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Riconoscimento della relazione di gruppo.

Carlo Setzu

Prima Parte di Tre

 

            I discepoli, che si dedicano al servizio e ai bisogni del mondo, col tempo trasmutano o meglio, non riconoscono più i desideri personali, così il gruppo può procedere insieme come un’unità. Anche ciò che lega le personalità dei membri del gruppo devono essere tagliati. I rapporti reciproci fra i membri del gruppo devono basarsi sull’attività dell’anima, sulla comune consacrazione al Maestri dell’Ashram e sul servizio reso congiuntamente all’umanità. Si giunge così a una libertà nel rapporto di gruppo, che si manifesterà in un’attività pianificata veramente unita, svolta nel mondo esterno, ma che arricchisce la vita dell’Ashram.

            Il lavoro di gruppo che emerge spontaneamente, generato dalla coscienza di gruppo, e che fonde tutti i discepoli in un punto di tensione nel servizio, è la prima indicazione che il gruppo è pronto per un altro insegnamento, per un’intensificazione della sua potenza e per un rapporto più stretto con il Maestro. Tutto questo è stato realizzato dal gruppo stesso, indipendentemente da qualsiasi ingiunzione del Maestro, e come risultato dell’unità animica del gruppo, che fa sentire effettivamente la sua presenza. Questi due processi spiritualmente distruttivi (del desiderio e lo scioglimento di tutti i legami della personalità) sono i primi due risultati essenziali del vero lavoro di gruppo.

            Bisogna riconoscere che l’intenzione divina è un serbatoio di potenza che contiene qualcosa del Proposito che mette in attuazione il piano. Questo è un problema della Gerarchia che deve scegliere il momento opportuno per rivelare l’intenzione divina e dirigere il pensiero e i progetti, elaborati nei suoi Ashram, a quelli che la riceveranno e che devono interpretare in modo giusto la rivelazione o la visione.

            Chi rappresenta l’Ashram, deve rivelare all’umanità l’unità essenziale, che è alla base di tutto il creato. Ciò deve essere dimostrato con le proprie parole e con la propria vita, di partecipare coscientemente a quest’unità fondamentale, che può essere espressa fisicamente, né abbiamo un esempio nel lavoro del Nuovo Gruppo dei Servitori del Mondo. Esso mostra l’espressione pratica di un’unità esistente, basata sull’unità di movente, di riconoscimento, di orientamento (verso il mondo spirituale e verso il servizio all’umanità) di metodi e d’idee. Tutto questo nonostante non vi siano rapporti sul piano fisico e non esistano né organizzazione né riconoscimenti esterni. L’unità è soggettiva e, per questa ragione, è inaccessibile a qualsiasi macchia di separatività.

            Un’altra lezione che il gruppo deve apprendere congiuntamente è il significato delle parole seguenti: “L’oscurità è puro spirito”. Questo riconoscimento è così schiacciante e di portata tanto universale che le differenze e le distinzioni scompaiono, e così si apprende che esse erano soltanto il risultato dell’attività della sostanza con la sua facoltà di produrre forme, e di conseguenza sono illusioni e non esistono dal punto di vista dello spirito in riposo nel proprio centro. La sola realizzazione che rimane è quella del puro Essere. Non dimentichiamo però che “una tenebra pura è l’antitesi dell’oscurità”, perché è un centro o punto di splendore tanto intenso che ogni cosa svanisce, e al posto della tensione, proprio nel punto più oscuro, il gruppo veda un punto di limpido fuoco freddo.

            Il sentiero della Realizzazione si percorre attraverso una serie ininterrotta di prese di consapevolezza. È “un cammino che si dispiega interamente nella coscienza”. Per questo è importante essere coscienti dei problemi, delle dinamiche, degli obiettivi e dei metodi di lavoro del gruppo. Ciò costituisce un grosso passo in avanti verso la consapevolezza del proprio posto e della propria parte nel Disegno divino.

            Per risolvere i gravi e pericolosi problemi, creati dalla separatività umana, abbiamo a disposizione i potenti mezzi della meditazione e dell’invocazione di gruppo.

 

Requisiti per chi lavora in gruppi soggettivi.

 

            L’umanità attraversa oggi un periodo di preparazione, in un interludio di adattamento al nuovo mondo e all’ordine che affiora. Queste sono vere e proprie creazioni, e i maestri vi sono impegnati tramite i loro discepoli, tra l’altro li preparano al servizio costruttivo e all’iniziazione; quindi compongono nuovi gruppi di discepoli da integrare gradualmente in quelli esistenti, per preparare servizio al mondo. È un progetto assai vasto, a causa delle esigenze di oggi ed è la buona disposizione degli aspiranti ad assumersi i rischi personali inerenti.

      È importante che ci rendiamo conto che accade qualche cosa di nuovo, lo emergere del nuovo regno di natura, il quinto, il regno in terra delle anime. Esso precipita sulla terra e sarà composto di quelli che acquisiscono coscienza di gruppo e sanno operare insieme. Ciò sarà possibile perché avranno conseguito una perfezione auto/iniziata (anche se relativa) e saranno identificati con certe espansioni di coscienza di gruppo, e perché amano il prossimo, così come hanno amato se stessi in passato.

      Essi dovranno massimamente riassumere e rendere effettiva sia l’opera del Buddha sia del Cristo. Il primo apportò illuminazione al mondo e incarnò il principio della saggezza, il secondo apportò l’amore e ne incarnò il grande principio cosmico. Il processo seguirà tre direttrici:

 

  1. Uno sforzo individuale, compiuto dai singoli discepoli con la tecnica del distacco, dell’impersonalità e della discriminazione insegnata dal Buddha.
  2. L’iniziazione di gruppo, resa possibile dallo sforzo auto/iniziato dei singoli discepoli, seguendo i precetti del Cristo, e che conduce a subordinare completamente la personalità e l’individuo all’interesse e al bene comune.
  3. Un’azione di gruppo, perseguita in comune per amare tutti gli esseri e imparare a comprendere il vero significato dell’amore e del lavoro di gruppo, propri di Aquarius. 

 

 

 

 

 

 

 

 

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