
MEDITAZIONE
Introduzione
PARTE CENTOTREDICESIMA
ACCESSO AI MAESTRI MEDIANTE LA MEDITAZIONE
La ricerca della meta
Oggi potremo occuparci in qualche misura del soggetto dei Maestri e di come Essi possano essere avvicinati mediante la meditazione. So che questo argomento vi sta a cuore e vi è caro, come lo è per tutti coloro che seguono con serietà la luce interiore. Cercherò di trattarlo in modo che alla fine della lettera i Maestri vi appaiano più reali che mai, che il significato dell’avvicinamento ad Essi sia meglio compreso e il metodo semplificato, che l’effetto del contatto con Loro si dimostri nella vostra vita in modo tale da farvi perseguire l’immediato conseguimento pratico. Dividiamo dunque il soggetto, come abbiamo sempre fatto, nei titoli seguenti:
· Chi sono i Maestri?
· Che cosa comporta l’accesso ai Maestri:
a. Dal punto di vista dell’allievo?
b. Dal punto di vista del Maestro?
· Metodi di avvicinamento ai Maestri mediante la meditazione.
· Effetto di questo accesso sui tre piani.
Ovunque, in tutto il mondo, si sente l’anelito che spinge l’uomo a cercare qualcuno che incorpori per lui l’ideale. Anche coloro che non ammettono l’esistenza dei Maestri cercano un ideale e lo visualizzano incorporato in qualche forma sul piano fisico.
Forse raffigurano se stessi come esponenti dell’azione ideale, o visualizzano un grande filantropo, uno scienziato di grande valore, un notevole artista o musicista come incarnazione della loro massima concezione. L’essere umano, semplicemente perché è frammentario e incompleto, è sempre sospinto da quell’impulso interiore a cercare altri e più grandi di lui. È quell’impulso che lo riporta al centro del suo essere, lo costringe a incamminarsi sul sentiero del ritorno al Sé Universale. Sempre, lungo le età, il Figlio Prodigo si alza e torna al Padre e nella sua mente è sempre latente il ricordo della casa paterna e della gloria ivi presente. Ma la mente umana è siffatta che la ricerca della luce e dell’ideale è necessariamente lunga e difficile.
“Ora guardiamo attraverso un vetro oscurato, ma poi vedremo faccia a faccia”; ora, mentre saliamo la scala, attraverso aperture occasionali cogliamo bagliori di altri Esseri più grandi di noi; essi tendono le mani per aiutarci e ci esortano con voce squillante a continuare a lottare coraggiosamente se vogliamo trovarci dove Essi ora stanno. Percepiamo bellezze e glorie che ci attorniano, delle quali per ora non possiamo rallegrarci; scivolano nella nostra visione e in un momento di elevazione ne tocchiamo la gloria, ma solo per perderla di nuovo e ricadere nella fitta oscurità che ci circonda. Ma sappiamo che fuori e oltre esiste qualcosa da desiderare; impariamo anche il mistero per cui ci si può mettere in contatto con quella meraviglia interiore soltanto ritraendosi all’interno, finché sia trovato il centro di coscienza che vibra in sintonia con le meraviglie oscuramente percepite e con quelle Anime radianti che si dicono nostri Fratelli Maggiori. Solo calpestando gli involucri esterni che velano e nascondono il centro interiore raggiungiamo la meta e troviamo Coloro che cerchiamo. Solo dominando tutte le forme e portandole sotto il governo del Dio interiore possiamo trovare il Dio in ogni cosa, poiché sono solo gli involucri nei quali ci muoviamo sul piano dell’essere che ci nascondono il nostro Dio interiore e ci separano da Coloro nei quali il Dio trascende ogni forma esteriore.
Il grande Iniziato che pronunciò le parole che ho citato ne aggiunse altre di radiante verità:
“Allora conosceremo così come siamo conosciuti”. Per chiunque compia lo sforzo necessario, serva in modo impersonale e mediti occultamente, il futuro tiene in serbo la promessa di conoscere Coloro che già hanno piena conoscenza di lui. Ecco la speranza per lo studente di meditazione; mentre lotta, cade, persevera e di giorno in giorno ripete laboriosamente l’ardua fatica di concentrarsi e di controllare la mente, all’interno stanno Coloro che lo conoscono e osservano con ansiosa simpatia i progressi che sta facendo.
Non dimenticate la parte precedente delle osservazioni dell’Iniziato, dove indica il modo per dissipare l’oscurità e conoscere i Grandi Esseri. Egli sottolinea che soltanto tramite l’amore si percorre il sentiero di luce e conoscenza. Perché questo accento sull’amore? Perché l’amore è la meta per tutti e in esso sta la fusione. Per esprimere scientificamente ciò che sovente non è che un nebuloso sentimento diremo: è pervenendo a una vibrazione analoga al Raggio di Amore-Saggezza (il raggio divino) che i Signori dell’Amore vengono raggiunti, i Maestri di Compassione sono conosciuti e la possibilità di entrare nella coscienza dei Grandi Esseri e di tutti i nostri fratelli di qualsiasi ordine diviene un fatto manifesto. Questa è la via che tutti devono percorrere e il metodo è la meditazione. La meta è amore e saggezza perfetti; le tappe sono l’ascesa da un sottopiano all’altro su tutti e tre i piani; il metodo è la meditazione occulta; la ricompensa è la continua espansione di coscienza che infine mette l’uomo in rapporto diretto con il proprio Ego, con altri sé, con il Maestro che impaziente lo attende, al quale egli è assegnato con altri discepoli e iniziati più avanzati con i quali può entrare in contatto nell’aura del Maestro, e da ultimo mettersi in contatto con l’Unico Iniziatore, essere ammesso nel Luogo Segreto e conoscere il mistero che soggiace alla coscienza stessa… Continua.
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