
MEDITAZIONE
Introduzione
PARTE OTTANTASEIESIMA
Solo quando il canale si apre all’intuizione
e si chiude alla natura animale l’uomo può
procedere con saggezza nella sua opera.
Solo quando il cuore estende la sua capacità
di soffrire a tutto ciò che respira,
di amare tutto ciò con cui si viene in contatto
e di comprendere ed aver simpatia anche
per la meno desiderabile delle creature di Dio,
l’opera può procedere nel modo desiderato.
Solo quando lo sviluppo è uniforme,
solo quando l’intelletto non precorre troppo
il cuore e la vibrazione mentale non esclude quella
superiore dello spirito, si può affidare al discepolo
l’acquisizione dei poteri che, se male usati,
potrebbero significare disastro per il suo
ambiente e per lui stesso.
Solo quando egli non formula altri pensieri
se non per quanto si propone di fare
per aiutare il mondo, gli si può affidare con saggezza
la manipolazione della sostanza del pensiero.
Solo quando non nutre altro desiderio che di
rintracciare i piani del Maestro e assecondare
in modo preciso la loro manifestazione,
gli possono essere affidate le formule che porranno
i deva minori sotto il suo controllo.
I pericoli sono così grandi e i rischi che minacciano
il dicsepolo incauto così tanti che prima
di procedere ho cercato di raccomandarvi cautela.
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