UNIONE MEDIANTE IDENTIFICAZIONE CON IL TUTTO
Carlo Setzu
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Le novità sono sempre ben viste dalle persone spirituali. Anche quelle della lingua perché evitano la convenzionalità dell’espressione e, soprattutto, del significato. Le epoche che passano accumulano abitudini, con il loro seguito di pensieri pietrificati. Cataclismi e rivoluzioni invece introducono concezioni inattese e parole nuove, cadono le espressioni vecchie e i costumi antiquati, ormai in disuso.
Gli uomini dovrebbero accorgersi delle impetuose, irrefrenabili ed eternamente nuove delle correnti spaziali, perché fanno parte del principio impellente della vita. Così, ogni istante dell’esistenza ne acquisterebbe mobilità e indicherebbe i legami con il passato e con l’inevitabile futuro. Lo spirito lanciato verso il futuro non si appesantisce con residui inutili del passato, perché vuole esprimere i nuovi concetti che incontra. È più presto perdonabile un tentativo non riuscito che il rispetto verso una consuetudine appassita. Con il moto si amplia l’orizzonte di idee e con la capacità di mutare le forme esterne si favorisce la lotta dello spirito. I precetti di tutti i Maestri, a proposito del valore transitorio degli oggetti, miravano al moto e non all’ascetismo, ma all’uso saggio delle cose. La capacità di penetrare il significato intimo delle parole è data dalla ricettività del centro interiore, qualunque sia la struttura del linguaggio.
A proposito del “destino”. I Maestri se ci avvertono che il passaggio sotterraneo è stretto, è solo per informarci, e ci fermano solo quando è opportuno mutare rotta, e allora ci danno una nuova indicazione; talvolta è preferibile aggirare il monte piuttosto che scalarne a gran fatica i picchi aguzzi. A volte sembra che tutto sia già predisposto a noi spetta solo seguire la corrente. Quelli che sanno non si turbano, ma sostengono l’impressione con la propria coscienza.
Quando le circostanze non consentono dilazioni, l’energia agisce, attraendo la coscienza più prossima che riceve dispacci che portano coraggio, prontezza e ingegno, anche se chi le riceve e chi li ha mandati ignora l’accaduto; comunque quest’ultimo si sente come sollevato da una fatica. Proclamando l’energia psichica, immediatamente appaiono condizioni diverse, piccole e grandi, prossime e remote. Quest’energia fondamentale della coscienza è disseminata dall’elemento fuoco, onnipresente, che, raccolta da una coscienza evoluta, può accertare effetti evidenti. Nel grande numero delle energie universali alcune influiscono su dei centri insospettati, unendo così i vari regni della natura. Come per contagio di una causa invisibile, i pensieri simili si diffondono, una forza li raduna, li dirige e li intensifica, raccogliendo onde magnetiche si rinforzano le risorse d’energia psichica. È perfettamente possibile unire diverse correnti e rinnovare la coscienza.
Il Guardiano delle sette porte lamentava: “Ho visitato gli uomini con un fiume incessante di miracoli, ma non li notano”. “Fabbrico nuove stelle, ma la loro luce non riesce a mutarne il pensiero”. “Sprofondo continenti interi negli abissi marini, ma la coscienza umana resta immota”. “Erigo montagne e insegno il vero, ma gli uomini non voltano neppure il capo”. “Mando guerre e pestilenze, ma neanche il terrore li costringe a pensare”. “Offro la gioia della conoscenza, e fanno una sola zuppa di quel sacro festino”. “Non ho altri segni per trattenere gli uomini dalla distruzione”. Così gli rispose il Sublime: “Quando il costruttore getta le basi dell’edificio, lo descrive forse a gran voce a tutti quelli che vi lavorano?” “l’ultimo di questi sa le dimensioni che gli sono state dettate, e solo pochi conoscono lo scopo per cui faticano”. “Chi scava tra le pietre delle antiche fondazioni non intende una sola delle nuove, ma il costruttore non si lagna se gli operai non capiscono il piano in tutta la sua grandezza”. “Deve solo distribuire il lavoro secondo la capacità di ciascuno”.
Così, a proposito della coscienza umana, sapremo che chi non può contenere né sa ascoltare andrà solo il lavoro più umile. Chi ha capito stia saldo, come centomila saggi; e i segni, come iscrizioni, si sveleranno al suo sguardo.
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