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OTTANTADUESIMA

 

 

 

 

 

 

 

FIORE DI LOTO

Introduzione

PARTE OTTANTADUESIMA

 

L’uso collettivo del ritmo in meditazione

 

 Si può definire il ritmo come quel movimento cadenzato che automaticamente fa oscillare coloro che lo usano in accordo con alcune forze della natura. È l’azione diretta, praticata all’unisono da un gruppo di persone, che produce dati allineamenti ed effetti su uno dei corpi o su tutti. Ha pertanto come obiettivi:

a. Spostare un corpo o un insieme di corpi nel raggio d’azione di una corrente di forza.

b. Produrre un adattamento della materia di uno dei vari corpi o di tutti i corpi che costituiscono la struttura d’insieme dei componenti del gruppo.

c. Fondere, rispettando dati equilibri e adattamenti geometrici, le aure delle unità differenziate di un gruppo e far sì che esse compongano una sola aura unita di gruppo, permettendo in tal modo il flusso ritmico di forza in certe direzioni specifiche, a scopi definiti. 

Ciò è stato ben compreso nel corso delle età, anche se i metodi, la procedura e gli effetti non lo sono stati in senso scientifico, né sono stati catalogati, se non da qualche organismo occulto ed esoterico.

Negli antichi riti, cosiddetti pagani, il valore del ritmo era ben compreso e anche Davide, il salmista d’Israele, danzava davanti al Signore. Le oscillazioni indotte nel corpo secondo una certa cadenza e i moti ritmici della struttura del veicolo fisico in varie direzioni, a volte al suono di strumenti musicali, hanno un preciso effetto sulla materia dei due veicoli più sottili. Grazie a questo moto ritmico:

1. La forza captata viene diretta (secondo il ritmo) a uno dei centri del corpo.

2. La materia dei corpi emotivi e mentale viene interamente riassestata e ri/amalgamata producendo effetti che probabilmente si manifesteranno fisicamente.

3. L’allineamento dei veicoli ne è influenzato e può esserne scomposto o distorto, oppure essi possono venire allineati in modo corretto e messi in rapporto con il corpo causale. 

Questo è uno degli scopi principali del vero movimento ritmico, le cui applicazioni distorte sono giunte fino a noi lungo i secoli e hanno la loro apoteosi nell’infimo tipo di danza moderna. In essa troviamo la manifestazione più corrotta del movimento ritmico, il cui effetto principale è di dirigere la forza captata nel veicolo emotivo e alla più bassa qualità di materia in esso presente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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