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CONFERENZA DELLA SCUOLA ARCANA. GINEVRA 2011.
Gruppo Internazionale segretari.

Carlo Setzu

“Che la volontà d’amare infiammi il mondo intero con lo spirito di relazione”.

            I discepoli sono quelli che hanno applicato con successo gli insegnamenti nel loro auto – iniziato servizio all’umanità, dimostrando così sia la qualità dell’amore sia quella dell’attività intelligente, e quelli che sono pronti a lavorare più coscientemente con l’energia della Volontà e della Sintesi

            Ci sono tre forme d’insegnamento: 

  1. L’insegnamento di Terzo Aspetto è di quelli che sono capaci di mettersi in relazione direttamente, orizzontalmente, perché hanno avuto esperienza recente delle sfide alle quali è sottoposta ora e sono capaci di dare aiuto pratico diretto. Ciò si riassume nella parola “intelligenza” e corrisponde alla personalità.
  2. L’insegnamento dei Secondo Aspetto è illustrato nel concetto del Bodhisattva – un Essere liberato che sceglie di limitarsi per il beneficio delle vite minori non liberate. Questa è una relazione più verticale, che ha luogo prevalentemente nella coscienza e può non assumere la forma esterna di una personalità. Tuttavia è una relazione “personale” perché l'aiutare le vite minori, è la focalizzazione e motivazione “primaria” della coscienza che si sacrifica. È il principio cristico, riassunto dalla parola “amore” e corrisponde all’anima.
  3. L’insegnamento di Primo Aspetto ha poco o nulla a che fare con la relazione e per questa ragione conduce fuori dal regno della coscienza entro la “Vita” stessa. Non c’è in esso alcun effetto intenzionale di una coscienza su un’altra (o su altre). Il proposito non è “relazionale”, e perciò l’insegnamento avviene come sottoprodotto, dell’interazione piuttosto che come risultato perseguito. L’”insegnante” focalizza tutta la sua attenzione su un principio, e l’unico modo che hanno gli altri per mettersi in rapporto con lui e cominciare a mettersi in rapporto con quel principio anche loro. Questo tuttavia non è realmente un rapporto ma un’”identificazione”, la partecipazione alla vita di un principio. Questo tipo d’insegnamento è “avatarico”, è riassunto nella parola “proposito” e corrisponde alla Monade.

Tuttavia il discepolo può combinare tutte e tre le forme, ed è avatarico nel senso che si sforza d’incorporare quello che non è ora presente dentro i tre mondi.  

“Il fuoco dello spirito è il fuoco essenziale del primo Signore, della Volontà, più il fuoco del secondo Logos, dell’amore”. “Queste due entità cosmiche si uniscono, si fondono e si manifestano come Anima, utilizzando a scopo di manifestazione l’aiuto del terzo Logos”. “I tre fuochi si uniscono e si fondono, in questa quarta ronda e su questo quarto globo  del nostro schema planetario, i fuochi del terzo Logos, della materia intelligente, si fondono in parte con i fuochi della mente cosmica, apparendo come volontà o potere, e animando il pensatore su tutti i piani”. “L’oggetto della loro cooperazione è la perfetta manifestazione de Signore Cosmico dell’Amore”. Trattato del Fuoco Cosmico.

       Il coraggio richiesto al discepolo però è quello dell’anima, e non quello della personalità. Il coraggio dell’anima di resistere e di non abbandonare il campo di battaglia, mantenere la presenza, e indipendentemente dalle circostanze esteriori rifiutarsi di distogliere la coscienza dalla sua identificazione col principio Vita che trae la sua forza dalla Monade, che arriva in obbedienza a una legge spirituale quando è stato raggiunto un determinato punto di tensione. 

      Allora cosa deve fare il discepolo? Per prima cosa, avendo coscienza di gruppo, deve lavorare con il grande gruppo dei servitori del mondo. Secondo, in profonda meditazione con il gruppo deve creare una grande forma pensiero  che infiammi l’umanità. Terzo, deve aprire un canale per l’afflusso d’energie superiori per la sacralizzazione dei regni di natura. 

