
MEDITAZIONE
Introduzione
PARTE OTTANTAQUATTRESIMA
Cerco di darvi un’idea generale dei pericoli
inerenti a uno sviluppo prematuro dei poteri
che si conseguono con la meditazione.
Non cerco di scoraggiare, ma di insistere
sulla purezza fisica, sulla stabilità emozionale sull’equilibrio mentale prima di affrontare
maggiori conoscenze.
Solo quando il canale si apre all’intuizione
e si chiude alla natura animale l’uomo
può procedere con saggezza nella sua opera.
Solo quando il cuore estende la sua capacità
di soffrire a tutto ciò che respira, di amare
tutto ciò con cui si viene in contatto
e di comprendere ed aver simpatia anche
per la meno desiderabile delle creature di Dio,
l’opera può procedere nel modo desiderato.
Solo quando lo sviluppo è uniforme,
solo quando l’intelletto non precorre troppo il cuore
e la vibrazione mentale non esclude
quella superiore dello spirito,
si può affidare allo studente l’acquisizione
dei poteri che, se male usati, potrebbero significare
disastro per il suo ambiente e per lui stesso.
Solo quando egli non formula altri pensieri
se non per quanto si propone di fare
per aiutare il mondo, gli si può affidare con saggezza
la manipolazione della sostanza del pensiero.
Solo quando non nutre altro desiderio che
di rintracciare i piani del Maestro
e assecondare in modo preciso la loro manifestazione,
gli possono essere affidate le formule
che porranno i deva minori sotto il suo controllo.
I pericoli sono così grandi e i rischi che
minacciano lo studente incauto così tanti che prima
di procedere ho cercato di raccomandarvi cautela.
|