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LA COSCIENZA

 

Carlo Setzu

 

Sesta parte di sette

 

 

La coscienza di gruppo.

       Alla coscienza collettiva si perviene sviluppando la coscienza individuale, che è la coscienza globale della natura animale, emotiva e mentale, più la scintilla divina che dimora nella forma che esse costruiscono. Si è allora consapevoli del gruppo di condiscepoli che operano agli ordini del Maestro, che rappresenta la Gerarchia. Quest’ultima può essere definita come l’insieme degli uomini non più accentrati nell’autocoscienza individuale, ma già pervenuti a una reazione più vasta, quella della vita collettiva planetaria.

       Le grandi tendenze del pensiero contemporaneo annette un’importanza sempre maggiore alla coscienza collettiva o alla consapevolezza ambientale. L’uomo a poco a poco si accorge che gli è indispensabile adattarsi alle condizioni del prossimo e di assumere il compito di tutelare il proprio simile, e scoprire che progresso, contentezza, pace mentale e prosperità non esistono se disgiunte da quelle altrui. È questa una realizzazione che si espande dall’individuo alla nazione, alla famiglia al mondo, ed ecco comparire quelle grandi istituzioni, fraternità, circoli, associazioni, gruppi e molti che si propongono l’elevazione ed il benessere del genere umano. La verità è che è meglio dare che prendere.

 

Espansione dic oscienza.

       Tutto il progresso sul sentiero discende dalla facoltà di far nostro l’insegnamento ricevuto. Le lezioni interiori entrano a far parte della nostra esperienza, e non sono più solo teoriche quando si trasmutano in coscienza pratica. L’espandersi della coscienza dev’essere qualcosa sempre più sperimentato. Le teorie non servono se non si mutano in fatti. Ecco perché è importante meditare sull’ideale. Ciò facendo i nostri pensieri, temporaneamente, si accordano alla frequenza di quel concetto, e in seguito quella vibrazione diviene permanente.

 

            Lo sviluppo Spirituale deve procedere alla pari con la conoscenza interiore, e quest’ultima cresce in tre fasi:

 

  1. Mediante nette espansioni di coscienza che schiudono al discepolo le mete da conseguire. Si chiarisce nella sua mente ciò che egli deve raggiungere.
  2. Segue un periodo dedicato ad assorbire la lezione, elaborando in meditazione e nell’esperimento le verità percepite.
  3. Insegnando s’impara. La necessità di definire la verità quando la si enuncia, la cristallizza, e negli scambi con le menti altrui la vibrazione dell’aspirante si eleva, si che si riversano in lui nuove intuizioni e altri aspetti del vero.

 

      Sul sentiero, dunque, le espansioni di coscienza si susseguono con sensibilità in sintonia con le vibrazioni superiori. Esse da prima si manifestano come percezione della voce interiore, facoltà indispensabile al discepolo. I Grandi cercano chi sa obbedire con prontezza al comando dell’anima ed anche alla voce del Maestro.

       Per tutta la storia umana scorre un triplice filo che intesse l’evoluzione. Il primo guida il pensiero a seguire lo sviluppo dell’aspetto forma. Il secondo guida a conoscere lo sviluppo delle coscienze, l’emergere dall’istinto all’intelletto e quindi a quella luce intuitiva che oggi si scorge come meta della consapevolezza Il terzo concerne il Piano, finché la mente illuminata e la reazione intuitiva non siano divenute facoltà umane, non sarà possibile intendere i concetti fondamentali celati nella mente del Logos.

      Il Mago bianco deve aver trasceso le quattro nobili verità, imparando il senso dei quattro vangeli, il significato e lo scopo dei quattro elementi, e, in senso esoterico, deve aver attraversato i quattro regni come salvatore. Ciò fatto egli può affermare: ”il desiderio non mi tiene; ora sono libero”. Voglio tutto e nulla. Vivo e muoio, sono immolato e risorgo, vado e vengo a mio volere. La terra sta sotto i miei piedi e l’acqua lava la mia forma. Il fuoco distrugge gli ostacoli, e sono padrone dell’aria. Ho attraversato tutto il mondo delle forme. Ora tutto esiste per me, ed io, servo del tutto, persisto.      

 

I tre raggi d’aspetto nell’evoluzione della coscienza.

 

       Ogni uomo è destinato, col tempo, a percorrere la via del ritorno, risalendo l’uno o l’altro dei tre raggi principali. Ciascuno dovrà, prima o poi, essere capace di creare con intelligenza, animato dall’amore divino e motivato dal volere, e di attuare i progetti del Logos.

      Il primo centro che l’aspirante s’industria di vivificare, e su cui insiste all’inizio del noviziato, è quello del cuore. Deve acquisire coscienza di gruppo, farsi sensibile agli ideali comuni e inclusivo nei concetti e i piani di lavoro; deve imparare a diffondere il suo amore in modo collettivo e puro, non più seguendo le attrattive personali o per avere ricompensa. Finché il centro del cuore non sia in fase di risveglio non gli sarà consentito di usare i potrei creativi del centro della gola, che altrimenti andrebbero a rafforzare il sé minore e ambizioni d’ogni genere. 

      Certi aspetti dei nostri centri di forza sono già attivi e funzionano in rapporto alla forma, ma senza esprimere ancora la qualità dell’anima. Il centro della gola sovente è risvegliato prima del tempo, perché vi è salita l’energia del centro sacrale.

      Quando il risveglio creativo del centro della gola si esprime, per esempio, nell’arte, nell’organizzare un gruppo o in un lavoro direttivo, non c’è pericolo, perché l’energia trova uno sbocco normale.

      L’aspirante non conosce il passato, ne previsioni del futuro, non gli resta che avvalersi delle proprie capacità e fare del suo meglio, guidato dalle antiche regole del Raja Yoga e della luce dell’anima. 

       Quando il centro del cuore è risvegliato, e quello della gola è vibrante e creativo, si stabilisce fra essi un rapporto, uno scambio reciproco di energia. A sua volta questa attività provoca una reazione di quell’aspetto del loto dai mille petali, attraverso cui fluisce normalmente l’energia che sempre anima quei due centri. Fra l’energia superiore positiva, adombrante, accentrata nella forma del loto dai mille petali e la vibrazione sempre maggiore dei centri del cuore e della gola, si origina, per così dire, una scintilla. E questi due centri a loro volta rispondono alle energie provenienti da quelli situati sotto il diaframma.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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