            Il fuoco dell’amore ha la facoltà d’irradiare, per cui si possono superare tutti gli ostacoli, e l’entusiasmo come l’amore, accende il fuoco dello spirito e riunisce tutti quelli che utilizzano il fuoco interiore. Il discepolo deve sentire, in tutta la sua potenza, il fuoco dell’amore per il maestro, se vuole aiutarLo nelle sue opere. Deve difendere l’alleanza e per custodirla serbare le parole del Maestro come perle.  

            Il fuoco è semplicità, orienta nella giusta direzione e raffina i centri. I vasi più belli sono modellati dal fuoco e quando si fondono le figure più belle, lo stampo vecchio è distrutto e così le nuove immagini sono superiori a quelle della vecchia forma. L’umanità dovrebbe accendere con semplicità i fuochi dell’impegno e del conseguimento. 

            Il vero discepolo non ha esitazioni, ma rimane sicuro, sapendo che non c’è fine e col suo impegno tenace muove gli eventi e può dire: “Maestro, voglio bere fino in fondo il calice del lavoro”, perché spetta a Lui “stimolare il gruppo affinché il servizio sia efficiente ai livelli spirituali, dove il fuoco della volontà d’amare li animi e governi”. 

            Il fuoco dello spirito è il più prezioso in mezzo a tutte le manifestazioni e il suo germe può essere rafforzato anche dagli errori, perché esso li brucia e illumina le tenebre. È la cosa più preziosa agli occhi della gerarchia

            Il coraggio, la volontà e se stessi deve essere indirizzato verso lo spirito-fuoco con cautela e rispetto, sapendo che esso è imponderabile; il discepolo però è un guerriero, “accusatore di Re”, costruttore e conquistatore di folle, perciò è accorto con chi lo avvicina, ma sa anche che l’attrazione moltiplica le forze.  

            È indispensabile imparare a costruire forme-pensiero con delle qualità elevate affinché sia senza duplicità. Il pensiero è potente solo se è interamente monolitico, caso contrario emette dissonanza nello spazio; è necessario dedicare tempo e padroneggiare il pensiero sapendo che la sua sostanza è una sola e divenga puro come un diamante.  

            L’aspetto amore si sviluppa sotto la Legge di Attrazione  man mano che l’anima fa risuonare la sua nota chiave dentro l’Ashram e sui piani soggettivi, Questa nota magnetica attrae le altre anime – personalità che è capace d’aiutare il progetto sia sui piani interni sia su quelli esterni. L’aspetto volontà dell’anima si sviluppa sotto la Legge di Si ntesi quando l’anima è capace d’agganciarsi direttamente alla volontà del Maestro quale conseguenza dell’aver raggiunto l’allineamento col proposito. 

            Quello che ci riguarda particolarmente è la sopravivenza della forma-pensiero creata dal gruppo: questa pervade e controlla in larga misura il pianeta nella sua manifestazione esteriore. 

            La motivazione deve sorgere dall’amore, ossia dal riconoscimento del profondo collegamento fra esseri umani, questo dà gioia che viene dalla partecipazione cosciente a un senso allargato del sé. Essi sono motivati dai benefici per gli altri che emerge dal loro sacrificio, e in un senso superiore questo si sviluppa in un vero servizio: “Lo spontaneo effondersi di un cuore amorevole”. 

            Il segreto del sacrificio è che esso non conduce allo sviluppo del sé tramite la crescita di qualche qualità come la compassione, la saggezza o il coraggio, ma all’annullamento del sé, che esso sia il sé personale o sia il Sé transpersonale. Il sacrificio stesso è la motivazione, e se ne ha esperienza come di un “guadagno” e non di una “perdita” e non hanno bisogno di alcun riconoscimento o beneficio. Ovviamente il beneficio è inevitabile. Essi sperimentano quella “beatitudine” che è la gioia nascosta nel cuore del sacrificio, e un sapore di libertà spirituale dall’illusione del sé minore. 

