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SINTESI VIVENTE
GLI OPERATORI OLISTICI

Carlo Setzu
PARTE SECONDA DI DUE 

Il paradigma olografico e olistico. 

            Il paradigma olografico estende la propria interpretazione all’intera esistenza e alle dimensioni della coscienza; si basa sul concetto d’informazione globale che lega una parte al tutto: la parte diventa un ologramma del tutto, in quanto contiene al suo interno una raffigurazione globale dell’insieme da cui deriva. Questo, di fatto, implica una relazione informatica continua, coerente e dinamica fra la parte e il tutto. Il paradigma olografico implica una complessità teorica e una semplicità intuitiva tale da renderlo indispensabile per spiegare e comprendere anche scientificamente una larga parte delle relazioni tra “Uno” e il “Tutto”. Potremo parafrasarlo dicendo che “è la parte nel tutto, il tutto nella parte”. 

            La lastra dell’ologramma (com’è già stato detto in precedenza) contiene l’intera immagine in ogni suo punto: se la spezziamo in cento parti, ogni pezzo conterrà l’intera immagine. Esso contiene tutte le informazioni dell’oggetto, come proprio una cellula in un organismo contiene l’intera informazione/coscienza del sistema di cui è parte intrinseca. 

            Il paradigma olografico quindi è essenzialmente un modello di relazione e d’informazione globale, un modello universale, potente e fecondo. Esso contiene una delle basi teoriche che sostengono il concetto di ordine implicato di Bohm, dove tutto è connesso e in ogni punto ci sono l’immagine e l’informazione del tutto. Così l’uomo diventa un insieme, un’unità olografica che contiene in sé la matrice dell’informazione totale del sistema in cui è incluso (la sfera terrestre, la sfera del Sistema solare, della Galassia e così via), e con il quale c’è un continuo scambio d’informazioni e di energie; la stessa continua relazione, simultaneamente, esiste anche con le sfere più piccole di cui è composto, le cellule, gli atomi e le particelle subatomiche. Tutto questo esprime il concetto “Come in alto, così in basso”: la relazione speculare e analogica tra una dimensione del micro e macrocosmo, tra Uno e Infinito, tra unità e il Tutto, tra anima individuale e cosmica. In Isa Upanishad esprimono il concetto olografico con questo Sutra: 

Quello è il Tutto.

Questo è il Tutto.

Dalla Totalità emerge la Totalità.

La Totalità viene dalla Totalità

e la Totalità comunque rimane.

            Moltissimi scienziati ritengono che il pensiero scientifico, non sia incompatibile con una visione spirituale del mondo; ci dicono anche che c’è l’infinito vuoto e misterioso, la matrice Zero originaria del Tutto, da cui nacque la Singolarity, il punto ancora senza spazio e tempo che secondo la scienza attuale precedette il Big Bang. Come nel concetto di matrice Uno, la Singolarity implica il concetto di unità, di Oneness, di condizione potenziale creativa in cui tutto è ancora indiviso, in cui non si è ancora prodotta la rottura della simmetria perfetta dello stato originario. 

             Si è osservato che la tendenza a far coincidere il concetto di Coscienza con il concetto di vuoto, che ripropone, in chiave di fisica quantistica, l’associazione già avanzata da millenni in numerose culture spirituali e cioè, il Vuoto originario e immanente è l’infinita Coscienza intelligente, implica in ogni singolo atomo dell’esistenza, un principio creativo che continua, da dentro ogni cosa, a far ruotare i mondi e le galassie, a far battere ogni cuore e a spingere ogni essere vivente verso una maggiore coscienza e comprensione. Lao Tsu ci dice che : Il Tao è un vuoto che l’azione non può colmare, è di profondità abissale, è l’origine di tutte le cose”.  

            La fisica quantistica, addentrandosi nel cuore profondo della materia, scopre che essa è energia, vuoto, onda vibrante in veloce movimento e mutamento; scopre il paradosso esistenziale della duplice “impossibile” natura di onda e di particelle dei fotoni e degli elettroni, le unità prime dell’intera esistenza. Scopre anche che ogni quanto di onda/particella è interconnesso con l’intero sistema, ossia ogni frammento è intimamente legato all’intera esistenza come oneness, e quindi tutte le parti dell’universo sono connesse tra loro dai campi elettromagnetici, come se fossero legate da un’unica energia intelligente che si manifesta in differenti forze e processi di creazione, conservazione e distruzione. 

            Un contributo a questa sfida emergente è rappresentato dalla cibernetica olistica. Perché la cibernetica? Afferma il Premio Nobel Manfred Eigen che: “La natura delle informazioni è immateriale; quindi, essendo basata sul concetto immateriale, può avvicinarsi alla comprensione e qualificazione della Coscienza, la più immateriale delle cose esistenti”. Grazie alla cibernetica, la scienza delle informazioni, la grande divisione tra corpo e mente, tra materia e coscienza sta per cadere. I fisici John Wheeler e Edward Fredkin asseriscono che: “Dovremmo iniziare a percepire e interpretare l’universo come se fosse costituito, in ultima analisi, non da materia ed energia, ma da pura informazione”. “Nel senso che il linguaggio cibernetico permette infatti di comprendere in modo unitario l’intera gamma dei fenomeni naturali e mentali”.  

