INTUIZIONE Carlo Setzu
Nel mondo delle intuizione non vi è spazio da concedere al passaggio in girotondo da un’idea all’altra. Di là di un mondo costruito dualisticamente , l’irraggiungibile è raggiungibile e il raggiungibile è irraggiungibile. Ciò che è dualistico, ora deve venire visto dalla “parte sbagliata”: l’intero, che prima era celato alla vista, ora appare rivelato, in piena vista. Le cose ora sono osservate da questa posizione appena scoperta. Naturalmente, la visione del mondo deve cambiare; le cose viste dall’esterno non possono essere quali sono viste dall’interno. Un albero era osservato come espresso nel colore, con i rami oscillanti al vento; ma ora non vi è più un albero distinto dagli altri e da ciò che lo circonda; non vi sono fiori in boccio; tutto ciò è svanito; ciò che è apparso ai sensi, e che è stato costruito dal pensiero è scomparso. Vi è un mondo nuovo: Tutto ciò che era raggiungibile rimane; ma è cambiato, sebbene non sia passato in uno stato di nulla, perché esso sa ancora di qualcosa. In mancanza di ogni mezzo di espressione lo chiamiamo l’irraggiungibile.
Per penetrare nel mondo dell’intuizione, l’esistenza stessa deve subire un rivolgimento. E’ necessario vivere l’esperienza di stare seduti al centro dell’esistenza, e di osservare le cose da questo mozzo. Se si resta di qua del dualismo, l’abisso non potrà mai essere superato. Le cose di questo mondo sono relative perché sono vuote di natura, e non viceversa. L’intuizione è realizzata solo dopo il risveglio del senso interiore. Solo allora possiamo affermare che tutto è maya, oppure che tutto è com’è eppure non è.
La nostra mente dovrebbe essere più interiore e intuitiva e operare verso l’esterno dal centro del suo essere. L’intuizione ha diversi gradi; quando le intuizioni sono tradotte in termini di conoscenza relativa, appaiono insipide, negative e assurde.
Le intuizioni non possono essere comunicate se non in termini di paradosso; possiamo tranquillamente dire che tutte le profonde verità che agitano l’anima sono espresse paradossalmente, al punto che siamo quasi indotti a ritenere gli autori incorreggibilmente e volutamente enigmatici.
Non si nega necessariamente il mondo fenomenico, gli si riconosce la qualità di palcoscenico della nascita e della morte, dell’essere e del non essere; ma nello stesso tempo non si dimentichi mai di asserire che ciò che vi vediamo mostrato e rappresentato è costituito solo dalle ombre fuggevoli di qualcosa che sta dietro, e che quando questo qualcosa non è afferrato definitivamente dalla nostra esperienza il significato delle ombre non verrà mai adeguatamente riconosciuto e valutato. Perciò il raggiungibile appartiene a questo mondo costruito dualisticamente e l’irraggiungibile a un mondo di là di esso.
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