UNIONE MEDIANTE IDENTIFICAZIONE CON IL TUTTO
Carlo Setzu
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L’insidia maggiore per quanto riguarda il servizio è il ristagno, quando invece ci vuole un ardore costante, ma anche quando occorre una pausa, la fiamma interiore continua ad ardere perché è inestinguibile. Bisogna abituarsi alla costante attività del fuoco.
Ogni epoca sceglie l’insegnamento che le corrisponde, e tutti quelli precedenti assumono un’immagine falsata, eppure ogni fase non esclude quello anteriore. È facile dimostrare la continuità di ciò che si chiama spiritualità, si sente scorrere incessante il flusso unico della stessa energia, della sophya del mondo ellenico o di Sarasvati degli Indù, lo spirito santo dei cristiani, come il creativo Adonai d’Israele e Mitra saturo di potere solare. L’insegnamento dell’Agni Yoga è l’esposizione dell’uso contemporaneo di quell’energia, il cui flusso si approssima con il Satya Yuga non è l’acutizzarsi di una possibilità sopita, ma l’illuminazione propria di quest’epoca o Nuova Era. Si può trascurare, negare, falsarla o intenderla come merita, ma il suo annuncio e il suo arrivo sono inevitabili e innegabili.
La Dottrina dei Redentori si applica in molti modi, per esempio, si può assumere coscientemente il karma altrui, si può persino prendere su di noi il dolore altrui e gravarsi delle conseguenze karmiche di altri e si può assumere persino il karma collettivo, per farlo basta aver compreso che l’accettazione è degna del fine. Attenzione però, perché il karma è una manifestazione molto complessa. Dall’atto causale ai moventi fondati, tutto è multicolore e molteplice, perciò è da considerare con serietà quando sia possibile e benefico interferire nel karma altrui; ma è da presumersi che in certi casi sia utile intervenire per abnegazione nel destino altrui. Il sacrificio di sé consente di comprendere quando l’interferenza sia conforme.
Ciò che si chiama “comando della volontà” è un’emissione d’energia prodotta dall’elemento fuoco, ciò significa che per rafforzare l’aura non solo occorre una coscienza pura, ma anche l’intervento di questo, che riempie l’uomo di coraggio, se è distaccato da ciò che è transitorio e impermanente. Chi ha percepito il fuoco che tutto pervade, comprende facilmente che la Comunione si attua per suo mezzo. Chi è capace di pensare all’energia psichica deve già conoscerlo, non bisogna credere che esso sia fuori di noi e che se ne possa posporre pigramente la percezione; esso rugge tutto attorno, sta a noi averlo per alleato o per nemico.
Concentrare anche tutta la volontà non basta a evocare il fuoco dello spazio, la sua manifestazione non avviene per comando, ma è indispensabile l’espansione della coscienza. Essa è paragonata a un giardino, dove crescono i frutti del lavoro.
Dobbiamo sapere che ogni energia in moto produce un’inerzia, e quindi prosegue la propria azione inerziale, talvolta per un tempo molto lungo, sebbene si sia già mutato il modo di pensare, le conseguenze dell’ultima proiezione possono ancora aleggiare nello spazio. In ciò sta sia la potenza di quell’energia sia la sua qualità, che merita una cura speciale. Solo se la coscienza è illuminata, si può guidare l’energia psichica in modo da non ostruire la propria via con le proiezioni del passato. Spesso accade che un pensiero accidentale e improprio intorbidi a lungo l’oceano dei conseguimenti. L’uomo da qualche tempo ha dimenticato quel pensiero, ma questo continua a volargli davanti, oscurando o rischiarando la sua strada.
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