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UNIONE MEDIANTE IDENTIFICAZIONE CON IL TUTTO.

Carlo Setzu

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Il mondo soggettivo è un mondo di luci privo d’ombre. La luce è tale da mescolarsi senza influenzare, ostacolare, o distruggere il resto, ogni singola luce riflette in se stessa tutte le altre, generalmente e individualmente. Questo non è frutto dell’immaginazione o un ragionamento logico, ma un’esperienza spirituale reale. Per raggiungere questo mondo superiore occorre un cuore pieno d’amore, d’abnegazione, e di grande spirito sociale votato al soccorso dell’umanità.

            Quando, abbandoniamo questa vita, controllata dal tempo, dallo spazio e dalla causalità, abbandoniamo anche tutti gli interrogativi all’infuori di uno: “Dov’è la mia dimora?”. Parlando della libertà un Maestro disse: “Mi muovo entro il cerchio il cui raggio è la lunghezza della fune fissata al palo”, finché questa fune non è recisa, non possiamo essere liberi.

            La fune ha una lunghezza misurabile e il cerchio descritto ha limiti calcolabili, ma un cerchio la cui circonferenza non ha limiti, perché non ha né palo centrale né fune, dev’essere veramente grande. Non potrebbe essere questa la nostra dimora, raggiungibile distaccandoci da una fissazione e liberandoci, per sempre, dai ceppi della trasmigrazione?

            Questa dimora - non dimora, è all’infuori del mutamento, della separazione e della discriminazione, è assolutamente una, senza tracce di sforzo conscio, in poche parole, è uno “stato dell’essere conscio” in senso intuitivo, perché senza soluzione logica.

            L’intelletto non riesce a dare un’esatta esposizione analitica della verità, la nostra risorsa è l’immaginazione; la realtà rifiuta di rivelarsi all’intelletto, anche se questo regno della inconcepibilità è fondamentalmente del tutto soddisfacente, purtroppo l’enigma rimane insoluto.

 

Studio sulla sintesi.

 

            Tutto ciò che è separativo o diverso (in quanto distingue unità minori o unità più vaste), non è la verità, perché dobbiamo cominciare a pensare in modo ancora più sintetico in termini di Spirito, Vita una. L’uomo però deve comunicare ed ascoltare l’Uno che parla rimanendo in silenzio, solo dopo aver rivolto lo sguardo all’interno concentrando la luce, può vedere e rivelare il mondo interiore dell’Essere.

            Egli pronuncia col fuoco l’amore e la mente la triplice parola, allora l’Uno pronuncia la Sua parola che sommerge il triplice fuoco, e i quattro si uniscono in un fulgore abbagliante.

            Anche quando, abbiamo capito in astratto la sintesi dei tre nell’Uno e l’Uno nei tre, siamo costretti, per necessità contingente, a prendere in considerazione l’idea dell’unità della vita che si esprime nell’umanità come fratellanza. “È un ideale soggettivo e a poco a poco si comprende come quel rapporto fondamentale si attui nella pratica”, realizzando il Piano Gerarchico.

            Solo quando tendiamo al bene comune e sintetizziamo le diversificazioni, ci approssimiamo all’ideale e ai principi primari. “Come la personalità si uniforma ai principi che guidano il minore e l’ego opera secondo la Legge dell'Amore, che si manifesta nell’azione di gruppo o come sintesi dei molti nei pochi, così la Monade vive l’attività dell’amore quale potere che opera la sintesi dei pochi nell’Uno”. Quest’ultima è riferita all’unità o al risolversi nei sette, che é l’unità per la Gerarchia umana.

            L’uomo, nel ciclo acquariano, dopo averne riconosciuto la forza, deve adattarsi e saper comporre tutte le varianti in una gran sintesi; in pratica, comporta di trasmutare o fondere i sensi fisici nelle loro estensioni sottili e adeguarli alle necessità della comunicazione per il lavoro da compiere. Questo è possibile solo se si è costruito l’antahkarana.

