei tre centri maggiori
del capo, diviene il centro della coscienza,
quale di essi dipendendo dal raggio egoico
dell’uomo. Questo è il metodo della maggioranza.
Raggiunto allora quel punto, l’uomo segue
la meditazione del suo raggio.
In ogni caso il corpo mentale diviene il centro
di coscienza e poi – con la pratica – il punto
di partenza per il trasferimento della
polarizzazione in un corpo superiore,
dapprima in quello causale e poi nella Triade.

Lettere sulla Meditazione occulta (A.A. Bailey). 

 

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