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CENTOQUATTRO

 

 

 

 

 

MEDITAZIONE

Introduzione

PARTE CENTOQUATTRESIMA

 

… Scopo di quella singola incarnazione è lo sviluppo della capacità mentale dello studente; insegnargli fatti concreti e scienza accrescendo così il contenuto del suo corpo mentale in vista del lavoro da compiere in futuro. Forse egli è eccessivamente sviluppato nel cuore, è troppo devoto; forse ha trascorso molte vite in sogni, in visioni e in meditazione mistica.

 

Sua grande necessità è di essere pratico, pieno di buon senso comune, di conoscere il curriculum dell’Aula dell'Apprendimento e applicare praticamente la conoscenza appresa sul piano fisico.

 

Pure, anche se il suo anello invalicabile sembra prescrivergli e limitare le tendenze in lui innate, e anche se la scena è preparata in modo da sembrare che egli debba apprendere le lezioni del vivere pratico del mondo, non le impara, ma segue quella che per lui è la linea di minor resistenza. Segue i suoi sogni e rimane staccato dalle questioni del mondo; non adempie i desideri dell’Ego, non afferra l’opportunità; soffre molto e nella prossima esistenza sarà necessario uno scenario simile, un impulso più forte, nonché un “anello invalicabile” ancora più ristretto finché non si arrenda alla volontà dell’Ego.

 

A uno così la meditazione non serve, ma è solo un ostacolo. Come già detto, la meditazione (intrapresa con senno) è per coloro che hanno raggiunto un punto evolutivo in cui il corpo causale sia completato e ormai maturo e lo studente sia in uno degli ultimi stadi dell’Aula di Apprendimento.

 

Ricordate che non mi riferisco alla meditazione mistica, ma a quella scientificamente occulta. I pericoli sono dunque in pratica di perdere tempo, intensificare una vibrazione in modo sproporzionato al livello delle altre, di un completamento disuguale e di una costruzione sbilanciata che richiederà di essere rifatta in altre vite.

 

 

 

 

 

 

 

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