L’ASPIRANTE
SUL SENTIERO PROBATORIO
Carlo Setzu
Seconda parte di due
Quando la luce radiante dell’anima si fonde con quella magnetica del corpo vitale, eccita gli atomi fisici al punto che ciascuno di questi, a sua volta, si tramuta in un piccolo centro di emissione. Ma ciò è possibile solo quando testa, cuore, plesso solare e centro alla base della spina dorsale sono connessi in maniera peculiare, che è uno dei segreti della prima iniziazione. Allorché essi cooperano in modo serrato, il “pavimento del triangolo” — come è chiamato simbolicamente — è pronto per l’opera magica. Ossia:
· La forma fisica materiale, che ha il suo centro alla base della colonna vertebrale.
· Il corpo vitale, che funziona tramite il centro del cuore, sede del principio della vita; le attività fisiche sono dovute a questi stimoli, distribuiti dalla corrente sanguigna.
· Il corpo emotivo, che agisce mediante il centro del plesso solare.
· Il centro della testa, agente diretto dell’anima e del suo interprete: la mente.
Tutti e quattro devono essere allineati e in perfetto accordo. Quando è così l’iniziazione, con i suoi interludi di discepolato attivo, è possibile.
Quando personalità ed ego si scontrano, la vittoria di questo è certa, il principio minore cessa alla presenza del maggiore. Soltanto dopo aver trasceso la vita attiva personale, sostituita da quella egoica di amore saggezza, comincia a capire la portata della coscienza monadica, e a riconoscerla come potenza dimostrata. Come la personalità si uniforma ai principi che guidano il sé minore e l’ego opera secondo la legge dell’amore, che si manifesta nell’azione di gruppo o come sintesi dei molteplici nei pochi, così la Monade vive l’attività dell’amore quale potere che opera la sintesi dei pochi nell’Uno. La prima riguarda la vita fisica o nei tre mondi, il secondo quello a livello causale e l’ultima concerne la Vita quale è, dopo che si sia conseguita la méta dell’uomo. L’una è relativa al singolo, l’altro ai gruppi, la terza all’unità. La prima ha a che fare con la molteplicità più estesa, il secondo con i molti che si riducono nei gruppi egoici e la terza vede le differenze risolversi nel sette, che è l’unità per la gerarchia umana.
L’uomo comune impara a controllare il corpo fisico e a organizzare la vita quotidiana. Chi segue il sentiero della prova impara un’analoga lezione relativa agli scopi, ai desideri, alle azioni del corpo astrale. Chi marcia sulla via del discepolato deve dar prova di sapersi controllare, di cominciare a disciplinare la mente , e di vivere in modo cosciente nel mondo mentale. L’opera dell’iniziato e dell’adepto è conseguenza di queste acquisizioni.
L’umanità nel suo complesso è consapevole dell’ambiente infatti mediante le informazioni che ricava dai sensi conosce il mondo oggettivo, il “manto del Signore”, e si stabilisce un rapporto tra il Sé e la natura; a mano a mano che la mente si impadronisce di tale conoscenza e ne elabora la sintesi, colui che dimora entro la forma passa per queste fasi:
1. Registra la vibrazione; l’ambiente agisce sulla forma.
2. Ciò è notato ma non compreso. Per effetto dell’attività lenta ma continua della vibrazione, a poco a poco si desta alla coscienza.
3. L’ambiente stimola interesse e desiderio nell’uomo. L’attrazione esercitata dai tre mondi cresce di continuo e lo trattiene per reiterate incarnazione.
4. Quando poi le vibrazioni delle forme ambientali della natura si fanno monotone per la ripetizione in molte vite, l’uomo distoglie l’occhio e l’orecchio dal mondo fenomenico del desiderio che gli è ormai famigliare. Diviene insensibile alle sue vibrazioni, e per contro sempre più attento a quelle del Sé.
5. In seguito, sulla via della Prova e del Discepolato, quest’ultima eccitazione vibrante si intensifica. Il mondo esterno non attrae più. L’interiore invece prevale sul desiderio.
