LE VIE DELLO YOGA
Carlo Setzu
Seconda Parte di Tre
Le pratiche dell’Agni Yoga aiutano a disidentificare l’anima (quale atma buddhi) dall’anima (come corpo causale). L’Agni Yoga eleva la coscienza di quinta sottorazza alla coscienza di sesta sottorazza. La coscienza di sesta sottorazza consiste in un’anima polarizzata sul piano buddhico che opera tramite il suo “corpo” individualizzato sul piano mente superiore. Ecco perché lo sviluppo della facoltà intuitiva è la chiave dell’Agni Yoga e perché la sua nota fondamentale è la sintesi.
Il culmine dell’esperienza meditazione dell’anima è il contatto con la Monade, e poi più tardi con la Vita che sta dietro l’espressione sintetica di monade, anima e personalità. Il contatto si riferisce a quei momenti culminanti nei quali la coscienza è riuscita a penetrare in quelle sfere che normalmente restano fuori dalla coscienza stessa, come noi la conosciamo.
Essi non sono sostenibili a lungo, ma servono a condizionare gradualmente la coscienza finché essa non sia in grado d’innalzare la capacità vibratoria. Il processo è la corrispondenza superiore a quelle che sono le “esperienze delle vette” per la personalità, quando è inondata dalla luce, dall’amore e dal potere dell’anima, in realtà sono contatti con le energie superiori di manas, buddhi e alla fine di atma che sono abbassate di livello tramite i tre anelli di petali nel lotoe goico. L’anima, quando è toccata e risponde all’impressione della monade, avvengono le esperienze delle vette superiori. In realtà sono il contatto con i tre aspetti di vita monadica attiva sui tre piani più alti del sistema, ossia i piani superiori atmico, monadico e logoico, cha sono abbassate per mezzo di un Maestro o un iniziato di quinto Grado tramite il “suo corpo atmico”.
Alla Terza iniziazione le energie atmiche superiori trasfigurano la mente ed hanno un effetto di riflesso sul corpo eterico che produce l’innalzamento naturale del fuoco della kundalini. Alla Quarta Iniziazione le energie del piano monadico si fondono con la natura buddhica dell’anima, con un’azione di riflesso inferiore sul corpo astrale. Alla quinta iniziazione le energie del piano logico e del Primo Raggio producono il loro impatto, riscontrato sui livelli atmici e con azione di riflesso sul piano mentale. Alla Quinta iniziazione avviene una sintesi delle energie dei sette raggi col risultato che la “Luce Superna” è conosciuta sul piano fisico eterico. Un maestro ha la maestria dei cinque mondi inferiori perché è capace di mettere in relazione “il più alto con il più basso”.
SINTESI. Una sintesi avviene sui tre sottopiani più alti del piano mentale astratto, dove la personalità prende contatto con l’anima e sono sintetizzati i tre piani inferiori. Una sintesi ha luogo sui tre sottopiani più alti del piano atmico, dove l’anima prende contatto con la monade e sono sintetizzati i cinque piani inferiori. Una sintesi conclusiva ha luogo sui tre sottopiani superiori del piano logico, dove la monade esprime la Vita che sta dietro la triplice espressione di monade, anima e personalità e dove sono sintetizzati i nostri sette piani da quello fisico cosmico del Logos planetario.
L’obiettivo finale dell’anima incarnata è mettere i quattro eteri superiori del corpo eterico in grado di operare, quali trasmettitori d’energia, dai quattro eteri cosmici, che sono i piani buddhico, atmico, monadico e logico. Dal punto di vista del Logos Solare, l’obiettivo finale è sviluppare i quattro eteri cosmici superiori, così che siano in grado di servire da trasmettitori d’energia dai quattro “eteri universali” superiori, ossia dal piano buddhico, atmico, monadico e da quello logoico cosmico.
