L’IPOTESI GAIA Carlo Setzu
L’emergere della cultura planetaria ha portato alla riscoperta dell’unità del nostro pianeta e rappresenta il primo passo verso una coscienza dell’unità globale che comprende tutto ciò che viviamo e conosciamo: il nostro pianeta, il Tutto che ci contiene e che noi costituiamo. La nostra Terra è un’unità vivente, dotata di una propria intelligenza e capacità di auto/equilibrio. La Coscienza del nostro pianeta offre un ambiente globale ed ecosistemico, un costante punto di riferimento, una scala di valori e di relazioni macro-microcosmiche essenziali per una scienza e un’esperienza olistica.
Lovelock, attraverso una ricerca scientifica sull’atmosfera è giunto a una visione dell’intero pianeta come un unico organismo vivente e come, sorretto e ispirato da altri suoi colleghi, abbia deciso di proporre questa sua visione alla comunità scientifica internazionale come ipotesi Gaia. Egli ha aperto la strada a una visione realmente olistica e multidisciplinare del nostro pianeta e di tutto ciò che in esso vive, pensa ed evolve.
Le nuove idee, sull’ecologia di Lovelock, ipotizzano che “l’intera gamma della materia vivente sulla Terra, dalle balene ai virus e dalle querce alle alghe, poteva essere considerata come costituente una singola unità vivente, capace di manipolare l’atmosfera terrestre per le proprie necessità globali e dotata di facoltà e poteri superiori a quelli dei suoi singoli costituenti”.
“A quel momento, un’entità a dimensione di pianeta, benché ipotetica, fosse nata”. “Le sue proprietà non potevano essere previste dalla pura somma delle sue parti”. “Le fu imposto il nome di Gaia”. “Da allora abbiamo definito Gaia come un’entità complessa comprendente la biosfera della Terra, l’atmosfera, gli oceani e il suolo, l’insieme costituendo una retroazione (feedback) o un sistema cibernetico che cerca un ambiente fisico e chimico ottimale per la vita su questo pianeta…” “L’ipotesi Gaia è per chi ama camminare o semplicemente stare a guardare e pensare ai fatti della Terra e della sua vita, e meditare sulle conseguenze della nostra presenza qui”. “È una possibilità alla visione pessimistica della natura come forza primitiva da soggiogare e da conquistare …” Questa potrebbe essere una fase di transizione verso la rinascita di un altro meraviglioso periodo di armonia tra l’uomo e il suo ambiente.
Se noi siamo una parte di Gaia, diventa interessante chiederci: in quale misura la nostra intelligenza collettiva è pure una parte di Gaia? Costituiamo noi come specie un sistema nervoso gaiano e un cervello che può coscientemente anticipare i mutamenti ambientali? Ancora più importante è l’implicazione che l’evoluzione dell’Homo Sapiens, con la sua capacità inventiva tecnologica e la sua sempre più complicata rete di comunicazioni, abbia enormemente accresciuto la gamma di percezioni di Gaia. Attraverso noi, essa è ora conscia di se stessa.
Gaia, definita da Lovelock come un sistema cibernetico unitario e cosciente di Sé, in costante feedback, capace di autoregolazione intelligente, in cui l’umanità rappresenta un cervello planetario capace di evolvere verso l’autocoscienza, corrisponde esattamente alla definizione di Cyber: un’unità vivente e cosciente di dimensioni planetarie, dotata di una vasta gerarchia di livelli, relazioni e intelligenza, ma soprattutto di capacità di evoluzione e auto/trascendenza.
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