SULLA LUCE Carlo Setzu
Lo scopo della vita dell’essere manifesto che prende forma, è lo sviluppo della coscienza o la rivelazione dell’anima. Potrebbe chiamarsi Teoria dell’Evoluzione della luce. Se si pensa che anche la scienza moderna riconosca che luce e materia sono sinonimi, in accordo con gli insegnamenti orientali, sarà evidente che dalla reciproca azione dei due poli e dalla frizione degli opposti, scaturisce la luce. Scopo dell’evoluzione è una serie graduale di manifestazioni di luce. Velata e nascosta in ogni forma è la luce. Con l’evoluzione la materia diviene la migliore conduttrice della luce.
Sulla via del discepolato, quando l’uomo non sa ancora concentrarsi né vedere chiaro in nessuna direzione, si scorgono solo le nebbie e i miasmi dell’illusione. Il neofito vede davanti ad una luce lontana che lo attrae, ma non ciò che essa rivela. Attorno vede solo forme fuggevoli e la fantasmagoria della loro vita. Dentro vede solo le ombre che la luce proietta e gli ostacoli numerosi da superare prima di raggiungere quella luce lontana che penetri in lui. Allora saprà di essere la luce stessa, camminerà nella luce e trasmetterà la luce della conoscenza agli altri.
La luce rivela in primo piano alla coscienza le forme pensiero e le entità che (nel loro insieme) descrivono la vita inferiore, e costituiscono il Guardiano della Soglia. Pertanto l’apprendista si accorge per prima cosa di ciò che è indesiderabile, delle sue limitazioni e indegnità e gli balzano alla vista gli spiacevoli costituenti della sua aura. Il lume ancora fioco che arde nel centro dell’essere suo, rende più fitte le tenebre, si che sovente dispera e si deprime. Tutti i mistici lo testimoniano, ma è un periodo da sopportare, finché la luce chiara del giorno non spazzi via le ombre e le tenebre. A poco a poco la vita s’illumina e risplende e il sole nella testa sfolgora in tutta la sua gloria.
Il primo problema che si pone all’aspirante è il controllo della natura emotiva. In tal modo vince sul campo di battaglia, il kurukshetra; le nubi si allontanano ed egli cammina nella luce; ma il fatto stesso di procedere liberi nella luce comporta altri problemi.
Quando si cammina letteralmente nella luce dell’anima e la luce del sole ci attraversa, mostrando il sentiero, appare nello stesse tempo il Piano. Ci si accorge allora d'un tratto che il grande Disegno è ancora ben lungi dall’essere realizzato. L’oscurità acquista evidenza e alla società umana caos, miserie e fallimenti appaiono distinti; si scorgono la polvere e il sudiciume sollevati dalle forze in contrasto, si percepisce con sgomento tutto il dolore del mondo. Come resistere a tanta pressione? Come sostenere quella sofferenza e gioire della coscienza divina? Come affrontare ciò che la luce rivela eppure seguitare con serenità, certi del trionfo finale? Non riusciranno a sopraffarci i mali superficiali, a farci dimenticare il cuore d’amore che pulsa in tutte le apparenze esteriori? Il discepolo deve sempre tenere presente questa situazione se non vuole finire distrutto da ciò che ha scoperto; ma con l’avvento della luce egli si accorge di un’energia che per lui è nuova. Impara a lavorare in un campo diverso. Il regno della mente gli si para dinanzi, ed egli scopre di saper distinguere fra emozione e pensiero. S’accorge inoltre che può costringere la mente a dirigere, e che le forze senzienti obbediscono agli stimoli. Ciò è ottenuto dalla luce della ragione, sempre presente nell’uomo ma chiara e potente solo quando si conosce e percepisce in senso sia fenomenico sia intuizione.
La radiazione è effulgenza d’energia che fluisce dall’anima e dà la gioia e capacità di comunicare e stabilire rapporti di gruppo, ed è la chiave del successo nel servizio.
L’uomo evoluto, divinamente magnetico e radioattivo, manifesta la gioia irradiandola con certe forze divine vivificanti e ricostruttrici che si manifestano nell’ambiente in cui egli si muove.
Ricordiamoci che la felicità ha sede sul piano emotivo; la gioia è una qualità dell’anima e si realizza nella mente quando l’allineamento è compiuto; la beatitudine invece è dello Spirito e si realizza con l’unità col Padre.
La luce a volte è esperimentata letteralmente come shock, con effetti per la coscienza sia dolorosi che potenzialmente espansivi. Un esempio di ciò è la risposta dell’umanità agli eventi dell’11 settembre 2001, che hanno prodotto un riconoscimento immediato e mondiale del fatto che l’umanità ha raggiunto un punto di grave pericolo se l’ignoranza e i valori sbagliati sono fatti prevalere, e, al tempo stesso una rivelazione quasi universale della capacità degli esseri umani di rispondere all’unisono di fronte ai grandi dolori.
Il compito destinato all’umanità è di divenire una “stazione” di luce per il nostro pianeta, è certamente soggetto ad un procedimento forzato dalle crisi e dalle prove dell’ultimo centinaio d’anni. Il secolo scorso (persino a livello fisico) ha portato sulla terra un afflusso di luce che per certi aspetti è stato quasi accecante nella sua luminosità. Pochi luoghi sul nostro pianeta sono privi di luce e le grandi aree urbane permangono in una luce perpetua. In aggiunta alla disponibilità quasi universale d’elettricità vi è la luce della conoscenza, che ora va rapidamente espandendosi tramite la crescita e l’alfabetizzazione e lo sviluppo delle comunicazioni. L’individuo medio ha a sua disposizione più informazione di quanta possa assimilare e usare, tuttavia, la bramosia della luce di saggezza permane, per molti, inappagata e la capacità di “prendere la luce” non è ancora universalmente sviluppata.
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