Il nostro Logos Solare sta preparandosi per la Terza Iniziazione cosmica, e perciò continuerà a cercare di fondere la sua vita triadica con la personalità solare. In ultima analisi, dovremo essere capaci d’elevare il nostro punto di focalizzazione almeno sul piano buddhico per arrivare a qualsiasi forma di rapporto esperienziale con la vita solare.
COOPERAZIONE. Alla Terza Iniziazione, è responsabilità dell’anima incarnata rivelare alla Gerarchia che è pronta a prendere contatto con le energie della monade, questa rivelazione è ciò che le permette di prendere coscientemente il suo posto nell’ashram quale “apprendista” fra i lavoratori gerarchici, perciò diventa più cosciente di quelli con cui è collegata nell’ashram, e si assume responsabilità cosciente dell’esecuzione di parte del piano del suo Maestro. Al tempo stesso, l’afflusso di vita monadica è riconosciuto, inconsciamente, dal suo gruppo di collaboratori nei tre mondi, che si muovono verso la fonte di Vita, che affluisce nello stesso modo con cui quelli che cercano di mettersi in relazione col principio d’amore, si muovono verso chi ha raggiunto il Secondo grado (seconda iniziazione) e abbia la capacità di trasmettere la buddhi, tramite il proprio corpo astrale.
L’iniziato deve imparare a gestire armoniosamente i suoi contatti interiori ed esteriori e le sue responsabilità. I piani della Gerarchia sono ovviamente i piani della triade. Sul piano mentale c’è sovrapposizione con l’umanità e sul piano atmico che è sovrapposizione con Shamballa. Il piano buddhico, quindi, è peculiarmente la “sede della gerarchia, ossia il piano del principio Figlio”. L’uomo, essenzialmente è la Gerarchia ed è un membro della Quarta gerarchia Creativa e la sua casa è il piano buddhico.
Gli ashram, sul piano buddhico sono costituiti da tre livelli, e sono presieduti da un iniziato di Quinto grado che lavora con l’energia atmica, ed è, a sua volta, un membro dell’ashram di un Chohan sul piano monadico. Questo iniziato di Quinto Grado è il punto focale dell’ashram buddhico, e ha al suo interno molti iniziati di Quarto grado che lavorano principalmente con materia buddhica, ci sono anche iniziati di Terzo Grado, che sono membri dell’ashram che operano principalmente con materia mentale. In più ci sono quegli iniziati di Secondo e Terzo grado che lavorano alla periferia dell’ashram, ed entrare qualche volta coscientemente nella vita ashramica.
La Gerarchia serve sia come rifugio sia come meta per l’uomo che lascia il mondo dietro di sé, che passa attraverso la “cruna dell’ago” per perdere tutto e per guadagnare nuovamente il suo naturale diritto di nascita quale parte della Gerarchia.
La coscienza dell’iniziato, mentre è entrata in un campo molto più ampio della vita Gerarchica ed è conscia delle sue molte inadeguatezze a questo riguardo, deve anche assumersi la responsabilità di far fronte alla richiesta del mondo esterno di giusti rapporti, conoscenza dei misteri e guida spirituale. Nel suo lavoro esterno deve sviluppare la necessaria discriminazione che gli permetta di riconoscere la precisa necessità cui può sopperire nel suo ambiente. Nel suo lavoro interiore deve sviluppare la discriminazione che gli permetta di riconoscere la parte precisa del lavoro del maestro che gli compete.
L’insegnante deve saper distinguere fra lavoratori di Primo, Secondo e Terzo grado, e non trattare tutti gli aspiranti come se fossero tutti allo stesso livello di rivelazione, con il risultato che gli insegnamenti sono applicati male ed è trascurata la scala evolutiva; egli deve sapere che l’energia può avere effetti distruttivi o cristallizzanti sui veicoli di chi non è iniziato e bisogna anche prendersi cura di tutti i membri del gruppo con i quali per karma individuale è necessario prolungare il contatto.
|