Il vero Amore Carlo Setzu
L’amore ha tanti doni per noi, ma i più importanti sono: l'innocuità, la semplicità, la serenità, la compassione e la saggezza.
1. L'innocuità è il contributo più benefico che possiamo dare alla vita. Essa è basata sulla comprensione e sull'amore intelligente, sul retto pensiero espresso con retta parola che si manifesta mediante l'azione retta, scaturisce da un cuore sintonizzato con i cuori degli altri e vede non solo la parte ma anche il tutto, vede l'UNO.
2. La semplicità è una qualità da conseguire mediante la percezione della mente congiunta al discernimento del cuore che intuitivamente riconosce il vero dal falso. Occorre fare spazio in noi alle cose meritevoli ed elevarci verso i principi semplici e grandi che sono duraturi.
3. La serenità si manifesta in questo mondo, ma deve essere acquisita a un livello superiore, perché per esprimerla, dobbiamo conoscere qualcosa del Regno dell'anima. La serenità genera in noi luce che deve essere irradiata nel mondo in cui viviamo.
4. La compassione è l’antitesi della passione che è avida ed egoista, insieme alla tenerezza, antitesi dell'egoismo, sempre rigido e chiuso in sé e l'imparzialità, antitesi della bramosia e del desiderio. La compassione ci solleva dai desideri egoistici, ci fa partecipi della sofferenza altrui, armonizza la nostra vibrazione alle necessità del prossimo e si condivide allora ciò che alberga nei loro cuori: essa esprime la compassione amorevole, allora le nostre attività non sono più egocentriche ma volte all'esterno e ispirate dal vivo desiderio di servire e aiutare. Questo sentimento è talvolta chiamata misericordia e contrassegna tutti quelli che soccorrono l'umanità. Ciò implica aiuto positivo, intento altruistico, saggio discernimento ed attività amorevole.
5. La saggezza e l'amore sono frequentemente appaiati quali facce di un’unica realtà. L'energia dell'anima sgorga dal cuore, quella della saggezza s’irradia dalla mente, entrambe attuano il perfetto equilibrio della compassione e della ragione pura, l’intuizione.
L’uomo quando aiuta qualcuno deve cercare di isolarsi nelle varie circostanze della vita (per un proposito altruistico) da un contatto troppo stretto con quelli che soffrono. Aiutarli amandoli, ma non identificandosi con loro. Parlo di un isolamento emotivo e non di un rifiuto a incontrare o ad aver contatto con l’umanità sofferente sul piano fisico, ma un atteggiamento assunto e mantenuto dall’anima e dalla mente nei confronti del corpo astrale, atteggiamento che consente di esprimere quella divina indifferenza verso il sentimento e la sofferenza personale, quale risultato di quella compassione che caratterizza i salvatori dell’umanità.
Dove esiste l’amore non c’è alcun pericolo di asprezza, crudeltà, incomprensione e scappatoie di fronte ai fatti. Non c’è amore quando gli ideali ai quali normalmente sono aggrappati, alimentano l’orgoglio, conducono all’ostinazione e generano una superiorità separativa; essi producono atteggiamenti poco pratici e attività negative; quindi, chi possiede questo tipo d’ideale, spesso serve solamente in un campo limitato, condizionato dal suo lavoro scelto e colorato dal proprio idealismo. Esclude il tutto, pensa in termini di parte. L’accento posto sui propri ideali impedisce la comprensione ed egli è talmente preoccupato di difenderli e sostenerli (spesso anche con se stesso) e tanto condizionato da essi che i più importanti problemi umani sfuggono alla sua attenzione. Col passare del tempo avviene una “cristallizzazione”. Una barriera di cristallo si crea tra la personalità e l’anima; essa è visibile, ma la sua influenza è isolata. Solo una cosa impedirà che questo avvenga: l’uso della comprensione amorevole verso il prossimo, cercando il maggior bene per il maggior numero di persone in modo che divenga il tema centrale della vita e tutto l’uomo vi si subordina.
Non occorre dire sempre cose cortesi o piacevoli, ma bisogna dire le cose spiacevoli con amore inalterabile. Amore non significa confortare superficialmente l’oggetto dell’amore, essa è saggezza lungimirante che cerca di mantenere vive nell’oggetto amato quelle sottigliezze che garantiranno un sicuro progresso. L’amore quindi vigila, stimola e protegge. Non è una questione personale, è una protezione positiva e non conduce a un atteggiamento negativo di sentirsi amato da chi riceve amore e protezione.
La mente separa, l’amore attrae. La mente erige barriere, l’amore le travolge. La mente con una vibrazione forte e potente respinge e allontana, l’amore invece trae a sé, raccoglie e fonde parti separate in un tutto compatto e omogeneo. La mente repelle con la calura intensa e brucia e secca ciò che si approssima, l’amore lenisce e risana perché il suo calore è simile a quello di ciò che tocca e unisce la sua fiamma a quella delle altre vite che evolvono.
L’amore non è sentimento, né emozione, né desiderio o movente egoistico di retta condotta quotidiana. L’amore è la forza che guida i mondi e li conduce all’integrazione, all’unità e all’inclusività costringendo la Divinità stessa all’azione. E’ difficile da coltivare, da applicare alle condizioni di vita e per esprimerlo occorre dare il massimo delle proprie capacità e ripudiare le attività egoiste personali.
