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OTTANTACINQUE

 

 

 

 

 

 

 

INVOCAZIONE

Introduzione

PARTE OTTANTACINQUESIMA

 

INVOCAZIONE 

A Te Gloria!

Innanzi che il mondo fosse fatto in una singola

forma, si dispiegava la Maestà Tua.

Quindi, per dar forma al mistico Tre,

riempisti tre persone.

Gloria, Signore, a Te! Non nato e ingenerato!

Dalla man Tua piovve il fecondo seme.

Al Tuo comando, da quel piccolo germe

gettato sulle acque vivificatrici, tutte le cose

che non si muovono e tutte le cose

che si muovono, son pervenute.

Dinanzi alla Tua triplice forma,

esse si inchinano con reverenza.

Tu, Creatore, Conservatore e Distruttore!

Quando il desiderio Ti spinse a creare,

in due scindesti la Tua singola forma:

il Padre e la Madre che, con la lor prima unione,

causarono l’esistenza di tutte le cose,

altro non erano che parte di Te.

Da essi provenne la vita che anima

questo corpo terreno e altresì, la feconda

natura che se stessa rinnovella.

Tu non conti il Tuo tempo alla luce dei mortali.

Per Te non c’è che un unico vasto giorno e notte.

Quando Brahma  dorme, la natura languente muore.

Quando Brahma si sveglia, tutto risorge di nuovo.

Creatore del mondo ed increato! Infinito!

Tutte le cose da Te attendono la fine loro.

Prima del mondo Tu eri!

Ogni signore cadrà dinanzi a Te,
Altissimo, possente Signore di tutto.

L’anima Tua, da se stessa istruita,

dal Tuo profondo spirito è conosciuta.

Da Te medesimo costrutta, sorse la Tua forma

possente.

Nella stessa, quando tutte le cose avran fine,

il Tuo gran Sé, da Te assorbito, discenderà.

Chi può sperare di dichiarare la Tua essenza?

Resistente e pur sottile come l’aria cedevole.

Fissa, onnipervadente, ponderosa, e pur lieve.

A tutti evidente, e pur celata alla vista.

Tuoi sono gli Inni sacri innalzati dai mortali,

i quali sempre cominciano con le parole di lode,

con canto di triplice tono per dar grazia al sacrificio,

e conseguire al fine luogo beato in cielo.

Essi inneggiano a Te, Natura, che travagli

ad affrancare l’anima  immortale della bassa umanità.

Salve, o Tu, Spirito estraneo, impassibile,

che contempli la Natura dal Tuo sublime riposo.

Padre dei padri, Dio degli dei,

Tu sei Creatore Altissimo, uditore del vuoto!

Tu sei il sacrificio, Tu il sacerdote,

Tu quel che mangi e tu il Sacro convito.

Tu sei la Sapienza che da te è insegnata,

il Pensatore possente e l’Altissimo pensiero.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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