LA SACRALITÁ DELLA PAROLA E DELLA COMUNICAZIONE
carlo setzu
Molte parole sono pronunciate senza scopo o fondate esclusivamente sulla personalità.
L'aspirante deve saper tacere o parlare con discriminazione, perché, dato il suo stadio di evoluzione, egli può rafforzare le sue parole in modo tale che resterebbe stupito se potesse vederle sul piano mentale. La forma pensiero che costruisce è vitalizzata fortemente sia dalla volontà sia dall'emozione e compie così la funzione per la quale è inviata dal suono o dalla parola.
Il parlare è in grandissima parte un modo di comunicare a livello fisico ma questa comunicazione può avvenire anche su livelli più sottili assumendo però un altro valore. La percezione intuitiva e la reciproca azione telepatica distingueranno i rapporti fra aspiranti e discepolo. Una delle cause più frequenti di difficoltà nel lavoro di gruppo e del conseguente arresto temporaneo dell'afflusso di forza da parte del Mestro, deriva dal cattivo uso della parola che produce una temporanea ostruzione del canale sul piano mentale.
Chi riesce a comprendere l'importanza della parola è sulla giusta via per raggiungere la meta dal momento che impara come parlare, che cosa si ottiene con la parola e che cosa succede quando parla.
Nella manifestazione sul piano fisico, siamo conosciuti e giudicati per le nostre parole, le nostre reticenze, per le cose che diciamo e per quelle che lasciamo inespresse. Pensiamo alle persone in termini di ciò che dicono perché le parole rivelano il tipo di materia mentale con cui lavorano e la qualità dell'energia o vita che vi infondono.
Mediante la parola il pensiero è evocato e diviene presente, viene tratto fuori dall'astrazione e dalla condizione nebulosa, quindi viene materializzato sul piano fisico producendo qualcosa di preciso sui livelli eterici Si produce la manifestazione fisica perché "le cose sono ciò che la parola le fa col nominarle".
La parola è letteralmente una grande forza magica Il mago, con la conoscenza delle forze e del potere del silenzio e della parola, può produrre degli effetti sul piano fisico; infatti, utilizzando questa conoscenza in forma di parola di potere, di mantram e di formule, mette in moto le energie nascoste della natura e chiama a lavoro i Deva realizzando il suo intento.
La parola dà la possibilità di entrare in contatto con le entità superiori; ma solo chi ha imparato a tacere ed è giunto alla conoscenza dei momenti opportuni per parlare, può attraversare questo "velo" e stabilire certi contatti esoterici.
Il silenzio esoterico include il completo acquietamento delle emozioni negative, dei desideri, e l'assoluta calma della mente, allo scopo di portare l'intera personalità nella magica "atmosfera" del silenzio interiore che potrà consentirci di udire, dapprima debolmente, poi sempre più chiara la voce dell'anima.
Più siamo responsivi ai principi dell'amore divino, più il silenzio interiore entra nel nostro automatismo come un abito di vita, facilitando l'accostamento al regno dello Spirito.
Il saper parlare è un pregio, ma il saper tacere è una grande virtù indice di disciplina ed obbedienza.
Le parole, all'interno di un gruppo di lavoro, devono seguire delle regole precise se vogliamo utilizzare il capitale intellettuale senza lasciare al caso i risultati del lavoro stesso.
Per un lavoro ordinato e produttivo è necessario istituire un coordinatore, un moderatore, che svolge vari compiti.
Il potenziale creativo di ognuno viene stimolato e attivato nel gruppo; il gruppo è fonte di creatività e produttività.
I complessi problemi del presente e del futuro non possono più essere esaminati separatamente, ma vanno sviscerati nel gruppo.
In un gruppo ben affiatato le idee non sono rivolte le une contro le altre, ma bensì verso la soluzione del problema e dello studio.
Per quanto strano sembri, vengono sviluppate meglio nuove idee, quanto più eterogeneo è il gruppo, cioè formato da persone con caratteri ed esperienze diversificate.
Blocchi mentali si sviluppano nei gruppi troppo specializzati, a causa di irrigidimenti di natura emotiva ed ideologica.
Il lavoro di gruppo è una situazione di insegnamento e di apprendimento allo stesso tempo, perché ogni membro del gruppo insegna e apprende contemporaneamente.
Infatti, ognuno possiede capacità, conoscenze ed esperienze uniche che è possibile trasmettere agli altri, senza instaurare la situazione negativa: insegnante / allievo. Ognuno viene a trovarsi alternativamente come insegnante e come allievo.
I pregi ed i difetti dei singoli vengono equilibrati nel gruppo; il senso di sicurezza offerto dal gruppo, dà al singolo la possibilità di sfruttare meglio il suo potenziale creativo generalmente poco utilizzato.
Il singolo può ampliare nel gruppo le sue conoscenze: può sviluppare pensieri nuovi e insoliti, infrangere le proprie barriere mentali, schiudendo orizzonti sconosciuti.
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