L’anima dal punto di vista della magia bianca e della meditazione occulta.
Carlo Setzu
Il mago bianco è in contatto con l’anima e né riceve consapevolmente il proposito e il piano e registra nel cervello fisico le impressioni captate dal regno spirituale. La magia opera dall’alto in basso ed è effetto della vibrazione solare e quindi dell’energia egoica, esso è esente perciò da impulsi emotivi e mentali. L’energia affluisce dall’anima per effetto del raccoglimento interiore costante, dalla sua intensa comunicazione con la mente e il cervello e sulla continua meditazione sul disegno evolutivo.
L’uomo è un mago bianco quando la comunicazione fra l’anima e il suo strumento è cosciente e stabile. L’anima governa la personalità mediante il sutratma o filo della vita e stabilisce la comunicazione con il cervello infondendo nell’uomo attività fisica intelligente.
L’anima è in continua meditazione la quale è ritmica e ciclica, essa respira e la forma ne trae la vita. Flusso e riflusso esiste in tutta la natura e quando ci si adatta alle maree della vita dell’anima, ci si accorge che un flusso vivificante e stimolante è sempre seguito da un riflusso altrettanto certo e inevitabile quanto le immutabili leggi delle forze.
È bene domandarsi: sono in bassa marea o sulla cresta dell’energia dell’anima? Attraverso un periodo temporaneo di quiescenza, che prelude a uno sforzo maggiore o subisco un ciclo d’afflusso di forze? Le stesse domande valgono nel servizio verso gli altri e in quest’ultimo caso si tratta di aiutarli a ben dirigere e utilizzare l’energia, che altrimenti provocherebbe il fallimento della vita, anziché un servizio pieno e fecondo.
Nella vita del discepolo gli impulsi periodici sono più frequenti, rapidi e potenti che per l’uomo ordinario e si alternano con velocità sconcertante. Talvolta il discepolo marcia nella luce del sole, altre volte nel buio; talvolta sperimenta la gioia della comunione perfetta, talora tutto gli appare opaco e sterile; in certe occasioni il servizio è fertile e soddisfacente e crede di prestare aiuto efficace; in altre gli sembra di non avere nulla da offrire e che i suoi sforzi siano aridi e infruttuosi.
Certi giorni tutto è chiaro, come se contemplasse da una vetta un paesaggio assolato, tutto è luminoso ai suoi occhi. Sa e sente di essere un figlio di Dio; ma poi appaiono nuvole e non è più sicuro di nulla, come senza conoscenza. Torna poi nella luce del sole, quasi sopraffatto dal fulgore e dal calore di quei raggi e si domanda quanto dureranno quelle oscillazioni, quel violento alternarsi di esperienze opposte, ma quando vede che sono effetti prodotti dagli impulsi ritmici della meditazione egoica, ne comprende il senso e si accorge che è la forma che reagisce in modo disuguale all’energia. Impara allora che qualora fosse capace d’identificarsi con l’anima e di salire a volontà a quelle “altezze”, le fluttuazioni della forma non lo toccherebbero più. Trova il sentiero che lo conduce dalla vita fisica al reame dell’anima e si accorge che se lo percorre con costanza esce dal mutevole mondo dei sensi nella luce chiara del giorno e della realtà.
La vita della forma diviene allora un campo di servizio e non più di percezioni sensorie mirate a vivere come anima. Gli impulsi ciclici che essa emette saranno allora qualcosa di cui voi stessi siete responsabili e che irradiate; saprete di essere la causa e non più soggetti agli effetti.
L’Angelo solare, cioè l’anima, si prepara a fare dell’uomo un’entità spirituale ricca di esperienze acquisite nella famiglia umana. Essa si orienta in modo da rivolgere il suo potere nel mondo dell’uomo. Deve assicurare il contatto fra l’aspetto inferiore della sua triplice natura e quello che già si è allogato nel cervello umano. Deve unire l’attività intelligente all’amore - saggezza e ciò a livello fisico. A tal fine si pone in meditazione profonda assieme a tutte le anime che hanno uno strumento ormai rispondente. È la base della meditazione collettiva. È quello stato che in oriente è chiamano Samadhi. È partecipare, quale anima, a quella meditazione e a quel ciclo di servizio che si esprime nelle attività della Gerarchia planetaria.
La mente razionale e l’astratta sono unite e mosse dall’amore. L’anima che manifesta amore e intelligenza astratta è unita allo strumento fisico mediante il cervello e allora l’uomo inferiore medita in sincronia con essa, perché l’anima umana cerca il contatto con un diverso aspetto divino. Cercate con diligenza e perseveranza che mente e cervello siano in condizioni tali che possiate sgusciare fuori dalla vostra meditazione e (obliando i vostri pensieri) essere l’anima, il Pensatore nel suo reame.
