PRIMA INIZIAZIONE
La nascita a Betlemme
Carlo Setzu
Si potrebbe considerare la prima iniziazione come quella che istituisce un atteggiamento nuovo verso le relazioni. I nuovi rapporti da riconoscere sempre più sono soggettivi e possono avere solo pochi segni fenomenici. Comprendono il riconoscimento di coloro che devono essere serviti; implicano l’espansione della coscienza individuale in una crescente consapevolezza di gruppo; alla fine conducono a una sollecita risposta alla qualità gerarchica e all’attrazione magnetica dell’Ashram. Tutti questi rapporti cominciano nella loro più vera connotazione e con un obiettivo compreso correttamente alla nascita del “uomo nuovo”. È per mezzo della pietra di paragone dei rapporti che i servitori del mondo possono entrare in contatto con gli iniziati e i discepoli accettati del mondo, e possono scoprire quegli aspiranti che possono essere aiutati e istruiti.
L’influsso del settimo raggio (che governa la prima iniziazione) ha la funzione di riunire anima e corpo, il superiore e l’inferiore, la vita e la forma, lo spirito e la materia. Questo è il compito creativo che sta di fronte al discepolo impegnato ad innalzare al centro della gola le energie del centro sacrale e ad instaurare un giusto rapporto fra la personalità e l’anima; deve anche collegare i due centri della testa con le relative ghiandole.
Quando questa linea di luce ha messo in rapporto gli aspetti spirituali superiori e gli inferiori, e quando il centro sacrale e quello della gola sono posti in effettivo allineamento reciproco, il discepolo iniziato diventa un lavoratore che crea secondo il Piano divino e un “rappresentante magico” del divino lavoro di costruzione; allora egli è una forza costruttiva che usa coscientemente l’energia sul piano fisico. Egli crea delle forme che divengono espressioni della Realtà. Questa è la vera opera di magia.
Potete perciò vedere che nel lavoro creativo sono messe in attività interconnessa tre energie:
1. L’energia concentrata nel centro ajna, che indica la vita della personalità.
2. L’energia concentrata nel centro della testa, quale risultato dell’attività dell’anima.
3. L’energia del settimo raggio dell’ordine cerimoniale o della Magia, che rende possibile la vera attività creativa conforme al piano divino.
Alla prima iniziazione il discepolo lavora ancora nella “grotta della nascita spirituale debolmente illuminata; deve continuare la lotta per rivelare la divinità, principalmente sul piano fisico – che per noi è simboleggiato dalla parola “Betlemme” che significa la “casa del pane”; deve imparare la duplice funzione di “innalzare nella luce le energie inferiori” e nello stesso tempo di “far discendere in espressione corporea le energie superiori”.
A questa iniziazione l’aspirante vede per la prima volta cosa siano le energie principali che deve portare in espressione, e questa visione gli viene riassunta nel Vecchio Commentario con le parole seguenti:
“Quando la Verga dell’iniziazione scende a toccare la parte inferiore della spina dorsale, si produce un’elevazione; quando gli occhi si aprono alla luce, ciò che deve essere fatto discendere nella forma è ora percepito. La visione è riconosciuta. Il fardello del futuro è assunto. La Grotta è illuminata e ne esce l’uomo nuovo”.
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