Sei in: news
[268][269][270][271][272][273][274][275][276][277][278]
 

 

LA MENTE E IL CUORE, IL CUORE E LA MENTE
(Terza parte di quattro)
Carlo Setzu

La compassione si manifesta meditando come aiutare i fratelli in umanità, comportarsi teneramente con gli animali, cooperare con la Gerarchia, disciplinare gli appetiti fisici, distaccarsi dalle forme che suscitano desideri e stimolano i sensi, essere imparziali. I tre stati del sentimento sono: 

·         La compassione, antitesi della passione che è avida ed egoista;

·         La tenerezza, antitesi dell’egotismo, sempre rigido e chiuso in sé;

·         L’imparzialità, antitesi della bramosia o del desiderio

            La compassione solleva dagli interessi egoistici e fa partecipi della sofferenza altrui; armonizza la nostra vibrazione alle necessità del prossimo e si condivide allora ciò che alberga nei loro cuori. 

            La tenerezza esprime la compassione amorevole; le nostre attività non sono più egocentriche ma volte all’esterno e ispirate dal vivo desiderio di servire e aiutare. Questo sentimento è talvolta chiamato “misericordia” e contrassegna tutti quelli che soccorrono l’umanità. Implica aiuto positivo, intento altruistico, saggio discernimento e attività amorevole. Non è mossa da desiderio di ricompensa e di riconoscimento.  

L’imparzialità distacca dai risultati karmici dell’attività in favore altrui. La compassione è la capacità di identificarsi impersonalmente  con gli altri in tutte le condizioni esterne.  

Il discepolo deve cercare di isolarsi nelle varie circostanze della vita (per un proposito altruistico) da un contatto troppo stretto con quelli che soffrono. Aiutarli amandoli, ma non identificandosi con loro. Parlo di un isolamento astrale o emotivo e non di un rifiuto a incontrare o ad aver contatto con l’umanità sofferente sul piano fisico, ma un atteggiamento assunto e mantenuto dall’anima e dalla mente nei confronti del corpo astrale, atteggiamento che consente di esprimere quella divina indifferenza verso il sentimento e le sofferenze personali, quale risultato di quella compassione che caratterizza i salvatori dell’umanità. 

L’amore è un’energia che deve raggiungere i cuori degli uomini e fecondare l’umanità con la qualità della compassione amorevole: è ciò che si esprime quando amore e intelligenza s’incontrano. 

Nel centro che è detto il genere umano, può veramente nascere l’amore e l’intelligenza può funzionare correttamente. Bisogna sentire il vero amore scorrere in noi, con la ferma intenzione di esprimere amore a tutti quelli con cui si entra in contatto. 

Non dimentichiamo che l’amore del Logos condiziona il sistema in cui ci muoviamo ora, che è uno stadio di esistenza collegato alla legge di Sacrificio, legge che governa quegli stati di esistenza che nascono dall’instaurazione di giusti rapporti umani. 

Liberando il plesso solare dalla forza emotiva indesiderabile, tramite specifici schemi di meditazione, il vero amore occuperà il posto dell’emozione e la compassione sostituirà la pietà. La compassione occuperà il posto dell’apprensione per la sofferenza. 

Dove esiste l’amore non c’è alcun pericolo di asprezza, crudeltà, incomprensione e scappatoie di fronte ai fatti o nocumento alcuno. Non c’è amore quando gli ideali, ai quali normalmente si sono aggrappati, alimentano l’orgoglio, conducono all’ostinazione e generano una superiorità separativa; essi producono atteggiamenti poco pratici e attività negative; quindi, chi possiede questi ideali serve solamente in un campo limitato, condizionato dal suo lavoro scelto e colorato dal proprio idealismo. Esclude il tutto, pensa in termini del passato. L’accento posto sui propri ideali impedisce la comprensione ed egli è talmente preoccupato di difenderli e sostenerli (spesso anche con se stesso) e tanto condizionato da essi che i più importanti problemi umani sfuggono alla sua attenzione. Col passare del tempo avviene una “cristallizzazione”. Una barriera di cristallo si crea tra la personalità e l’anima; l’anima è visibile, ma la sua influenza è isolata. 

Solo una cosa impedirà che questo avvenga: la comprensione amorevole e il conseguente sacrificio per l’umanità. Il maggior bene per il maggior numero di persone diviene il tema centrale della sua vita e tutto l’uomo sì subordina a essa. 