6 A poco a poco, entro la forma oggettiva (apparato reagente che lo fa consapevole del mondo dei fenomeni) il discepolo costruisce un nuovo strumento reattivo, più sottile, che gli consente di conoscere i mondi soggettivi.
Raggiunto questo stadio egli si distacca sempre più dal contatto con le vibrazioni esteriori, e il desiderio relativo si atrofizza. Tutto gli sembra arido e senza attrattive, nulla soddisfa l’anima ardente che aspira. Inizia il difficile processo di riorientarsi verso un mondo nuovo, un diverso stato dell’essere, una coscienza più elevata e, poiché l’apparato reattivo interiore è solo embrionale, un desolante senso di vuoto, un brancolare nel buio, un periodo di conflitto spirituale, mettono a durissima prova la costanza e la fermezza di proposito dell’aspirante. Ma “tutto si compie secondo la legge e nulla può arrestare l’opera iniziata”.
Il discepolo in prova viene istruito, per lo più, senza che se ne renda conto con chiarezza. Mentre s’industria seriamente di prepararsi a servire, scopre le sue propensioni errate, e l’analisi dei moventi, se condotta con decisione, mirabilmente lo eleva dal piani astrale o emotivo al mentale. È qui che si incontra il Maestro. Il discepolo in prova può essere accettato in un gruppo del maestro solo quando l’intuizione comincia in lui a essere attiva. Si diventa discepoli e sì merita l’attenzione del Maestro solo se la nostra vita ha un certo valore nel mondo, se si è influenti nella propria sfera, e se si è capaci di plasmare le menti e i cuori di altri uomini.
Tutto il progresso sul sentiero discende dalla facoltà di far nostro l’insegnamento ricevuto. Le lezioni interiori entrano a far parte della nostra esperienza e non sono più solo teoriche quando si trasmutano in conoscenza pratica. L’espandersi della coscienza dev’essere qualcosa sempre più sperimentato. Le teorie non servono se non si mutano in fatti. Ecco perché è importante meditare sull’ideale. Ciò facendo i nostri pensieri, temporaneamente si accordano alla frequenza di quel concetto e in seguito quella vibrazione diviene permanente. e che hanno un vero messaggio da trasmettere. Ciò spiega il formarsi di miriadi di piccoli gruppi in tutto il mondo, in ogni campo di attività. Altri ancora, superata questa fase, si decentrano; dalla personalità nei tre mondi e sono sospinti dalla più elevata delle energie personali. Non si impegnano né lottano più per esprimere la loro personalità e per imporre se stessi o per radunare magneticamente un gruppo che guardando a loro ne alimenti l’orgoglio e l’ambizione per sentirsi influenti e importanti. Cominciano ad intendere in modo diverso, secondo prospettive più vere. Nella luce del Tutto quella del sé minore impallidisce e scompare. La luce degli atomi del corpo si condensa e poi si oblitera nel fulgore dell’anima, quando risplende in tutta la sua gloria.
Non c’è miraggio né illusione che possano trattenere a lungo chi si è imposto di percorrere il sentiero attraverso deserti, foreste, acque cupe di dolore e di angosce, valli di sacrificio; alla fine salirà sul monte della visione, fino alla porta della liberazione. Camminerà a volte nell’oscurità e l’illusione delle tenebre avrà tutta la parvenza della realtà; talora in luce così fulgida e abbacinante che a stento potrà vedere la via; proverà cosa sia vacillare sul Sentiero, o cadere sotto il peso del servizio e della lotta; vagherà forse per gl’infidi sentieri dell’ambizione, dell’interesse personale e delle seduzioni materiali, ma per breve tempo. Nessuna forza in cielo, in terra o altrove, può bloccare l’uomo che si sia destato dall’ illusione, che abbia intravisto la realtà oltre il mondo astrale, che abbia udito, fosse una volta sola, l’appello squillante dell’Anima.
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