I membri di un gruppo devono amarsi reciprocamente con intelligenza e forza costante originando così luce e potere che un giorno faranno prezioso quel gruppo nel mondo. L’amore, la comprensione e l’atteggiamento inclusivo e magnetico - esente da critiche nel lavoro in comune - mantiene l’integrità del gruppo, ne alimenta il ritmo e non permette che avvenimenti secondari o atteggiamenti personali ne turbino l’azione.
Quando manca l’amore è perché l’uomo si vede isolato e non identificato col prossimo, che lo irrita; critica i fratelli perché si sente superiore o li osserva e pensa: “qui hanno torto e io ho ragione; qui non comprendono ed io si; io li conosco ma loro non mi conoscono; devo avere pazienza con loro” ecc… Questo atteggiamento è un ostacolo all’amore creato dalle abitudini del pensiero. E’ una forma di egocentrismo. La vera via dell’amore sta nel riflettere e meditare profondamente e sempre sul significato, sull’intento, sull’origine, sulle qualità, mete, obiettivi dell’amore, espressi dall’anima. Quando l’uomo s’identifica con se stesso ed è focalizzato nella personalità, non c’è vero amore. L’amore non è mai mosso dalla natura inferiore.
In seno al gruppo l’azione perseguita in comune, deve manifestarsi amando tutti gli esseri e comprendendone il significato. La potenza dell’amore, fra individuo e gruppo, aumenta vigilando con cura i pensieri reciproci, sopprimendo i sospetti, le critiche e sostenendosi a vicenda. L’uomo deve elevare nella luce i propri compagni e vedere tutto il gruppo come un’unità, tenuto insieme dall’amore, dalla comprensione reciproca, dalla visione collettiva e dal servizio prestato in comune.
E’ naturale che il primo amore sia della personalità, seguito poi dall’amore dell’anima e più avanti ancora dall’amore dello Spirito, alcuni di noi conoscono l’amore dell’anima perché riscontrabile nella manifestazione della gioia costante qualsiasi cosa succeda. L’amore sul piano fisico è una forza che ha bisogno del corpo fisico per rivelarsi, è chiamato comunemente sesso e comprende tutto il piano fisico.
Un altro aspetto dell’amore si manifesta invece su un piano più elevato ed è fatto di sentimenti molto raffinati che assumono la forza della carità, della comprensione amorevole, della simpatia e della condivisione di se stessi e della vita in generale per il bene dell’altro.
Un altro tipo di amore è quel profondo legame che nasce “dall’amicizia” o accordo armonico da costruire insieme. È un’energia che circola prevalentemente sul piano mentale: “Una persona da amare di là dei vincoli di sangue e semplicemente perché si è formata un’affinità di carattere d’interessi e di conoscenze”. Abbiamo quindi: l’amore dell’anima, della personalità, mentale, emotivo e fisico.
La conoscenza dell’anima però non basta, occorre realizzare la coscienza tramite la conoscenza sperimentale applicata alla pratica della vita quotidiana, se vogliamo che scaturisca l’amore.
Questa pratica consiste nell’”accettazione”, nel rispetto degli altri e del loro punto di vista, nella comprensione amorevole, nella cooperazione, nella condivisione, nell’inclusività, nella gentilezza, nella simpatia, etc.
Amore significa affermare gli altri! L’amore è lasciare gli altri liberi di scegliere. L’amore ha come meta e scopo il bene e il meglio per l’organismo maggiore (la collettività) tramite l’identificazione, unione, inclusione, fusione e comprensione di tutti in una Vita Sola.
La saggezza è l’abilità di applicare l’amore in modo intelligente in un’azione. Il servizio è il modo scientifico di esprimere l’amore e la saggezza secondo le qualità dell’anima.
Sul tema del servizio e specificamente sull’educazione: chi educa e chi sono quelli che devono essere educati? E’ una domanda che serve su tutti i piani e in tutti i settori della vita sociale, dagli insegnanti agli allievi, dai genitori ai figli, dai governanti alle masse popolari, dai guru ai devoti, dagli istruttori agli allievi.
Educatore è chi, innanzitutto, si pone la domanda: chi sono io e perché voglio educare, guarire, aiutare, ecc. gli altri? Egli deve sapere su quale livello evolutivo si trova; sapere con precisione qual è il suo compito nella società e, infine, essere ben cosciente delle sue qualità e dei suoi limiti, in modo da sapere esattamente verso quale meta e fin dove può condurre i suoi allievi; deve accettare il doppio ruolo d’istruttore (dal punto di vista dell’anzianità) e allievo e non di padre o Maestro.
L’uomo è un essere che tende alla creatività. Il servizio può esprimersi con attività svolte in ogni campo dello scibile sociale; un lavoro può trasformarsi da coercizione a contributo per il funzionamento dell’organismo in cui tutti viviamo. È necessario però farlo con amore in modo da portare con sé unione, inclusività e saggezza, nel senso di avere piena consapevolezza delle esigenze altrui e l'abilità nell'azione adatta e soddisfacente.
Per svolgere un qualsiasi servizio occorre attuare una presa di coscienza fondamentale che riguarda la responsabilità. Ognuno di noi, in questa vita, ha le condizioni ottimali per apprendere e svolgere ciò che deve fare per amore del nostro prossimo: dare agli altri la certezza della nostra presenza, della nostra attenzione e della nostra consapevolezza; esserci ogniqualvolta le persone hanno bisogno di qualcosa, di ascoltare e condividere quello di cui necessitano.
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