L’amore esaurisce tutto il karma terreno. L’amore induce a quella radiazione che non solamente invoca ed evoca il cuore di Dio ma anche quello dell’umanità. L’amore è la causa di tutta la creazione e il fattore che sostiene tutto ciò che vive. 

Non occorre dire sempre cose cortesi o piacevoli, ma bisogna dire le cose spiacevoli con amore inalterabile. Amore non significa confortare superficialmente l’oggetto dell’amore, l’amore è saggezza lungimirante che cerca di mantenere vive nell’oggetto amato quelle sottigliezze che garantiranno un sicuro progresso. L’amore quindi vigila, stimola e protegge. Non è una questione personale, è una protezione positiva e non conduce a un atteggiamento negativo di sentirsi amato da chi riceve amore e protezione.

L’amore è la forza dominante dell’anima; con essa e per essa questa si pone in rapporto con tutte le anime. Mediante il corpo emotivo, può comunicare con tutte le anime subumane; mediante l’opera che svolge sul suo piano, con le anime meditanti di tutti gli uomini e, per mezzo del principio buddhi, col secondo aspetto della Monade

La mente separa, l’amore attrae. La mente erige barriere, l’amore le travolge. La mente con una vibrazione forte e potente respinge e allontana, l’amore invece trae a sé, raccoglie e fonde parti separate in un tutto compatto e omogeneo. La mente repelle con la calura intensa e brucia e secca ciò che si approssima, l’amore lenisce e risana perché il suo calore è simile a quello di ciò che tocca e unisce la sua fiamma a quella delle altre vite che evolvono. La mente disgrega e distrugge, mentre l’amore aggrega e guarisce.

L’amore è l’unico rimedio per evitare maggiore impenetrabilità o rigidità nella percezione, è la grande lezione per tutti i discepoli, è amore sempre più, fino a che “il giorno sia con noi”. 

Il vero amore scorge con perfetta saggezza le mancanze insite in ogni forma, e volge ogni sforzo ad aiutare la vita entrostante a liberarsi da ciò che lo impaccia. Riconosce saggiamente chi ha bisogno d’aiuto e a chi non ha bisogno di cure. Ode con precisione e vede il pensiero del cuore e cerca sempre di fondere in un tutto quelli che lavorano nel mondo. Il che lo ottiene non per cecità ma per discriminazione e saggezza, separando le vibrazioni che si contrastano, situandole in posizione diversa. Troppo si è insistito su ciò che si chiama amore e poco sulla saggezza, che è amore che si esprime nel servizio

L’amore non è sentimento, né emozione, né desiderio o movente egoistico di retta condotta quotidiana. L’amore è la forza che guida i mondi e li conduce all’integrazione, all’unità e all’inclusività costringendo la divinità stessa all’azione. E’ difficile da coltivare, e da applicare alle condizioni di vita e per esprimerlo occorre dare il massimo delle proprie capacità e ripudiare le attività egoiste personali. 

I discepoli nel gruppo devono amarsi reciprocamente con intelligenza e forza costante, originando così luce e potere che un giorno farà prezioso quel gruppo nel mondo. 

L’amore è l’incentivo dell’aspirazione sul sentiero, la sostanza dell’esistenza nel mondo, la luce di libertà per tutte le creature, la coscienza di Dio, e pulsa nell’universo con ritmo divino. 

Se si vuole essere amorevoli, ne derivano certi atteggiamenti naturali e propri della personalità sviluppata o imposta per osservanza del precetto dell’anima. 

Quando manca l’amore, è perché il discepolo si vede isolato e non identificato col prossimo, che lo irrita. Egli critica i fratelli perché si sente superiore o li osserva e pensa: “Qui hanno torto ed io ho ragione; qui non comprendono ed io si; io li conosco ma loro non mi conoscono; devo avere pazienza con loro” ecc.  

Quest’atteggiamento è proprio della volontà di amare, congiunta al netto riconoscimento degli ostacoli all’amore creati dal prossimo e dalle proprie abitudini di pensiero. È una forma di egocentrismo. La vera via dell’amore sta nel riflettere e meditare profondamente e sempre sul significato, sull’intento, sull’origine, sulle qualità, mete, obiettivi dell’amore, espressi dall’anima. Quando il discepolo s’identifica con se stesso ed è focalizzato nella personalità, non c’è vero amore. L’amore non è mai mosso dalla natura inferiore.

...segue nella quarta parte...

 

[268][269][270][271][272][273][274][275][276][277][278]

Condividi/Salva/Aggiungi a preferiti