LA COMPASSIONE SECONDO LA DOTTRINA DEL CUORE
Carlo Setzu
Parte terza di quattro
Il cuore, quantunque sia l’organo più individuale, è collegato al cuore infinito e solenne del Supremo. Noi non dobbiamo mai violarlo con atti deteriori, ma usarlo per additare la via con infinita compassione amorevole. Un precetto del cuore è la pazienza che supera qualsiasi irritazione, neutralizzandola nel tempo. Essa non e indifferenza, ma una tensione cosciente che si oppone alle tenebre.
Il successo affiora quando le opere cominciano a suscitare imitazione cosciente o inconscia e qualcuno prende a fare le stesse cose, perché il fuoco invisibile pervade i cuori umani. Non si possono contare i viandanti riscaldati dal fuoco di un discepolo o di un iniziato. Gli occhi e le orecchie possono essere ingannati, ma nulla può illudere il cuore, se si ascolta e si vede con esso; nulla di impuro può toccarlo.
La fiducia crea il ritmo, evoca il successo e risveglia l’energia psichica; così il cuore risplende di luce e di vittoria. E’ molto importante vigilare sul cuore e carpirne la vita, affinché nei preliminari del sentiero non indurisca. Esso deve essere sempre pieno di gioia, per poter alimentare a dovere il corpo sottile. Persino un cuore incallito rimane scosso a un grido di soccorso, anche se non tenderà la mano.
La dimora dell’armonia sta nel cuore; chi semina discordia nuoce a se stesso e infetta lo spazio, l’antidoto è l’unità e l’armonia creativa. Per la discesa della luce il cuore è il punto focale, elevandosi nella gioia si manifesta un cuore giovanile. Il cuore contiene tutto ciò che è amato e prezioso; l’idea di fratellanza vi è impressa e vibrerà di gioia e di anelito in tutte le vite. Il contatto continuo con l’amato, tramite il filo della vita, dà gioia perché gli appelli del cuore sono raggi luminosi, e segnalano l’approccio alla fratellanza. Attenti alla confusione del cuore, perché ciò che oggi è convincente può deformarsi domani. I mezzi per discriminare tra la fratellanza bianca e quella nera sta nel cuore, essi sono l’infallibile energia primaria che protegge da cattivi incontri con l’armatura di luce.
La tenerezza del cuore non deve annullare l’austerità, e questa non deve interferire quando il cuore ci segnala di soccorrere il prossimo. Le leggi del cuore sanno giudicare il conseguimento, misurare il dovere, e usare la conoscenza senza alcuna contraddizione. Il cuore percepisce sempre la realtà spirituale e l’atteggiamento nei confronti della vita, perché ha una coscienza più vasta di quella che noi possiamo immaginare, quindi per comprenderlo dobbiamo penetrare nella nostra coscienza.
Il cuore è compassionevole, e la coscienza sa trovare il punto d’equilibrio se si sopprime una vita vegetale, animale o creatura invisibile. Per creare una scala di valori si deve sapere quale tipo di pensiero è più creativo e giudicarne nel cuore la validità, perché il pensiero si trasmuta in fuoco puro ed è dal fuoco che sgorga energia o pensiero creativo che, a sua volta, tramite la fornace terrena, torna a riunirsi al fuoco.
La ragione non è equilibrata, l’elemento equilibratore è la coscienza, ma il giudice è il cuore. Ciò che nega la ragione è affermato dal fuoco presente nel profondo del cuore. Se la ragione nega la fratellanza, il cuore l’afferma e palpita alla bellezza di questa idea, perché è chiamato lo specchio della fratellanza, nel quale si riflette.
E’ indispensabile capire che cos’è la concordia armoniosa; essa è l’unione delle energie psichiche che si manifestano come potere benefico a tutti i livelli della vita. Il conduttore di queste energie è il cuore che aspira ad una qualità migliore, poiché se lasciato libero di tendere al bene, si riempie immediatamente di energia. Bisogna cogliere ogni occasione di usare quell’energia, anche quando affiora la stanchezza nell’ aiutare il genere umano; ciò consolerà il cuore ricavandone letizia.
Il loto del cuore freme quando le scadenze sono imminenti, ma i seminatori del bene cominciano la semina pieni di gioia, perché capiscono che la fratellanza esiste. La caratteristica costante delle imprese di un cuore puro rivelano la capacità di abnegazione quando sono compiute nel nome della fratellanza.
Per accogliere un pensiero è necessario il silenzio ma bisogna che il cuore sia puro. Il pensiero viene ricevuto nel cuore ed è emesso dal cuore. Il malessere del pianeta opprime il cuore che dev’essere protetto perché è un conduttore di molte tensioni, ma anche di energie superiori. Il centro del Cuore è sviluppato quando le sue reazioni esprimono amore, compassione, comprensione mentale intensa, impersonalità, saggezza animica e acuta sensibilità al bisogno e alle esigenze altrui.
Il Cuore è anima-buddhi o amore-ragione pura che presuppone un proposito che porta all’azione. Ad un certo punto il Cuore o Anima diventa spiritualmente inutile e per il discepolo non ci sono più ostacoli. La natura divina dell’amore allora verrà dimostrata dall’unione della Triade spirituale con la personalità pervasa d 'anima e dall’espressione del servizio, che iniziano il discepolo al mistero del “Cuore del Sole”. .
Il discepolo ha bisogno dell’energia della Gerarchia incarnata nell’anima del Maestro che scorre attraverso l’Ashram e l’anima del discepolo. La dedizione completa al servizio altruistico crea la tensione, accende il fuoco del cuore e trasferisce la coscienza lungo la catena gerarchica, ricevendone ispirazione mediante il Maestro o coscienza di gruppo.
Una personalità pervasa d’anima, nel processo di meditazione, è sensibile all’intuizione, alla visione del piano, all’anima di gruppo e al Maestro, allora attinge la verità direttamente dalla fonte e percepisce i pensieri divini, che concretizza in forme-pensiero, perché il cervello diviene responsivo all’anima per mezzo della mente. Da ricordare che l’intuizione concerne sempre il collettivo, mai le piccole questioni personali
Il lavoro creativo è espressione dell’attività dell’Ashram e di quel tanto di piano che il discepolo afferra senza identificarsi. Egli non si occupa della forma, ma della vita e delle idee con amore puro e cuore ardente e intelligente; cerca di far nascere l’amore negli uomini; è il manipolatore delle energie attrattive dell’amore e determina, sotto l’influsso della volontà di Shamballa, l’aspetto del Proposito divino.
|