LE VIE DELLO YOGA
Carlo Setzu
Prima Parte di Tre
AGNI YOGA o la via del fuoco si percorre mediante l’energia della Volontà e della Sintesi. È ovvio che stiamo letteralmente “giocando col fuoco”, perché Agni rappresenta la totalità della personalità del Logos solare. Il pericolo scompare se tutti e tre gli involucri sono già largamente purificati, altrimenti le impurità della personalità verranno rapidamente allo scoperto.
L’identificazione con la propria anima è la prima cosa da conseguire, mediante la trasfigurazione della personalità, e con l’infusione d’energie triadiche. L’Agni Yoga è quello dell’anima, poiché cerca di porre in relazione la Monade con la Personalità.
L’antahkarana è lo strumento che permette ai tre centri divini, di cooperare insieme, nell’uomo questo crea un collegamento tra monade, anima e personalità. L’interazione sintetica di Shamballa, la Gerarchia e l’Umanità stanno preparando la via alla rivelazione e all’iniziazione planetaria. Le personalità, infusa d'anima, quali membri del Nuovo Gruppo di Servitori Mondiali, cominciano a operare collettivamente come un centro di trasmissione dentro il più ampio campo dell’umanità.
La Gerarchia sta emergendo, e i suoi precursori sono i discepoli e gli iniziati che preparano la strada con gli esempi delle loro vite e la loro chiara e ragionevole articolazione tesa alla preparazione, per l’esteriorizzazione dei maestri.
Sulla via del fuoco, l’anima non si riferisce al corpo causale, il quale deve essere considerato solo una “casa”, un suo corpo di espressione, inoltre si deve considerare l’anima come atma – buddhi, intenta a operare tramite il manas. Le prime tre iniziazioni manasiche trasferiscono l’identità sui tre sottopiani superiori del piano mentale superiore, mentre alla quarta iniziazione della rinuncia, l’identità è completamente liberata dal piano mentale e ritorna alla sua natura essenziale di atma – buddhi.
La personalità è un’anima incarnata che sta diventando cosciente di se stessa ed esprime poi pienamente il proposito e la sua natura atmica. Il quarto sottopiano del piano atmico è la porta d’accesso all’iniziazione superiore – La Quinta, la Sesta e la Settima, col piano buddhico che assume funzione chiave nella Crocifissione – Resurrezione dell’anima umana; anche per la monade c’è un involucro o corpo sui tre sottopiani superiori del piano atmico, così quando l’iniziato è focalizzato in questo corpo atmico, allora può affermare che l’anima è come “monade – incarnata”, ancora prima della completa liberazione dai cinque mondi.
Alle prime tre iniziazioni c’è un flusso d’energia dai tre livelli della triade entro la personalità. Alla Prima l’aspetto manasico dell’anima opera sul corpo mentale, alla Seconda l’aspetto buddhico dell’anima condiziona l’emozione, e alla Terza l’aspetto atmico dell’anima lavora direttamente sul corpo eterico, con la risultante risalita naturale di kundalini e l’inizio del processo di liberazione.
Nel processo di purificazione, dal punto di vista dell’anima, la mente è illuminata per prima, seguita dal cuore e poi dal corpo eterico – fisico. Il processo di fusione dell’anima con la personalità richiede la partecipazione attiva della monade, quale espressione duale d’energia essenziale, che sta completamente fuori, dai cinque mondi e che tuttavia usa il piano atmico, come un suo campo d’espressione, allo stesso modo in cui l’anima usa il piano mentale.
MEDITAZIONE. Al contatto ci si avvicina con il “veicolo d’avvicinamento”, che non è concepito in senso mentale, perché costruito sui livelli atmici, con l’energia della Volontà, per esempio, quando la volontà dell’anima di un discepolo si allinea strettamente alla volontà del Maestro, allora avviene il “contatto”. In quanto alla collaborazione creativa, avviene con energie ed entità a un livello relativamente simile di sviluppo. Il meditante deve diventare consapevole di quelle energie che può usare, di quelle che lo dirigono e di quelle con cui deve collaborare, e se ne assume perciò la responsabilità, che si estende sia al risultato prodotto, sia allo sviluppo di quelle entità che partecipano alla sua produzione.
Alla Terza Iniziazione della Trasfigurazione, la personalità non è separata dall’anima, ma è coscientemente un sotto – insieme di essa. Ora la personalità dell’anima, che è Triade, Angelo e Guardiano sono uno solo, infatti, una personalità cosciente, dal punto di vista della Triade, è un iniziato di terzo grado. Il contatto, si riferisce qui a quello col Maestro, il quale è polarizzato sul piano atmico, e perciò, indirizza, entro i cinque mondi, una particolare Volontà proveniente da Shamballa. La collaborazione è l’interazione fra le anime nell’Ashram sul piano buddhico.
L’obiettivo della meditazione, quando ci si avvicina al Terzo grado, è quello di superare l’illusione del piano mentale, secondo cui la coscienza, che risiede all’interno, dovrebbe credere che il mondo esteriore, sperimentato sul piano fisico, sia più reale del regno interiore del proposito situato sul piano atmico. Il luogo dove questa battaglia è combattuta, è il quarto sottopiano del piano mentale. Una volta vinta, l’individuo diventa sempre più cosciente del corpo causale, una volta che questo si trasferisce sul secondo sottopiano del piano mentale, l’identità interiore acquisisce sempre più coscienza di gruppo. La sua consapevolezza comincia anche a estendersi nel tempo e nello spazio “quale gruppo”, demolendo il concetto d’identità più individualizzato che esiste sul terzo sottopiano.
Costruito l’antahkarana, l’entità comincia a lavorare maggiormente con materia del primo sottopiano mentale (l’atomico), bisogna sapere però che questa è un’illusione dell’anima stessa che esiste sul piano mentale (persino su quello astratto). La liberazione da questa illusione è graduale e non è pienamente completata fino alla Quinta iniziazione. Le tre iniziazioni manasiche liberano gradualmente dall’idea dell’anima. La Quinta libera dall’anima stessa. Da quel momento in poi un’iniziazione non è un’espansione di coscienza, ma una liberazione dalla stessa, tramite l’identificazione col principio “Vita”.
Questo processo d’identificazione ha il suo riflesso inferiore sul piano mentale superiore. Per prima cosa il sé inferiore deve disidentificarsi dalla personalità e identificarsi con l’anima, poi disidentificarsi dal senso individuale dell’anima, e identificarsi con l’anima di gruppo e quindi con l’anima dell’umanità.
Alla terza iniziazione l’iniziato capisce che la Gerarchia è l’anima dell’umanità, e comincia perciò a lasciare l’umanità e raggiungere in coscienza la Gerarchia. Le identità inferiori non sono perdute, ma sono meramente ripudiate, dal punto di vista dell’entità che risiede all’interno, la quale adesso è capace di lavorare per loro tramite, ma da esse rimane distinta. Il corpo causale comincia a diventare uno strumento, tramite il quale le energie ashramiche possono riversarsi dal piano buddhico, nello stesso modo come il chakra del cuore può diventare uno strumento per l’afflusso di energie astrali superiori dopo la seconda iniziazione.
|