UNIONE MEDIANTE IDENTIFICAZIONE CON IL TUTTO
Carlo Setzu
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La comprensione della Realtà è data dal valore dell’esperienza e dell’intuizione: vi sono dei mondi che non sono di questo mondo, benché siano da esso inseparabili. Il mondo in cui viviamo normalmente è caratterizzato da limitazioni di ogni genere. Ogni realtà individuale si oppone ad altre, perché tale è in realtà la sua natura; ma nel mondo sottile le realtà individuali sono immerse in una grande Realtà alla quale ogni individualità è partecipe e contiene in sé tutte le altre esistenze individuali.
Una società di esseri spirituali può essere avvicinata soltanto per mezzo di una grande carità, di un grande spirito di amicizia, di un perfetto disinteresse, di mezzi derivati dalla saggezza, di un grande spirito sociale. Questi esseri portatori di luce hanno alle spalle una potenza sostenitrice e una fonte d’energia che li sostiene.
Il pensiero dovrebbe sorgere non attaccato a nulla: lasciare cioè che la mente o “ragione d’essere” sorga senza fissarla in alcun luogo; essere perciò perfettamente libera; solo allora si impadronisce di noi l’idea di un anima-ego o di un Creatore conosciuto come Dio. Per pensiero non fisso s’intende, psicologicamente, che la coscienza nasce da una fonte inconscia. Qualcosa che dimora eternamente al di sopra del mutamento, della separazione e della discriminazione, assolutamente una, senza traccia di sforzo conscio. Gli orientali la chiamano “stato dell’essere così” o “Questità”. Per coloro che sanno, il termine è espressivo e soddisfacente, ma dal punto di vista logico può non significare nulla, può essere considerato privo di contenuto. E’ inevitabile: i termini dell’intuizione sono sempre così, e tutte le verità appartenenti alla coscienza spirituale, per quanto possono apparire intellettuali, appartengono in fondo a questa classe di terminologia.
Ora comprendo che nel mondo aformale tutte le cose sono al di là della discriminazione, prive di separazioni e senza passioni. Gli esseri che lo abitano non sono né attaccati né distaccati dalle idee, che hanno distrutto con la conoscenza superiore; come pure tutte le opinioni, tutti i desideri, tutti i concetti di sé, e che vivono quindi una vita gioiosa risultato di tutte le meditazioni, emancipazioni, contemplazioni e conoscenze.
Questi Esseri però sono anche Coloro che, sebbene abbiano già conseguito l’emancipazione, si manifestano in questo mondo per far maturare tutti gli esseri; che si recano dovunque nel mondo per incoraggiare, stimolare e ispirare i discepoli. Essi, pur avendo dei seguaci, non si attaccano ad essi; pur vivendo fra le genti, sono liberi da desideri e da piaceri; pur entrando in ogni genere di pensieri, sono liberi da essi nelle loro menti; pur dotati di un corpo terreno non hanno pensieri individuali dualistici. Si manifestano in tutti i mondi senza spostarsi “d’un capello” dal luogo in cui sono. Che cosa dovremmo fare per seguire le loro orme?
- Vivere senza attaccamenti.
- Comprendere che tutte le cose nei tre mondi sono impermanenti.
- Praticare la compassione con grande, amorevole e caritatevole cuore.
- Vivere nel mondo delle cause senza infatuarsi degli effetti.
- Praticare la divina indifferenza senza essere indifferenti alle vicende del mondo.
- Porci nel regno dell’assenza di forma, ma sempre pronti ad istruire gli esseri attaccati alle forme.
- Praticare la compassione, ma non abbandonarsi a meschine bontà.
- Essere gioiosi nel cuore ma sempre afflitti alla vista di esseri sofferenti.
- Divenire potenti nell’autocontrollo, nella carità, nella moralità, nella pazienza e nel coraggio.
- Raggiungere uno stato di pace e di quiete mentale.
· Guidare gli uomini “ciechi” erranti sul sentiero della trasmigrazione e condurli sulla retta via.
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