MEDITAZIONE
Introduzione
PARTE NOVANTESIMA
…Comincio dal corpo mentale, che per lo studente di meditazione è il centro dello sforzo e controlla i due corpi inferiori. Il vero studente cerca di distogliere la sua coscienza dal corpo fisico, da quello emotivo, trasferendola nella sfera del pensiero o nel corpo della mente inferiore. Fatto questo cerca di trascendere la mente inferiore e di polarizzarsi nel corpo causale, usando l’antahkarana come canale di comunicazione tra il superiore e l’inferiore, il cervello fisico essendo allora il semplice, quiescente ricevitore di ciò che viene trasmesso dall’Ego o Sé Superiore e, più tardi, dal triplice Spirito, o la Triade. L’opera da compiere richiede una progressione dalla periferia verso l’interno e una conseguente centralizzazione.
Quando questa sia raggiunta e si sia focalizzati in quel centro stabile – con il plesso solare e il cuore quieti – un punto nella testa, uno dei centri maggiori del capo, diviene il centro di coscienza e quale esso sia dipende dal raggio egoico dell’uomo. Questo è il metodo della maggioranza.
Raggiunto quel punto l’uomo segue la meditazione del suo raggio, come indicato genericamente nelle precedenti lettere. In ogni caso il corpo mentale diviene il centro di coscienza e in seguito, con la pratica, il punto di partenza per il trasferimento della polarizzazione in un corpo superiore, dapprima in quello causale, poi nella Triade.
I pericoli per il corpo mentale sono assai reali e occorre guardarsene. I principali sono due e possono essere descritti i pericoli dell’inibizione e quelli dovuti all’atrofia del corpo.
a. Consideriamo dapprima i pericoli dovuti a inibizione. Alcuni, per pura forza di volontà, in meditazione giungono al punto di inibire direttamente i processi della mente inferiore. Se vi raffigurate il corpo mentale come un ovoide che circonda il corpo fisico e si estende ben oltre, e se vi rendete conto che attraverso quell’ovoide circolano incessantemente forme pensiero di vario genere (il contenuto della mente dell’uomo e i pensieri di coloro che lo attorniano) tanto che l’uovo mentale è colorato da attrazioni che predominano e diversificato da molte figure geometriche, tutte in uno stato di flusso o circolazione, potete farvi un’idea di ciò che intendo.
Quando l’uomo procede ad acquietare il corpo mentale inibendo o sopprimendo ogni moto, fissa quelle forme pensiero entro l’ovoide mentale, arresta la circolazione e può determinare gravi risultati. Questa inibizione ha un preciso effetto sul cervello fisico ed è la causa di gran parte della fatica che si risente dopo un periodo di meditazione. Se si persiste, ne possono derivare veri disastri. Tutti i principianti lo fanno, più o meno, e fintanto che non imparino ad evitarlo vanificheranno il loro progresso e ritarderanno lo sviluppo. Gli effetti possono essere anche più gravi…
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