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LA RICHIESTA DI SHAMBALLA

 

Carlo Setzu

 

 

“La richiesta di Shamballa è che il senso di sintesi – il secondo attributo della volontà – sia l’obiettivo della formazione data a tutti i discepoli. Il gruppo esaudisca questa richiesta e stia con la Gerarchia in questo tempo cruciale di decisione”.

 

            “Entra nel cuore del tuo fratello e vedi la sua sofferenza. Entra nella mente del tuo fratello e leggi i suoi pensieri. Fonditi con l’anima del tuo fratello e conoscilo quale egli è. Tuo è il lavoro di parlare con comprensione. Impara così a parlare e a pensare”.

 

            Il discepolo opera in un mondo unico che non distingue quello dell’anima da quelli della personalità, egli serve come anima in entrambi.

 

            La sintesi è un attributo della Volontà divina che si manifesta mediante l’intelligenza e l’amore come qualità della volontà. Esse hanno la funzione di attrarre tutto ciò che occorre per manifestare il Proposito divino, che deve essere visualizzato in sintesi, e motivato, attuato, progettato e reso possibile dall’aspetto dinamico della volontà stessa. In poche parole è l’energia della volontà impregnata e mossa dall’intenzione, questa volontà ha un effetto di massa e non individuale, che è trasformata in esperienza reale dall’intervento del gruppo dei servitori del mondo, dei discepoli e iniziati che determinano lo sviluppo della nuova qualità. La sensibilità all’impressione superiore e all’ispirazione interiore è possibile, quando i discepoli pensano e si esprimono simultaneamente in termini di sintesi di gruppo.

 

            La sintesi richiede una visione d’insieme del quadro, pensare in termini più ampi ed entrare nel più vasto stato di consapevolezza che “non vede alcuna differenza”. Il discepolo deve sapere che la sintesi e il giusto dominio del tempo nascono da una vita regolata dal ritmo, dall’eliminazione del superfluo, dal senso delle giuste proporzioni, dall’unità d’intenti e dalla giusta aspirazione al momento stabilito, che porta all’ispirazione.

 

            Il discepolo, per aiutare chi è immerso nell’oscurità, ha bisogno di regole auto/imposte che affini lo strumento e perfezioni i veicoli, sapendo che aiutare l’umanità è un contrassegno della Gerarchia. Egli ha bisogno dell’intuizione e della rivelazione, affinché il Proposito si esteriorizzi tramite il Piano.

 

            La sintesi, quest’energia unificante, mantiene tutte le cose dentro il cerchio dell’amore divino, perciò, la nostra visualizzazione deve focalizzarsi sui gruppi, e così sviluppare il senso di sintesi, allargando il nostro punto di vista, “vedendo” orizzonti più ampi, progettando piani internazionali di integrazione planetaria e vedendo una grande struttura spirituale di “esistenza, vita e direzione”, mentre ci manteniamo saldi sotto la pressione degli eventi.

 

            La pace interiore, la fratellanza (coscienza di gruppo), la libertà, la giustizia e l’accettazione dell’amorevole guida dell’anima, del Maestro e della Gerarchia, sono gli attributi essenziali per riversare questi doni ai nostri allievi, ma soprattutto è la sintesi, artefice della volontà dinamica, che ha la capacità di osservare, cogliere e legare, con un lampo d’intuito e acutezza di visione, così la direzione che diamo agli allievi sarà giusta, utile e amorevole.

 

            Ci dicono, che i redentori devono “bere il veleno del mondo per rinascere con pieni poteri” e così redimere e infondere nuova vita nei più piccoli e nel mondo, sapendo che sono protetti dagli influssi negativi, dando loro forza, capacità e comprensione, dalla qualità della sintesi, distillata da esperienze millenarie. Ciò che deve distinguerci è:

 

·         La capacità di sintesi e inclusività.

·         Il legame con la fratellanza che poggia sull’unità della vita.

·         Il riconoscimento dell’anima, del gruppo, dove prestiamo servizio all’umanità, che dobbiamo amare intensamente.

·         Guardare il mondo ad occhi aperti e distinguere chi è degno d’essere elevato ed innalzato, insegnando e soccorrendo.

·         Sostenere le opere di servizio all’umanità, in ogni campo d’azione, siano esse politico, scientifico, religioso ed economico.

·         Seguire le orme dei grandi Maestri.

   

            Lo yoga del discepolo dovrebbe essere quello della sintesi (unione mediante unificazione con il Tutto), dello sviluppo cosciente dell’intuizione, della vera percezione spirituale e dell’uso esperto della mente, come strumento d’interpretazione. Lo “yoga della sintesi” non è stato ancora descritto in nessun testo, però abbiamo una traccia, quando ci dicono che si tratta “dell’unione ottenuta identificandosi col Tutto” e pensando così in termini universali, che non significa un processo di realizzazione o di perseguire una visione, ma identificazione elaborata con l’esperienza individuale, non per se stessi ma per essere donata al mondo. Nel campo del servizio, come membri del nuovo gruppo dei servitori del mondo, sono particolarmente “gli osservatori organizzati” che possiedono, come caratteristiche prevalenti, la capacità di sintesi, il rifiuto del non essenziale, l’organizzazione del sapere umano e il collegamento con i domini della ricerca.