            Secondo Eigen, l’informazione rappresenta l’essenza stessa della vita e, pur essendo sempre coerente alle leggi di natura, costituisce un codice d’interpretazione che apre una dimensione evolutiva totalmente nuova. La coscienza e i fenomeni dell’intelligenza, fino ad ora non considerati dalla scienza, iniziano ora a essere misurati in termini d’informazione e, quindi, analizzati e compresi come processi reali. 

            Secondo due ricercatori l’ordine diventa un altro modo di esprimere quante informazioni sono codificate in un sistema; per cui ciò che è vivo (sistema vivente) dovrebbe essere misurato in termini d’informazione. Candace Pert dice che: ”Bisogna parlare di mente/corpo come di un’unica entità integrata e l’intero corpo una rete di informazioni, un complesso circuito pensante che abbraccia ogni cellula dell’organismo”. 

            Gli scienziati olistici dicono che è necessario rifondare la scienza, cercando di percepire in ogni essere e fenomeno l’unità tra materia e coscienza, tra energia e informazione, ossia tra la forma oggettiva e il contenuto soggettivo d’informazioni della psiche. La scienza olistica può esistere solo accettando, come propone Frencis Crik, che: “La dimensione della coscienza, e i fenomeni ad essa connessi, siano un legittimo e essenziale campo di ricerca e conoscenza scientifica”. La cibernetica rappresenta lo strumento tecnico e cognitivo per comprendere i processi di coscienza, e l’unità in essi implicata, qualificandoli, analizzandoli e studiandoli come informazioni. Tuttavia, per giungere ad una reale comprensione cibernetica e olistica della realtà, occorrono - oltre che l’esperienza profonda della propria coscienza – precise ipotesi e basi concettuali. Le intuizioni devono essere supportate da un ordine logico formalizzato che possa guidare ogni ricercatore con principi universali. Questo insieme di considerazioni, definizioni, principi e logiche hanno il nome di Teoria cibernetica. 

            L’intera esistenza è un’Infinita Coscienza: un multidimensionale universo composto e animato da un’unica energia intelligente. Essa costituisce la matrice implicata di ogni ordine, intelligenza e bellezza. Pervadendo l’intimo cuore di ogni frammento di realtà, quest’oceano di coscienza rimane tuttavia immoto e incontaminato, è il motore, il perno “vuoto” delle mastodontiche ruote cosmiche in perpetuo movimento, e pur sfrangiata nella complessità delle sue molteplici dimensioni l’esistenza rimane Una. 

            Quando si realizza lo stato interiore di coscienza vuota e splendente, il , ci si ritrova sincronicamente uniti alla divinità, il Brahaman, arrivando alla riunificazione con la Coscienza del tutto. La tendenza all’unità, intrinsecamente presente nell’esistenza, porta alla creazione di unità viventi di differenti livelli di complessità e coscienza, come parte dell’unità del tutto e che esprime in Sé, come un seme, in modo sincronico e olografico, l’unità stessa su differenti ordini di complessità. 

            La nostra Terra è realmente un’immensa coscienza vivente, un’Entità cosmica, dagli infiniti aspetti, dalle innumerevoli forme di vita e di coscienza. È un’Entità cosmica, con una propria evoluzione; entrando in contatto con questa Realtà si sente l’esperienza di una espansione di coscienza dall’individuale o di gruppo al globale e sentirsi parte di una Vita globale; entrare in contatto, in comunione con la Coscienza planetaria è un’esperienza mistica comune a Santi come S. Francesco, a scienziati come Lovelock e Linneo, a poeti come Tagore, a nobel e scrittori come Byrd, Flammarion, a mistici orientali e occidentali, come Ramakrishna, Krishnamurti , Aurobindo, Bohme, Alce Nero, ecc. I nomi poco importano, ciò che conta è il senso di unità, di “riunione” e di sacralità che investe silenziosamente chi la vive e resta per sempre custodito come un tesoro nell’intimo dell’anima. 

            Il risveglio spirituale di oggi è sorprendente, è proprio come se “centinaia di migliaia di Maestri di tutti i tempi” ci stessero aiutando a far rinascere lo spirito dimenticato. Tutti i Maestri attuali parlano del pianeta e della nuova coscienza globale. Essi hanno la più alta densità d’informazioni spirituali mai esistita prima sulla Terra; questa informazione è come una bomba spirituale ad orologeria, scoppierà in modo ritardato. Tra qualche anno raccoglieremo i risultati di questa massiccia semina.

 

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