L’ILLUSIONE CHE IL PENSIERO NON CREI NULLA
Carlo Setzu
L’Io non è la mente, non è il pensiero: è un centro di coscienza stabile e immutabile che può generare il pensiero e mettere in moto la mente, ma non è identico a essa.
Pensare vuol dire formulare dei concetti, delle idee chiare, dei ragionamenti su qualsiasi soggetto. Ha la funzione di organizzare, riordinare, rielaborare tutte le sensazioni e le percezioni che provengono dal mondo degli istinti, delle emozioni e dal mondo oggettivo attraverso i cinque sensi.
Solo nell’uomo il pensiero può assurgere alle vette della genialità esprimendosi in tutta la pienezza del suo potere, in tutta la sua chiarezza e profondità e può giungere fino all’intuizione.
Il pensiero ha una natura duplice perché si svolge verso il mondo esterno oggettivo e verso quello interiore, il mondo delle idee, dei significati e delle cause.
Quando a poco a poco impara a penetrare all’interno, allora si sviluppa in lui la capacità del pensiero astratto, la sensibilità alle idee superiori o universali. È l’intuizione conoscitiva che gli apre la porta delle Verità spirituali.
Si distinguono, infatti, due attività: il pensiero concreto e quello astratto, il pensiero logico e quello intuitivo.
Quando si penetra nel piano intuitivo, si comprendono e si formulano le idee che possono essere tramutate in ideali e rese concrete sul piano fisico e quindi usati per l'evoluzione mediante la scienza e la cultura, creando una civiltà.
La visione di ciò che deve essere realizzato sul piano fisico è la capacità di operare nel mondo delle idee per mezzo della mente superiore, che permette, mediante le forme pensiero, di contribuire alla loro materializzazione.
Il mondo delle idee è formato da centri di forza dinamica che devono essere percepiti, assimilati e trasmessi. La sensibilità telepatica serve a captare le idee (questo si fa di continuo anche se inconsciamente). È tramite le idee che “il Maestro impressiona il discepolo e il discepolo le diffonde nel mondo impressionando la mente di qualcuno”, però bisogna distinguere tra l’imposizione della volontà e la diretta impressione delle idee. L’impiego dell’aspetto superiore dell’attività mentale o volontà deve essere scevro da desideri, affinché le idee non siano l’imposizione di una direttiva, perché dobbiamo rispettare il libero arbitrio dell’uomo.
Le idee devono essere annotate, registrate, elencate e arricchite di pensiero per essere condivise con i fratelli; in tal modo si seminano e si diffondono le nuove idee: qualcuno le pensa, qualcuno le enuncia e qualcuno vi risponde.
Un Maestro si esprime in questi termini: “Un gruppo si distingue per il contenuto di pensiero apportato dai discepoli e da loro usato a favore dell’umanità”.
Perciò la vita di pensiero del discepolo è regolata da tre fattori:
- Dalla sua potenza che deriva dal giusto impulso spirituale, dalla giusta comprensione e interpretazione delle idee e dalla loro corretta formulazione.
- Dalla sua purezza che sgorga naturalmente dalla crescente capacità d’amore illimitato e non separativo, dalla chiara visione e dall’aumento della forza egoica.
- Dalla sua corretta precipitazione: la precipitazione del pensiero è dovuta all’intenzione chiaramente diretta, alla comprensione del proposito di gruppo e all’intelligente partecipazione sempre in aumento e all’attività creativa del Maestro.
Le idee devono concernere l’unità, il servizio e l’amore.
Bisogna fare molta attenzione a non confondere i pensieri astratti con le idee intuitive; le prime sono percezioni e implicano visioni mondiali ampie, generali e universali, le seconde riguardano soprattutto ciò che infine saranno, con il tempo, gli impulsi spirituali, formativi e creativi che sostituiranno ciò che è diventato vecchio con la costruzione al loro posto della “Nuova Casa” nella quale vivrà l’umanità.
Noi dobbiamo occuparci fondamentalmente del libero afflusso d’idee nuove, perché con la loro giusta interpretazione e applicazione pratica determineranno il futuro dell’umanità e della vita planetaria.
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