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ASHARAM

Carlo Setzu

Seconda parte di tre

 

Il Maestro

 

       Il Maestro, prima di accettare qualcuno nell’Ashram, prende in considerazione lo sviluppo dell’udito interiore, l’umiltà di cuore, l’accettazione volontaria dei suggerimenti e istruzioni senza pretendere dei risultati o fenomeni. Il discepolo deve inoltre subordinare le proprie idee di sviluppo personale alle esigenze del gruppo, perché è importante soltanto ciò che promuove e arricchisce la coscienza di gruppo.

 

       Non dimentichiamo che il Maestro ci osserva soggettivamente come gruppo e di esso osserva lo splendore totale, il ritmo, il colore e il tono unitario. L’Ashram si compone di contemplativi, attivi e uniti, che in meditazione imparano a vivere come anime nel proprio mondo annotandone le impressioni.

 

            Il Maestro studia un gruppo considerando le varie linee di forza che collegano i componenti fra di loro, a Lui stesso e all’Ashram interiore; guarda la costanza, lo splendere della luce, l’emanazione, la radianza e l’aspetto magnetico; osserva la sensibilità verso le opportunità di servire, l’abilità dell’anima di controllare e governare la personalità. In caso contrario si alzano le barriere tra il discepolo e la vita dell’Ashram. È la vita dell’anima che stimola i centri superiori all’attività di amore-saggezza.

 

       Un Ashram è in realtà una forma pensiero spirituale dinamica, vitalizzata dal Maestro dell’Ashram e dagli iniziati e discepoli ad esso associati.

 

       L’affiliazione all’Ashram è un rapporto soggettivo dove si apprendono le lezioni che, subito o in seguito, si riveleranno molto utili. Il Maestro però s'interessa solo del discepolo accettato ed ammesso liberamente nell’intimità Ashramica.

 

       Il discepolo deve considerare l’Ashram come un cerchio di protezione, e un luogo di assoluta sicurezza, dove nulla può toccarlo o danneggiarlo. Questo è il distintivo di chi vive in un Ashram. Egli si deve rendere conto e divenire consapevole del posto che occupa in realtà e non come un sogno o una finzione dell’immaginazione.

 

       Quasi sempre il Maestro suggerisce di evitare di concentrarsi su di Lui e sull’Ashram, alcune volte però, e specificatamente a qualche discepolo particolarmente umile, consiglia di fare dell’Ashram e di se stesso una realtà della vita; in questo caso però Egli sa che il discepolo non eserciterà mai sull’Ashram alcuna indebita pressione, perchè le relazioni ashramiche necessitano della calma, della pace, della tranquillità mentale e della fiducia interiore che ne caratterizzano la frequenza vibratoria; così è possibile compiere sforzi sereni, fiduciosi e regolari da parte di discepoli e iniziati che conoscono il proprio compito nell’ambito del Lavoro Unico, sforzandosi di percepire il quadro come lo vede il Maestro.

 

       L’Ashram della Gerarchia, in collegamento con Shamballa, è formato da molti ashram alcuni dei quali lavorano sotto la direzione di un Maestro, mentre altri sono ancora allo stato embrionale, raggruppati da Adepti della quarta iniziazione. Questo grande organismo gradualmente esteriorizza la sua vita interiore annullando ogni ostacolo sia tenti di impedirne sia l’esteriorizzazione che il progresso del mondo.

 

       Quest'esteriorizzazione avviene mediante i gruppi composti da molti iniziati delle prime due iniziazioni che hanno il compito di insegnare all’umanità la realtà del mondo soggettivo, realtà essenziale che sottostà a tutti i fenomeni e ad una certa conoscenza del Proposito di Shamballa e della Volontà del Signore del Mondo. Ciò è già constatabile a livello umano dalla comprensione del concetto di fratellanza, partecipazione, internazionalismo e Unità, che non è altro che l’inizio della realizzazione del Piano Divino.

 

           Dobbiamo considerare tutti gli Ashram in contatto intimo con Shamballa; questo insieme risponde al Suo Proposito e all’impressione della Volontà che infonde energia vitalizzando gli iniziati, i discepoli e gli esseri umani attraverso i discepoli accettati e consacrati al servizio.

           Una cosa importante da comprendere è che non sempre il Maestro dell'Ashram e quello del proprio raggi coincidono, per vari motivi: per karma, per essere addestrati ad un compito particolare o perché il proprio Maestro è stato trasferito in un altro Ashram e non sempre l'allievo lo segue ecc.

       Affinché il discepolo si prepari a formare in futuro il proprio ashram deve riunire intorno a sé anime valide per questo scopo, ma per poterlo fare deve prima diventare magnetico e radiante e collegare coscientemente il cuore e la testa o amore e intelligenza. Questo non solo attira esotericamente i fratelli ma anche l'attenzione del Maestro e del gruppo soggettivo, infatti è all'aura sostenitrice di quest'ultimo che ci si deve sottomettere, lasciando in pace il Maestro, se non in particolare periodi specifici. Per vivere permanentemente nell'ashram bisogna averne acquistato il diritto lavorando in silenzio nell'oscurità e nei disagi del mondo; solo così è possibile attingervi la forza per usarla nel servizio.

            Per raggiungere il Santuario del Maestro bisogna che il discepolo avanzato riconosca gli aspiranti al discepolato; quando lo ha raggiunto accade una cosa strana, egli scopre d'aver perso ogni desiderio di contattare il Maestro se non per motivi di servizio o per richiesta specifica da parte Sua.

 

Il Il distacco o astrazione

            Il distacco o processo di astrazione è essenziale quando un discepolo entra nella periferia di un Ashram; distacco dagli attaccamenti emotivi; distacco che deve essere ormai uno dei suoi processi risolti e stabiliti; distacco che astrae la propria mente da tutte le forme-pensiero imposte dal proprio ambiente, dalla tradizione e dal proprio gruppo sociale, specialmente prima  di padroneggiare la Scienza di costruire forme-pensiero e creare sotto la direzione dell’Ashram.

            L’astrazione sul piano fisico è necessaria prima di immergersi in una qualsiasi forma-pensiero ashramica: è necessario staccarsi da qualsiasi interesse per qualcosa considerato fino ad allora fondamentale. L’astrazione sul piano astrale dagli effetti di una o gruppi di persone. L’astrazione sul piano mentale da ogni collegamento con linee di pensiero: scuole di pensiero, forme-pensiero sociali, politiche, religiose ed a condizionamenti mentali prodotti dalle circostanze.

     

Il discepolo accettato

 

       Nell’Ashram di un Maestro non ci sono discepoli in prova; nessuno che non sia un discepolo accettato vi è ammesso. Infatti, la prima regola che viene data al discepolo accettato quando viene ammesso nell’Ashram è la seguente: “nessuno che sia inferiore al rango di discepolo accettato e dedicato, vi è ammesso”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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