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IL SENTIERO

Carlo Setzu

 

Terza parte di tre

 

 

…Un discepolo di uno qualsiasi dei Maestri ha le proprie qualità peculiari, virtù e difetti. Ciò nonostante resta certo che finché non avrà accomunato alla conoscenza anche l’Amore  non potrà accede­re alle iniziazioni superiori, poichè queste si assumono sui livel­li più elevati del mentale . Se il Sentiero della vita non si unisce a quello della luce, non può compiersi il grande passaggio dal quarto al quinto regno. Sono possibili certe  espansione della coscienza; si può accedere alle iniziazioni dei livelli astrale e mentale inferiore; si può percepire una parte della visione e sentire la Presenza; si può raggiungere con l’amore l’Amato, la beatitudine e la gioia di quel contatto che produce uno stato di letizia; ma la chiara percezione procurata dall’esperienza del Monte dell’Illuminazione è diversa dalla gioia provata sul Monte della Beatitudine. A questo si è condotti dal Cuore, al primo, dalla Testa.

 

La via della conoscenza è seguita dall’occultista e dal saggio; il mistico e il santo marciano sulla via dell’amore. Che l’accesso sia tramite la testa o mediante il cuore non dipende dal raggio poichè entrambe le vie si devono percorrere; il mistico deve farsi occultista; l’occultista bianco è stato il mistico santo. La vera conoscenza è amore intelligente, poichè è la fusione dell’intelletto con la devozione. L’unità è sentita dal cuore e dev’essere applicata con intelligenza alla vita mediante la conoscenza.

 

Come norma generale si può assumere senz’altro che chi aspira al discepolato abbia in passato molto esercitato il cuore, e che per questa reincarnazione lo sviluppo della mente sia di primaria importanza.

 

Mentre si avanza sul sentiero i processi mentali si fanno più potenti, e le forme pensiero — create in meditazione per fini pre­cisi — più efficaci. È chiaro pertanto che la magia, quando viene applicata al livello fisico, tende sempre al “sentiero della mano sinistra” finchè la coscienza dell’anima non sia permanente, e la purezza di movente non sia un abito della mente.

 

L’interesse egoistico è oggi ancora il fattore più potente, però il pensiero spirituale magicamente creativo, anche di un solo uomo di puro movente, è assai più forte di quello di molti seguaci delle vie personali.

 

Il sentiero della mano sinistra, specialmente alle forme pensiero create dall’uomo, concerne che:

 

I.      La materia e la vita entro la forma non servono che a dare energia agli atomi della sostanza (movimento). Il potere dell’amore che l’anima sprigiona è assente.

2.     La forma creata è di materia mentale, astrale e fisica. Manca il contributo dell’anima. Lo scopo che persegue è in accordo col proprio sviluppo, ma non con l’espressione dell’anima.

3.     Il progresso della materia, non quello dell’anima, è la via dello “Spirito Santo” non quella del Figlio di Dio.

4.     Tutte le forme create, in qualsiasi stadio, o si limitano al sentiero della mano sinistra o lo traversano e lo superano, per seguire quello della mano destra. Le forme, sia del sentiero di sinistra che di destra, sono simili fino ad un certo punto; pas­sano per le stesse fasi e ad un dato tempo del loro decorso appaiono uguali ed uniformi. La distinzione si fa evidente solo quando se ne scorge il proposito; ecco perchè occorre disciplinare il movente per prepararsi alla vera opera occulta.

 

Prima ancora di porre mano alla rimozione degli ostacoli è indispensabile aver realizzato certe verità che si possono così elencare:

 

·  Ulteriori rivelazioni sono possibili solo quando si compie il proprio dovere immediato.

·  Con grande cura sono da coltivare l’impersonalità e la disposi­zione a sottoporsi con gioia a qualsiasi inconveniente, dolore o agonia temporanei, gli occhi rivolti alla gloria futura che disperderà le nubi di quell’ora fugace.

