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L’ENERGIA SEGUE IL PENSIERO

Carlo Setzu

PARTE PRIMA DI DUE

 L’energia è alla base di qualsiasi forma che sottostà a un’idea: questa, appartenente alla sfera della mente astratta, e recante l’energia di tale piano, contiene attributi e qualità che la caratterizzano e che creano la forma stessa, quando si applichi una direzione con un atto di volontà dell’anima.

Ciò a dire che ogniqualvolta si pensi in maniera “esatta”, ossia dai livelli animici, qualificando il pensiero con energia positiva del piano astrale e gli si imprima una direzione, questo non mancherà di manifestare il proprio effetto sul piano eterico dell’esistenza, immancabilmente tradotto in un risultato o forma fisica.

Da ciò risalta l’importanza di apprendere a pensare secondo nuovi canoni di bellezza e verità, poiché siamo e creiamo in funzione della qualità del nostro pensiero. Grande è la responsabilità, che possiamo fronteggiare solo con un lavoro costante e un’alta qualità della nostra meditazione quotidiana. 

Il mondo delle Energia e delle Forze 

            Ognuno di noi dovrebbe cercare di creare un campo magnetico ampio e potente mantenuto costantemente in tensione mediante l’assenza di paura e di passioni, vivendo consapevolmente la tranquillità e pensando sempre in positivo. Bisogna agire con precisione facendo in modo che le azioni non distruggano il campo di energia creato. Maggiore è l’intensità dell’energia che un soggetto possiede, maggiore è l’intensità con cui gli altri avvertono la sua presenza e il suo carisma.

             Se usiamo l’energia per manipolare gli altri si ottiene l’effetto contrario di ciò che vogliamo, perché l’inconscio altrui percepisce ciò che si cerca di fargli fare, suscitando l’apprensione. Se invece incrementiamo il flusso d’energia dell’interlocutore, lo aiutiamo a superare la paura, permettendoci di prendere contatto col suo Sé Superiore, elevandolo a una consapevolezza maggiore, da dove si possono ottenere le intuizioni.

       Se elaboriamo il nostro pensiero amorevole lasciando fluire senza ostacoli l’energia, eleveremo il nostro prossimo in merito alle loro attese. Quest’attitudine crea un livello di energia molto alto, elevando il nostro potenziale e conservando l’ispirazione reciproca.

       Uno stile di vita elevato àncora, e stabilizza l’energia, così il suo flusso fuoriesce con forza e con disposizione costante È la connessione interiore col Divino che causa l’energia che unifica il nostro Sé col Sé degli altri, aumentando così l’evoluzione sia nostra sia del prossimo e aiutandoci al compimento della nostra missione individuale e di gruppo, che ci mette in grado di mirare anche a scopi più elevati.

       Quando il gruppo forma un canale energetico, si deve evitare qualsiasi pensiero per non ostruirlo, perché l’energia deve fluire liberamente. Quando costruiamo la forma pensiero, facciamo attenzione a eliminare anche l’attaccamento emotivo nel manifestare l’idea, rimanendo distaccati, per agire unicamente quale strumento direttivo.

       Nel servizio oggettivo cercare sempre di mantenere in tensione la forma-pensiero che si è creata affinché il gruppo rimanga vivo e operante. 

Energie e Forze 

       Noi abbiamo a che fare con una relazione con le energie dell’ashram, che assorbiamo e diamo al tutto, mediante la vitalità spirituale che deve diventare una realtà quotidiana, quale servizio duale: verticale e orizzontale.

La meditazione ci permette di entrare nel campo delle energie, di scegliere quella necessaria, di controllarla e dirigerla, attraverso un centro o l’altro, verso un punto designato. Questo deve essere fatto secondo il piano e dal proprio posto nell’ashram, usando uno dei centri eterici come fattore esecutivo. Perciò il discepolo deve conoscere e usare per prima cosa le energie che agiscono attraverso i propri centri e imparare a lavorare con la pura energia d’amore del centro del cuore della Gerarchia, fondendola con le forze di raggio che colorano in una certa misura l’ashram.  

       Il contatto e la fusione con la Triade Spirituale, avviene attraverso l’allineamento del cuore, della mente e della volontà. Possiamo anche dire che avviene con l’allineamento della triplice personalità, dei tre aspetti dell’anima e della Triade spirituale, (atma/buddhi/manas) .

       Quando il discepolo giunge a un’irrevocabile decisione, ponderata dopo lunga riflessione e quindi giusta, il movente mette in attività l’energia, ed è su questa linea di energie che il discepolo lentamente avanza.

