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IL DISCEPOLATO NELLA NUOVA ERA

Carlo Setzu

Prima lezione

 

Principi

 

Il     nuovo discepolo è soprattutto un esperimento di lavoro di gruppo, e che il suo obiettivo principale non è la perfezione del singolo. Si vuole che gli individui siano complementari l’uno all’altro che reciprocamente si completino e che con l’aggregato delle loro qualità formeranno un giorno un gruppo capace di utile espressione spirituale, attraverso cui l’energia superiore fluisca in aiuto all’umanità. Il lavoro da compiere è mentale. Le sfere di servizio. Le sfere dei discepoli (servizio) individuali restano le stesse, ma ai loro differenti campi di servizio saranno aggiunte attività e vita di gruppo che diverranno più chiare con l’andare del tempo. È questo dunque lo sforzo del gruppo e di quelli di qualsiasi Maestro, nonché della Gerarchia stessa come unità di gruppo.

 

Ricordate che io, il vostro Maestro, osservo i miei discepoli sempre soggettivamente e come gruppo. Quale personalità voi non contate, quali anime, avete invece vitale importanza e io vi curo teneramente e cerco di aiutare ed elevare, espandere ed illuminare. Vigilate con cura i vostri pensieri reciproci, sopprimete immediatamente ogni sospetto, ogni critica e cercate di sostenervi a vicenda, alla luce dell’amore.

 

Solo chi è in procinto di arrendersi all’influsso al controllo dell’anima, e pertanto è polarizzato nella mente, è idoneo all’ad­destramento offerto dalla Gerarchia.

 

L’opera deve proseguire nel frastuono. Il punto di pace deve essere scoperto nel bel mezzo del tumulto, la saggezza conseguita nel trambusto intellettuale e la cooperazione con la Gerarchia interiore deve procedere nelle agitazioni devastatrici della vita moderna.

 

 Il maestro osserva sempre i discepoli soggettivamente e come gruppo. È lo splendore totale quello che vede; è il ritmo unitario quello che nota, il colore e il tono unitario, è il suono che emettono collettivamente, quello che ode. Quale personalità voi non contate per noi. Quali anime avete invece vitale importanza.

 

L’amore non è sentimento, né emozione, né desiderio o movente egoistico di retta condotta quotidiana. Non è cosa negativa - come alcuni pretendono indicare un difetto o un errore). Se ve ne lasciate deprimere, irritare o ferire è perché non siete distaccati, ma siete ancora identificati con la vostra personalità e l’opinione altrui.

 

È essenziale che tutti i discepoli di un ashram siano contemplativi, ma in senso occulto non mistico. Nella meditazione dovreste mirare a conseguire il più rapidamente possibile il culmine del processo attraverso gli stadi di concentrazione, allineamento e meditazione fino alla contemplazione, e sforzarvi di conservarlo, così imparando a vivere come anima nel proprio mondo, contemplando l’oceano di energie in cui operano tutti gli iniziati. Questo stato deve essere strenuamente perseguito e accuratamente osservato e se ne devono annotare esattamente le impres­sioni.

 

 

 

 

 

 

 

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