
SERVIZIO
Introduzione
PARTE QUARANTADUESIMA
Il lavoro pesa solo quando le forze sono
distribuite in modo scorretto, ma se si rispettano
le proporzioni fra comando ed esecuzione neppure
un’opera molto complessa può essere faticosa.
È molto nocivo credere che tutto venga dato
aspettandosi il compenso. Con simile svilimento si
possono devastare gli esiti più brillanti.
Non dimentichiamo che, se si conosce la meta,
avanzare è possibile.
Contare le pietre che tocchiamo con
i nostri preziosi piedi significa andare
con il passo dell’oca. Gli uccelli volano
senza meta, ma senza contare
quante volte battono le ali.
Mai un solo Maestro ha creduto di aver terminato
il lavoro e di meritare un premio.
Il Bodhisattva ha la qualità dell’abnegazione,
lavora in modo creativo con ogni suo gesto,
perché l’occhio realizza la distanza dalla meta.
La sua opera è come il fuoco: onnipresente.
che sacrifica se stesso, e che è indistruttibile
per essenza.
Gli uomini non fanno fatica a parlare di lavoro
instancabile, ma in ispirito lo temono, non si
potrebbe indicare un solo uomo capace di
gioire del lavoro interminabile se ancora
non ha ampliata la propria coscienza.
Solo chi è Nostro capisce che la vita si fonde
con il lavoro da cui ricava la forza per crescere.
Si può arrivare a comprendere che il fuoco
è inesauribile come l’energia che si ottiene
con il lavoro.
La tensione dell’energia non viene dalla mente,
e non cresce per comando dall’esterno;
cresce solo dall’interno, ma solo una coscienza
libera sa fare del lavoro una festa dello spirito.
Agni Yoga
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