       L’Energia cristica proveniente dal piano buddhico, investe il corpo astrale dell’umanità provocando una crisi tumultuosa. La Gerarchia si serve di questa energia per esteriorizzarsi; anche i discepoli attivi possono agire come canali per questa forza, specialmente da parte di chi ha il corpo astrale di secondo raggio.

        Oggi siamo in un periodo cruciale perché per la settima volta in questa razza, si ha la manifestazione del settimo raggio sul piano fisico che al presente coincide con l’Era dell’acquario. Perciò è possibile, nel più alto grado, l’illuminazione e lo stabilire ordine sulla terra. Accade che le energie della luce di tutti i raggi possano esprimersi mediante il settimo raggio, così l’aspetto più elevato della luce divina (la Luce Suprema) può penetrare nel piano fisico.

       Le fonti d’ispirazione del discepolo sono: la sua anima, col contatto diretto; il Maestro per mezzo della sensibilità del suo chela; il gruppo ashramico mediante l’influenza reciproca dei suoi membri nel servizio; la Monade che vivifica la vita con la Sua energia. Possiamo anche aggiungere l’impressione mentale o telepatica proveniente da individui o membri di un gruppo.

       Queste energie devono essere espresse con la volontà/di/bene o aspetto sintetico quale impulso che motiva il discepolo. La Volontà o Proposito di Sanat Kumara, evocata dal gruppo, è la forza del potere divino e l’obiettivo del Piano gerarchico.  Un’altra sorgente di energia d’ispirazione è quella delle “forze della luce” provenienti dall’ashram e resa disponibile per il servizio. Quando il discepolo sta nell’ashram, percepisce, come risultato del processo iniziatico, la natura del Piano divino, e sa anche qual è la sfera di attività in cui operare. 

        Shamballa è il principale agente ricettivo dell’energia cosmica e il punto principale di distribuzione nei cinque Regni di natura. Questa energia però è relativamente statica, tenuta pronta per fini creativi. Nel suo centro sono focalizzati la volontà, l’amore e l’intelligenza in un solo fondamentale intento durante tutta la vita del pianeta. È ciò che chiamiamo Proposito che si esprime tramite il Piano. “Il Proposito stesso è solamente l’energia liberata nella Camera di Consiglio a Shamballa”. “Lì deve assumere forma”.

       Con la costruzione dell’antahkarana i tre aspetti della Volontà (i tre punti della Triade spirituale) sono collegati con la personalità; allora l’energia utilizzata è interamente collegata all’aspetto Volontà della Divinità distruttrice e dinamica, usata dalla Gerarchia per alimentare il piano astrale. Si noti che questo piano non è creato dalla Divinità ma dal desiderio umano.

       Il discepolo però, per concorrere a questo servizio, deve per prima cosa conoscere le energie che lo condizionano e distruggere i fenomeni astrali della cui creazione è responsabile.

       Il flusso di energia divina non troverà ostacoli e faciliterà il Proposito, il Piano e la sua precipitazione se un intero gruppo di discepoli e iniziati, penetrerà insieme in nuove sfere di coscienza divina e nella mente del Signore del mondo, concorrendo così a rafforzare il vincolo dei tre centri planetari (Shamballa, Gerarchia e umanità).

       L’energia, condotta costantemente verso il corpo mentale con un atteggiamento distaccato, porta alla diminuzione delle attività emotive, collegando i tre centri del cuore/testa/gola: “Il vero amore, allora, occuperà il posto dell’emozione e la compassione sostituirà la pietà; la comprensione occuperà il posto dell’apprensione per la  sofferenza”.

       I discepoli che non hanno ancora conseguito la terza iniziazione, devono imparare la Tecnica dell’Impressione, a generare l’energia e impiegare il centro ajna; questo perché essendo essi ancora “confinati” nei veicoli della personalità, ha bisogno di dirigere l’energia con “l’occhio”. Essi per ora devono eseguire il Piano Divino sul piano fisico, realizzando così la Volontà di Shamballa.

       L’impressione è soltanto l’anticipatrice dell’energia; chi risponde all’energia deve registrare il Piano e realizzarlo nel proprio piccolo, altrimenti essa conduce a una sterile attività. Questa energia non è generata dal discepolo, ma dalla Gerarchia ed è soltanto uno strumento. Il discepolo deve essere solo un silenzioso ed equilibrato ricevitore che controlla il terzo occhio (agente direttivo dell’energia ricevuta).

       Da questo si deduce che bisogna padroneggiare le tecniche e saper distinguere fra: le proprie energie, l’energia del suo raggio, l’energia dell’ashram, l’energia gerarchica e l’energia, o meglio la forza cristica, in rapporto con la volontà. Quest’ultima deve essere un’applicazione piena di comprensione e di gioia in particolar modo da parte dei discepoli di primo e secondo raggio rispettando sempre la libertà umana. Continua...

 

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