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MEDITAZIONE - (PARTE TERZA)

 





MEDITAZIONE
(Parte terza)
introduzione
 

Finché l’uomo è polarizzato  in senso
 puramente fisico o puramente emotivo, non
sente alcun bisogna di meditare.

Anche quando il corpo mentale  è attivo
nessun impulso sorge finché l’uomo
 non sia passato attraverso molti cambiamenti
e molte vite; abbia gustato il calice del dolore
e della gioia in molte incarnazioni ;
abbia scandagliato la profondità dell’esistenza
solo per il sè inferiore ,
e l’abbia trovata insoddisfacente.

Allora comincia a rivolgere il pensiero
 ad altre cose, ad aspirare a ciò che è ignoto,
a realizzare e sentire entro di sé le paia
degli opposti, e toccare nella sua coscienza 
possibilità ed ideali fino ad allora insperati.

E’ pervenuto al successo, alla popolarità,
ed è molto dotato, ma non sa che farsene;
l’anelito interiore persiste sempre
finché il dolore è così insostenibile
che il desiderio di espandersi ed estendersi,
di accertarsi di qualcosa e di qualcuno che
stanno oltre, la ragione di ogni ostacolo.

L’uomo prende a volgersi verso l’interno
e a creare la sorgente da cui è emanato.
Allora comincia a meditare, a ponderare,
a intensificare la sua vibrazione
finché con il passare del tempo
 raccoglie i frutti del suo meditare.

                                                                                         
 

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