 

            Tutto ciò che è grande, anche se invisibile, esiste e perciò ci costringe a pensare al modo di conoscerlo e possibilmente raggiungerlo, se non altro, per ora, a relegare le cose minute dei tre mondi, al loro giusto valore. C’è un legame fra noi e l’infinito che può essere “raggiunto” con la comprensione, la simpatia ed il linguaggio del cuore. Realizzare il ritmo del Cosmo significa immergerci nella sua grandiosità, perciò occorre un impegno abbastanza grande, “l’immersione nel ritmo cosmico sintetizza l’essere totale, nel visibile e nell’invisibile”, in quest’esperienza, che è un gran compito degli spiriti più elevati, occorre la conoscenza diretta e sentir pulsare la grandezza maestosa del Cosmo.

 

            La differenziazione non è sinonimo di disunione, ma fa parte del giro di una voluta della grande Spirale. Le espressioni sono molteplici, ma uno è l’universo in tutte le sue forme. La creatività e l’impulso della coscienza sono i propulsori dell’energia, quindi nulla può dissociarsi nell’eternità, anche se lo spazio è una struttura che accelera e migliora di continuo. L’universale legge dell’Universo non è divisa dalla manifestazione; l’unità si manifesta in tutte le espressioni della vita. Solo l’uomo separandosi dall’energia universale, elude la verità, infatti, lo sviluppo mediocre annebbia la comprensione, la coscienza di gruppo è infranta e la distruzione, operata dall’umanità, si allontana dall’unità. La comunione è un imperativo, ma l’umanità, fino ad ora, si è isolata dall’universo che è tessuto con il filo dell’amore.

 

            La Gerarchia, in una nuova fase creativa, è impegnata anche a radunare gli spiriti della sesta futura razza, mediante lo yoga di sintesi. Ciò accade perché molti esseri umani reagiscono all’energia universale, che fluisce parallela all’Agni yoga. La via di Shamballa non si apre con l’educazione, l’esperienza, l’ingegno, ma con la conoscenza diretta dei collaboratori sensibili, che con la chiara visione hanno la capacità di usare tale conoscenza nella vita quotidiana.

 

            Il fuoco della mente, con i pensieri, influenza l’ambiente, trascinando con se il prossimo, chi evolve se stesso non può che portare soccorso anche agli altri, chi è capace di pensare collabora inconsciamente o coscientemente secondo la propria aura e la Legge di Causa ed Effetto.

 

            La Vita è sintesi amorevole in azione”. L’uomo evoluto avanza con chiara aspirazione tesa a redimere il genere umano e quando il suo cuore fervente teso dalla ragione aspira a servire, l’impeto aumenta e l’unità si afferma. È bene abituarsi all’idea che non c’è riposo né fine, ma basta realizzare di appartenere alla Gerarchia, per dirigersi sulla via più breve a cooperare con Lei. La via del servizio conduce alla conoscenza superiore; solo l’unione con la Fonte della Luce fa avanzare e conferire tutte le possibilità date dal potere del servizio e dalla capacità di compiere la Volontà superiore.

 

            In questo periodo non perdiamo l’occasione di unirci, rigettando il passato cristallizzato e dirigendoci verso il futuro, accettando la tensione come una sacra elevazione, respingendo tutto ciò che è male, e non appena le espressioni della luce sono minacciate, rivolgiamoci alla Gerarchia.

 

            La Gerarchia afferma: “Venite a me perché la battaglia è in una fase rischiosa e occorre che i cuori siano uniti”. Per gli esecutori di un gran progetto, quando entrano in azione, non c’è posto per il relativo, quando il pericolo incombe il cuore soffre, quindi bisogna governare l’angoscia e l’inquietudine, perché è impossibile pensare ad una continua avanzata senza ostacoli, l’importante è stare in guardia e ben saldi.

 

            Se la vita è eterna, se gli uomini comunicano fra loro, non mediante suoni convenzionali, ma con una virtù che trascende il linguaggio, è d’obbligo utilizzare quella forza a scopo d’unione. Chi divide sbaglia e a torto si permettono separazioni. È legittimo affermare che i migliori sono quelli capaci di tollerare. Non è più tempo di pavoneggiarsi come stirpe eletta, tutti coadiuvano, lungo l’intera catena gerarchica, e nessuno deve bloccare il compiersi del Piano.

 

            Stare in gruppo è importante se l’unione è curata con attenzione, affinché non si semini discordia con la propria presenza, ognuno deve essere accettato come se non esistesse come personalità, così l’anima di gruppo e lo spirito di gruppo accenderanno i cuori.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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