IL DISCEPOLATO NELLA NUOVA ERA
Carlo Setzu
Sesta lezione
Ora si compie l’esperimento di spostare all’interno il centro focale del gruppo e tuttavia, nello stesso tempo, accrescerne la potenza, non permettendo che uno dei membri ne occupi il centro all’esterno. Tutti devono comportarsi come anime libere. Devono imparare insieme, servire insieme; sorreggersi insieme in modo impersonale. Ricordate però che chiunque asserisca che il lavoro è soltanto interiore, e che egli opera unicamente dai livelli di coscienza mentali e spirituali non ha una giusta concezione del processo. Il lavoro interiore che non si esprime in attività oggettiva e fisica è mal ispirato e mal diretto. Vi esorto ad amarvi e comprendervi a vicenda in modo più profondo e imparate a meditare con maggior chiarezza e potenza e non egoistico, ai livelli ove si svolge l’opera creativa.
Requisiti del discepolo:
Sensibilità:
È la capacita di espandere la coscienza ed essere consapevoli di aree di contatto sempre maggiori, di essere attivi, vigilanti, pronti nel riconoscere i rapporti, solleciti nel reagire alle necessità mentalmente, emotivamente e fisicamente attenti alla vita.
- È di sviluppare rapidamente il potere di osservare in tutti e tre i mondi simultaneamente.
- È la prontezza al contatto con l’anima,
- È la sensibilità alla “voce del Maestro”.
- È la reattività vivace alle idee nuove e alle delicate reazioni intuitive.
Impersonalità:
Vi è stretta relazione col distacco. È arduo per il discepolo — durante il tirocinio iniziale — restare fedele all’ideale, perseguire con volontà la propria integrazione spirituale e rimanere tuttavia impersonale nei rapporti umani. Egli desidera che la sua lotta e le sue vittorie siano riconosciute, desidera ardentemente che la luce accesa il lui susciti reazione in altri, vuole essere conosciuto come discepolo, si tormenta per dimostrare il suo potere e la sua propria capacità di amare, si dà evocare ammirazione, o almeno, gettare una sfida. Ma nulla accade, egli non viene considerato migliore degli altri. La vita perciò non lo soddisfa. È importante invece non interferire e rifiutarsi di criticare ma esprimere amore e felice cooperazione comune. È errato voler assiduamente raddrizzare il fratello o rimproverarlo o tentare di imporgli la propria volontà ed opinioni, ma e sempre lecito esprimere idee e dare consiglio.
|