            Il grande Piano è di natura sintetica, perché ogni più piccola unità è parte integrante del Tutto; l’energia (primo aspetto) è un fluido vitale che circola in tutto il Corpo del Logos e anima qualsiasi cosa manifestata su tutti e sette i piani (i suoi sette sottopiani). È questa meravigliosa visione d’insieme che dobbiamo afferrare; però la Mente Universale  può essere capita dall’uomo, quando si esprime con la mente concreta, astratta e intuitiva; quest’ultima ci pone in contatto con la Mente Universale, comprendendo così il Piano in modo sintetico, le idee divine e qualche verità pura e fondamentale.

            Il Proposito del Logos è quello di portare il pianeta, tramite il processo evolutivo degli esseri che lo abitano, a diventare un’Entità unica, affinché possa affiancarsi agli altri sette pianeti sacri. La Gerarchia e il Suo capo, il Cristo, mediante la volontà, l’amore e l’intelligenza, cerca di adempiere questo compito mediante gli iniziati, i discepoli e gli uomini di buona volontà, ossia col Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo, uniti come coscienza di gruppo. Questo potrà accadere, quando l’umanità porterà a termine il processo evolutivo e transiterà così in terra il quinto regno delle anime.

            Sorge una domanda: cosa dobbiamo fare per concorrere alla realizzazione di questo Piano? Non dobbiamo fare altro che diventare uno strumento della Gerarchia per la redenzione del genere umano, lavorare sia in senso verticale sia orizzontale, avere la capacità di captare gli impulsi spirituali, di interpretarli correttamente e applicarli realizzandoli nella vita. Consideriamo però che tutto questo deve essere fatto in gruppo, creando una potentissima forma pensiero carica di luce, amore e volontà, captabile da chiunque sparso nel mondo, capace di concretizzarla fisicamente.

            Torniamo al discepolo, è l’anima, sul piano di AtmaBuddhi, che dà qualità e forza vitale alla volontà divina e può entrare in contatto col pensiero universale, creando così le idee e i modelli da presentare alla mente concreta - per essere più precisi - è in contemplazione che ciò accade perché il discepolo accede nella sfera della sapienza mediante l’intuizione. Abbiamo quindi parlato della volontà che può essere espressa dinamicamente solo con uno sforzo di gruppo, rinunciando alla volontà personale, o meglio, fondendo quella personale in quella del gruppo, se vogliamo contribuire a manifestare sulla terra la consapevolezza di gruppo preludio alla formazione del quinto regno.

            Diciamo, che il discepolo, con l’incarico di membro del Nuovo Gruppo di Servitori del Mondo, deve fare di tutto per migliorare le giuste relazioni umane qui ed ora, prima con il prossimo e poi con la comunità in cui vive e con l’umanità intera.

            Ogni momento dell’esistenza richiede virtù, profondo rispetto, gratitudine e completa partecipazione con l’umanità e l’universo. La cooperazione di tutte le nazioni verso comuni obiettivi e valori, è un eccelso sentiero che porta alla realizzazione di una società mondiale pacifica, giusta, felice e armonica.

            Persino le religioni e le filosofie professano un nuovo modo di vedere da un luogo centrale di sintesi (come lo sono le Nazioni Unite) dove convergono tutti i sogni, aspirazioni, richieste e valori dell’intera umanità. Sono tutti tentativi verso la totale realizzazione dell’evoluzione umana, una profonda trasformazione di tutto il globo e trascendenza della società.

            Dobbiamo insistere affinché la politica sia guidata e ispirata dalla spiritualità e dalla filosofia. I codici d’etica e di condotta sono già stati scritti ed elaborati dalle Nazioni Unite, tutto sta nel farli nostri e propagandarli con l’insegnamento e i “mass-media”, poiché ancora al giorno d’oggi sono spesso violati.

            Notiamo nei più giovani una stanchezza e un rifiuto di guerre, odi, ipocrisie e ingiustizie, attratti invece dalla purezza, moralità, compassione, amore e “fame di spiritualità”; questo prova le immense possibilità del cuore e dell’anima umana.

            È necessario cominciare a comprendere il significato della nostra evoluzione cosmica basata sulla progettazione delle genti di tutte le fedi, di un migliore futuro per il mondo, più pacifico e più consapevole, più unito, più felice, più giusto, più partecipe del continuo processo globale che ci porterà a diventare quello che sempre si pensava dovessimo essere: un pianeta sacro.

 

 

 

 

 

 

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