IL SENSO ESOTERICO
Carlo Setzu
ESOTERICO.
L’origine etimologica deriva da un termine greco che significa interno; è, infatti, all’interno di un cerchio d’iniziati che sono divulgati gli insegnamenti di saggezza e le filosofie più antiche dell’umanità. Esoterico significa rivolto a pochi, perché solo pochi eletti possono comprendere i significati profondi e reali; è a essi che gli antichi maestri decidono di trasmettere le loro esperienze e le loro conoscenze le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Esoterica significa crescita, esperienza, conoscenza di se stessi, in un cammino interiore che non può essere comunicato all’esterno del cerchio, il cammino tracciato della vita di ogni uomo.
L’esoterismo è basato sulla consapevolezza dei risultati dannosi di una prematura rivelazione della verità, l’esoterismo può essere considerato l’insieme delle verità e delle realtà ignote all’umanità ordinaria, e da essa non comprese, e quindi, per essa, occulte e misteriose.
È esoterico il significato spirituale interiore, che è dietro a ogni forma e a ogni evento; trovarlo significa vita e salvezza per l’individuo e anche per l’umanità. Insegnamento occulto o della saggezza conoscenza divina.
Lo psicologo Pierre Weil propone alcune classificazioni delle caratteristiche comuni delle esperienze di coscienza risvegliata:
Il sentimento di unità. Nello sperimentare stati espansi di coscienza, si constata sempre la scomparsa della percezione dualistica: io e il mondo. La coscienza si identifica con Tutto ciò che è. Certe persone, per esempio, nel corso di esperienze di questo tipo, passano attraverso una nube di luce e riferiscono questa esperienza dicendo: io ero la nube di luce.
Il carattere ineffabile. Di regola l’esperienza non può essere descritta con il linguaggio usuale. Spesso il soggetto non riesce a descrivere quello che sente e vede, soprattutto quando è dinnanzi a concetti che superano l’attuale visione meccanica del mondo. È come se fosse solo una vibrazione – dicono allora – una coscienza universale. Non trovo le parole perché quello che avviene è al di là della parole.
Il carattere noetico. Quello che viene vissuto in uno stato di questo genere è percepito come reale, di una realtà molto più intensa del normale vissuto quotidiano. I soggetti sentono anche le emozioni in un modo più forte che nella loro vita “normale”.
La trascendenza dello spazio-tempo. Questo parametro è uno dei più importanti. È presente dal momento in cui si penetra in una dimensione al di là dei nostri cinque sensi, nel mondo dello spirito. Si entra allora in un’altra dimensione in cui il tempo non esiste più e dove lo spazio tridimensionale scompare. Patanjali espone questa caratteristica con il seguente aforisma: Passato, presente e futuro non esistono, tutto avviene nel medesimo istante.
Il sentimento del sacro. I soggetti hanno talora il senso di vivere qualche cosa di grande, di Sacro. Ma questo parametro non è permanente.
La scomparsa della paura della morte. Negli stati espansi di coscienza la vita è percepita come eterna e l’esistenza fisica come transitoria. La paura della morte scompare appena i soggetti prendono coscienza della loro capacità di vivere sotto una forma diversa, senza avere consapevolezza del loro corpo fisico, e di ricevere percezioni molto più vaste di quelle che ci trasmettono abitualmente i nostri cinque sensi.
Il cambiamento del comportamento e dei sistemi di valore. L’esperienza di coscienza profonda fa spesso scattare nel soggetto un cambiamento radicale nel suo apprezzamento di valori come la bellezza, la bontà e la verità. L’Essere si sostituisce all’Avere.
Nell’uso del senso esoterico sono necessari:
1. Tre forme d’applicazione: fisico, emozionale e mentale.
2. Una quarta formula: la risposta della personalità integrata all’interpretazione e alla comprensione dell’Anima.
3. Cercare l’applicazione di gruppo. Il significato di gruppo e la luce di gruppo.
4. Il senso esoterico si riferisce anche all’iniziazione di gruppo.
5. Decentralizzare ed espandere la coscienza fuori dal centro.
6. Il primo stadio nello sviluppo e nella coltivazione del senso esoterico è l’atteggiamento costante dell’osservazione distaccata.
Il senso esoterico è, in essenza, la capacità di vivere soggettivamente, di serbare costante il contatto interiore con l’anima e il suo mondo – e ciò deve manifestarsi come amore attivo, come saggezza diffusa senza sosta, essere capace d’includere e d’identificarsi con tutto ciò che respira e sente, caratteristica questa preminente dei figli di Dio viventi.
Quindi, un’attitudine interiore della mente, per cui essa può orientarsi a volontà in qualsiasi direzione. Così il discepolo può governare e disciplinare la sensibilità emotiva non solo di se stesso, ma di chiunque con cui abbia contatto. Con la forza silenziosa del suo pensiero diffonde pace, e luce su tutto.
Può sintonizzarsi con il mondo mentale, con il regno delle idee, e discriminare e scegliere fra quelle a favore del Piano, di influire sull’ambiente e rivestire i nuovi ideali di sostanza mentale adatta a fargli più facilmente riconoscere nel mondo del pensiero e dell’esistenza quotidiana. Quest’attitudine della mente permette inoltre al discepolo di orientarsi verso il mondo dell’anima, e d’incontrare, in quelle alte regioni d’ispirazione e di luce, i suoi compagni d’opera, comunicare con loro e insieme collaborare all’attuazione degli intenti divini.
Questo senso esoterico è la necessità spirituale per l’aspirante, in questa fase della storia umana. Finché non l’avrà compreso e applicato in una certa misura, non potrà far parte del Nuovo Gruppo; né opererà come mago bianca, e queste istruzione resteranno per lui teoriche e intellettuali, senza effettiva applicazione pratica.
Per coltivare il senso esoterico interiore è necessario meditare di continuo. Il distacco dalle forme usate sarà così completo che l’uomo vivrà sempre assiso sul “seggio dell’osservatore”, e da quell’alto livello dirigerà la mente, le emozioni e le energie che rendono possibile ed efficace l’espressione fisica.
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