·  Il metodo per comprendere è la sintesi, e quando si fondono assieme gli opposti si scopre la via di mezzo, che conduce diritto nel cuore della cittadella.

 

 

 Chi sì prepara quale occultista, a ragion veduta deve conoscere il costo. La ricompensa finale è grande, ma la via è aspra e la si percorre da soli:

 

·         Resistere alla solitudine.

·         Assumere le responsabilità.

·         Non contare sull’aiuto altrui.

·         Affrontare il male per il bene, sono distintivi di chi appartiene alla Fratellanza bianca.

 

            Preparatevi dunque alla solitudine, a pericoli insidiosi, senza speranza di ricompense personali. Il premio si riceve solo quando la coscienza si dilata, e si trova il proprio posto nel cosmo, ma non abbiate paura, poiché la personalità è temporanea e che importa se soffre? Un’opera compiuta per la Fratellanza universale, una leg­ge spiegata e dimostrata nella vita quotidiana faranno dire al Maestro, alla fine, quando tutto è compiuto, “ben fatto”! Guardate avanti. Non volgetevi né a dritta né a manca. Il sentiero sale a vibrazioni sensibilità più elevate. Cercate un punto di equilibrio e mantenetelo, poiché il futuro ha in serbo molto lavoro, molta pressione, molta sofferenza.

 

            Nella vita del discepolo gli impulsi periodici sono più frequenti, rapidi e potenti che per l’uomo ordinario. Si alternano con velocità sconcertante. La vetta e la valle del mistico descrivono appunto queste oscillazioni. Talvolta il discepolo marcia nella luce del sole, altre volte nel buio; talvolta sperimenta la gioia della comunione perfetta, talora tutto gli appare opaco e sterile; in certe occasioni il servizio gli pare fertile e soddisfacente, e crede di prestare aiuto efficace; inoltre gli sembra di non avere nulla da offrire, e che i suoi sforzi siano aridi e infruttuosi. Certi giorni tutto gli è chiaro, come se contemplasse da una vetta un paesaggio assolato, tutto è luminoso ai suoi occhi. Sa e sente di essere un Figlio di Dio, ma poi appaiono nuvole e non è più sicuro di nulla, come senza conoscenza; torna poi nella luce del sole, quasi sopraffatto dal fulgore e dal calore di quei raggi e si domanda quanto dureranno quelle oscillazioni, quel violento alternarsi di esperienze opposte; ma quando vede che sono effetti prodotti dagli impulsi ritmici della meditazione egoica ne comprende il senso, e si accorge che è la forma che reagisce in modo disuguale all’energia. Impara allora che quando sapesse identificarsi con l’anima e sapesse salire a volontà a quelle “altezze”, le fluttuazioni della forma non la toccherebbero più. Trova il sentiero, stretto come filo di rasoio, che lo conduce dalla vita fisica al reame dell’anima, e si accorge che se lo percorre con costanza esce dal mutevole mondo dei sensi nella luce chiara del giorno e della realtà.

 

Non c’è miraggio né illusione che possano trattenere a lungo chi si è imposto di percorrere il sentiero attraverso deserti, foreste, acque cupe di dolore e di angosce, valli di sacrificio; alla fine salirà sul monte della visione, fino alla porta della liberazione. Camminerà a volte nell’oscurità e l’illusione delle tenebre avrà tutta la parvenza della realtà; talora in luce così fulgida e abbacinante che a stento potrà vedere la via; proverà cosa sia vacillare sul Sentiero, o cadere sotto il peso del servizio e della lotta; vagherà forse per gl’infidi sentieri dell’ambizione, dell’interesse personale e delle seduzioni materiali, ma per breve tempo. Nessuna forza in cielo, in terra o altrove, può bloccare l’uomo che si sia destato dall’illusione, che abbia intravisto la realtà oltre il mondo astrale, che abbia udito, fosse una volta sola, l’appello squillante dell’Anima.

 

 

 

 

 

 

 

 

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