
SERVIZIO Introduzione PARTE CINQUANTAQUATTRESIMA
È molto difficile per gli uomini intendere il nesso tra la qualità del lavoro e l’infinito. L’uomo comune presume che una qualità superiore di lavoro tenda al finito. Per lui la qualità è inestricabile dal finito, che Noi chiamiamo morte. È impossibile spiegargli che invece essa ispira all’infinito. Proprio nel fatto che non esistono limiti alla tensione sta la scoperta della conoscenza. Occorre trovare il coraggio di lavorare per l’infinito. È possibile sviluppare in se stessi un apprendimento continuo valido non come un catalogo di fatti, ma quale espansione di coscienza. Per quale mezzo questa si estenda, non importa, ma la sua ampiezza consente di assimilare la portata di eventi grandiosi.
Quale insegnamento dilata più rapidamente la coscienza? È necessario ammettere a questo pascolo secondo le doti individuali. A ciascuno la sua pastura, purché il fuoco interiore sia conforme al merito e alla dignità umana. Chi è pigro, chi è orgoglioso, che è irto di dubbi e sospetti non vi troverà nutrimento. Agli amici e agli allievi dite che devono imparare. Che imparino nella tensione dello Spirito; a occhi aperti, senza sosta, poiché una fine non esiste. Molti si lasciano atterrire da questa semplice affermazione. Noi però siamo con chi sostiene che la luce splende all’infinito e che tutte le epoche ardono come una collana di perle. Mentre s’impara, non si deve sminuire.
Foglie del Giardino di Morya II
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