            Molti individui e gruppi che si trovano a servire il tutto planetario, scopriranno elementi di karma nel loro servizio, accettandolo e assumendosene la responsabilità, lasciano liberi altri gruppi di servire a modo loro e di cominciare a intravedere il processo in corso nell’intero pianeta. Questi gruppi possono essere meno visibili nel mondo, ma si costaterà che saranno stati fonti d’ispirazione per molte delle attività di gruppi esterni. La loro nota chiave è la gioia e l’energia con cui operano, è quella dell’assoluta positività basata sull’aver compreso l’invincibilità dello spirito umano e l’inevitabilità della realizzazione del progresso planetario. 

            Noi siamo piccoli giocatori in un vasto gioco cosmico, ma siamo nondimeno giocatori essenziali che procedono per amore dell’umanità. Il mondo ha bisogno di noi? Sì, di ognuno. Esso è in mani sicure e noi siamo parte di quelle mani. Lo spirito umano non mancherà l’obiettivo perché l’intero cosmo è dietro di lui. 

            “Grande servizio” vuol dire grande sollecitudine. Non ci sono né giorno né ora che un uomo non abbia occupazione, possa cioè fare a meno di pensare. Fra i privilegi dei Bodhisattva la “gemma della corona” è appunto la cura sollecita per tutto ciò che esiste. È tale atteggiamento che accende il Fuoco e i pensieri più premurosi fanno sprizzare faville luminose dal cuore. Questa è l’attitudine che un Segretario deve dimostrare verso i suoi studenti. 

            Dare è il principio fondamentale della divinità ignea o dello Spirito. Dare è un dovere gioioso, a ciò bisogna tendere, con ogni forza, poiché allora si agisce come il principio del fuoco e paradossalmente dare significa ricevere; quando si accettano i doni divini, in tale scambio, molto rapidamente l’energia fluisce. È un costante rigenerarsi della coscienza. Questi scambi incessanti annullano le distinzioni ed elevano il livello generale. 

            Nelle lettere che noi segretari inviamo agli studenti, bisogna considerare che l’evoluzione sia indipendente e volontaria, il progresso cosciente non si manifesta solo per l’azione degli elementi basilari del karma, ma è anche innescato dal Mondo del Fuoco. È impossibile costringere l’uomo a evolvere spiritualmente; non si può forzare al bene un cuore in letargo. Si può additare la via, si possono posare pietre miliari, ma infrangere la coscienza è come tagliare le radici dell’albero futuro. Milioni di anni possono sembrare molti, ma in verità anni e secoli non esistono; perciò è di grande valore la psicologia del Mondo sottile, dove le ore non contano, ma solo i risultati. L’insegnamento dà la giusta direzione e accende i fuochi lungo tutta la via faticosa: seguendo quei fari si può procedere. 

            Quando trasmettiamo un pensiero (verso i nostri studenti) la difficoltà è di chi lo riceve, ma se l’emanazione si compie con la tensione del cuore e della volontà, arriverà sicuramente a destinazione.  Bisogna però sapere che chi riceve è di norma in una posizione diversa: può essere mentalmente sovraccarico, non solo, ma anche assente, in coscienza e nel pensiero. Infine, le correnti più inattese possono intersecare lo spazio, deformando una parte dell’emissione. Per evitare, almeno parzialmente, tutto questo, noi dobbiamo essere vigili e desti. Se la coscienza si abitua a questa condizione, con il fervido impegno a servire la Gerarchia, con la quale stabilire un contatto, il ricevitore rimane aperto e pronto. 

            La Volontà di Amare è amore in azione, il bene è il principio più attivo, più vitale, più inesauribile, ed è invincibile. Il bene attivo deve saper dedicare tutto il proprio tempo a glorificarlo con il fuoco del cuore. Ogni singolo atto di bene è una conquista eterna. Quando le scorie del male saranno da lungo tempo disintegrate, i luoghi del bene fioriranno conquistati dalla buona volontà.

 

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