ASHRAM
Carlo Setzu
Terza parte di tre
L’entrata nell’Ashram comporta la partecipazione alle attività “intenzionali”, in modo che possa favorire il proposito del gruppo, aumentarne la forza ed eliminare gli ostacoli affinché i piani del Maestro si realizzino.
Il discepolo nell’Ashram è sottoposto all’accresciuta forza dell’anima, all’intenzione impulsiva egoica e all’irraggiamento del gruppo, che sostituisce il suo potere magnetico di attrazione con uno stimolante potere irradiante, producendo in lui grandi cambiamenti ed effetti di eliminazione e sostituzione: la personalità si indebolisce allentando la presa sull’anima, l’anima comincia realmente a dominare, il desiderio d’incarnarsi diminuisce e poi scompare, la Volontà della Monade comincia a percepirsi fondendo Volontà, Amore e Intelligenza dei discepoli, che realizzano il Proposito attraverso l’Ashram. L’aspetto Padre, dopo la terza iniziazione, “si presenta alla vista” come dice il Maestro, infine si conosce che il Tutto inevitabilmente ha maggiore importanza vitale della parte; questa muore in bellezza con gioia, come spirito in azione o compimento di tutto il bene.
L’obbedienza occulta sposta il discepolo dall’ashram verso il centro, offrendo un più vasto campo di servizio, una maggiore influenza spirituale ed una comprensione che porta ad afferrare le cose essenziali e vedere la vita in una prospettiva più vera.
È necessario occuparsi meno di se stessi e concentrarsi sulla realtà dell’ashram, quale centro di vita, centro d’amore (espresso saggiamente) centro d’intelligenza perfezionata, centro di energia vivente. È necessario altresì il rapporto con gli affari mondiali (precipua responsabilità dei suoi membri) l’esteriorizzazione finale e come raggiungerla, le qualità della sua vita e il servizio.
Il Maestro fa capire che ciascuna delle vite che abbiamo avvicinato, soccorse ed incoraggiate potrebbero essere il nucleo di un gruppo in una esperienza di vita futura. Infatti la tecnica del magnetismo spirituale e dell’amore puro e impersonale, è la chiave per la manifestazione di tutti gli ashram.
Chi è ancora preda degli appetiti fisici, è ovvio che non può essere accettato nella cerchia di un Ashram; per esserlo ci vuole un certo grado di visione della mèta; è in seno all’Ashram che si conosce la natura della Rivelazione.
La méta è la coscienza dell’inclusività universale, è viverne l’unità e insegnare all’umanità questi elementi fondamentali rivelando il concetto di Identità Una. In altre parole, il discepolo che rappresenta l’Ashram, deve rivelare al genere umano l’Unità essenziale, base di tutto il creato.
Una prova preliminare è il riconoscimento, sul piano fisico da parte del discepolo, del gruppo exoterico, con il quale condivide un legame soggettivo e che porta alla solidarietà di gruppo, affinché tutti, a tempo debito, prendano l’iniziazione. Inoltre egli deve scoprire il gruppo di aspiranti al quale affiliarsi per percorrere insieme il sentiero dell’iniziazione. Ciò però, a causa dei differenti raggi delle personalità, porterà prove e difficoltà che l’iniziando supererà con la decentralizzazione, permettendo così l’iniziazione di gruppo. Egli, coi suoi confratelli, deve arricchire l’Ashram e presentarsi a mani vuote al cospetto dell’Iniziatore.
I rapporti soggettivi da riconoscere sono con coloro che devono essere serviti. Inoltre deve riconoscere la consapevolezza di gruppo, la qualità gerarchica, l’attrazione magnetica dell’Ashram, la presenza dell’Entità cristica (la Sua nascita nel cuore), gli iniziati e i discepoli accettati (che scoprono gli aspiranti da istruire), il Maestro che lo istruisce, il Maestro di raggio ed infine il Logos planetario.
Si riconosce l’Ashram dall’influenza del suo raggio e del “soffio della Volontà prevalente”.
La Gerarchia, composta da molti Ashram e coordinata dal Cristo, con l’aiuto del Manu e del Mahachohan, crea una “area invocativa” verso il Logos.
I sette e i quarantanove Ashram secondari, alcuni dei quali in formazione e tenuti insieme dall’interazione magnetica, sono una Unità protetta da un anello invalicabile creato dalla radiazione.
I Maestri del Grande Ashram possono formulare il Piano perché Esso possiede la vita energizzante, l’illuminazione proveniente da Shamballa e l’energia dell’attività intelligente dell’umanità.
”L’Ashram è composto da discepoli e iniziati a vari stadi di sviluppo iniziatico, che sono giunti insieme al loro punto di coscienza ashramica e che procederanno insieme fino a quando arriveranno a quella liberazione completa che giunge quando il Piano fisico cosmico (i nostri sette piani o principi) cade sotto la soglia della coscienza o della consapevolezza sensibile, e non è più per l’iniziato di alcun interesse”. (D.N.E., Vol.2°, pg.342, v.o.)
I componenti dell’Ashram appartengono a tutti i gradi e lavorano insieme ma in ranghi differenziati, all’interno dei quali c’è un rapporto telepatico stabilito e codificato che aiuta la conservazione del silenzio occulto e difende i segreti e le conoscenze di quel rango rispetto agli altri.
I discepoli ammessi nell’Ashram hanno in parte già costruito dai livelli mentali l’antahkarana di gruppo, attraverso il quale lavora il Maestro in attività reciproca col discepolo, perché la mente di quest’ultimo è sintonizzata con l’Ashram e con la sua qualità di raggio, divenendo tutt’una con quella del Maestro al Centro dell’Ashram, che riguarda esclusivamente il servizio al Piano, i problemi del lavoro acquariano di gruppo e i rapporti all’interno dell’Ashram che non sono gli stessi che si presentano al discepolo che serve nei tre mondi.
Un componente dell’Ashram diviene sempre più inconsapevole delle attività e delle reazioni della personalità perché caduti sotto la soglia della coscienza. I sette stati fisici della materia, i sette stati emozionali e i quattro stati di materia della mente concreta dei Signori lunari, sono considerati “morti” e si riferiscono al distacco dell’anima dalla personalità, alla rottura di tutti i legami e la fine di tutti i contatti che ora sono considerati di ostacolo alla liberazione. Ma ciò che ora ci interessa sono i mutamenti nella civiltà, nella natura dell’uomo e nell’espressione di gruppo in tutte le attività religiose, sociali, politiche, ecc., in modo che l’umanità sia vicina alla Gerarchia. È questo lavoro che permetterà a moltissimi discepoli di essere ammessi nel Grande Ashram.
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