L’obiettivo fondamentale della meditazione è di favorire il prodursi dell’allineamento e così permettere il contatto con il Sé superiore per realizzare l’assoluta necessità del dominio dell’Ego sulla personalità. L’atto elementare per conseguire ciò è il controllo della mente.
La meditazione ha quattro effetti: rende capaci di venire in contatto con l’Ego e di allineare i tre corpi inferiori (fisico/eterico, emotivo e mentale concreto); pone l’uomo in uno stato d’equilibrio, né completamente ricettivo e negativo, né del tutto positivo, ma in modo bilanciato; questo equilibrio si eleva gradualmente fino a polarizzare l’uomo nella coscienza spirituale, stabilizza le vibrazioni inferiori nei sottopiani del piano emotivo e mentale e intona man mano il sé alle vibrazioni dei sottopiani superiori; favorisce il trasferimento della polarizzazione da uno degli atomi permanenti della personalità al corrispondente atomo permanente della Triade spirituale, poiché uno dei principali scopi della meditazione occulta, è il conseguimento finale.
Meditando si viene in contatto con la Fiamma divina, in rapporto con il fuoco del piano mentale, si vivificano e si stimolano i centri superiori per far scendere la conoscenza, nella coscienza del piano fisico.
Base fondamentale per questa meditazione è l’uso della “Parola sacra” che possiamo esporre con cinque postulati:
· Tutto ciò che esiste, è basato sulla Parola.
· La differenziazione è il prodotto del suono.
· La Parola ha un diverso effetto su ciascun piano.
· L’opera di costruzione e di espulsione è compiuta secondo la nota della Parola o la vibrazione del suono.
· L’unica triplice Parola ha sette chiavi e queste hanno i loro propri sotto/toni.
L’uomo quando medita, mira:
· A formare pensieri, a far scendere nei livelli concreti del piano mentale, idee estratte e intuizioni. Questa si può chiamare meditazione con seme.
· Ad allineare l’Ego e a creare quel vuoto tra il cervello fisico e l’Ego, che provoca il flusso divino e la conseguente rottura delle forme con la liberazione che ne consegue. Questa si può dire meditazione senza seme.
A un certo periodo dell’evoluzione le due si fondono, il seme è lasciato cadere e il vuoto si forma, non tanto fra i veicoli inferiori e superiori, quanto fra essi e il piano intuitivo o dell’armonia; quindi, risuonando la “Parola sacra” in meditazione, l’uomo dovrà (qualora lo faccia correttamente) saper compiere sia l’opera creativa sia quella di distruzione, allo stesso modo del Logos.
L’uomo comunque deve prima trovare la nota della sua personalità, poi quell’egoica, prima di poter toccare l’accordo monadico. Fatto ciò egli avrà per se suonata la sua triplice Parola, e sarà allora un creatore intelligente animato dall’amore.
Bisogna vigilare e tener presente che lo sviluppo della mente porta con sé il pericolo dell’egoismo, dell’orgoglio, del cieco oblio di ciò che è più alto. Ecco il perché dell’enfasi posta sul servizio e sulla stabilità mentale come essenziale all’uomo che cerca di avanzare e divenire membro della Fratellanza di Luce.
Un altro degli scopi della meditazione occulta mira a dare all’allievo dei pensieri—seme che (ponderati nel silenzio del suo cuore) darà molti frutti di grande valore e che l’allievo potrà allora coscienziosamente considerare come suoi. Quanto viene da noi prodotto con sforzo e strenua fatica, rimane nostro per sempre, e non svanisce nell’oblio come quei pensieri che entrano per la via degli occhi dalla pagina stampata o per quella delle orecchie e dalle labbra di qualche insegnante per quanto venerato.
La meta che sta dinanzi all’allievo non è primariamente la compiutezza del suo sviluppo, ma il qualificarsi a servire l’umanità. La sua crescita e il suo sviluppo sono necessariamente incidentali, ma non sono di per se la mèta.
L’ambiente che lo attornia e, le persone a lui strettamente associate sul piano fisico, sono i suoi obiettivi di servizio e nello sforzo di conseguire certe qualifiche e capacità, egli trascura i gruppi cui è affiliato e omette di servire con senno e di dedicarsi lealmente a loro vantaggio. Corre pericolo di cristallizzazioni, cade in balia di colpevole orgoglio e può perfino fare i primi passi sul sentiero della mano sinistra, se la crescita interiore non trova espressione nel servizio di gruppo.
La vera meditazione scientifica prevede forme graduali per cui la coscienza è elevata e la mente ampliata fino a comprendere:
·La sua famiglia e gli amici.
·Le persone associate.
·I gruppi cui è affiliato.
·Il suo gruppo egoico.
·Altri gruppi egoici.
·Quello degli uomini celesti, di cui il gruppo egoico costituisce un centro.
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