IL PROBLEMA DELL’UNITÀ INTERNAZIONELE E DELLA DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE MONDIALI
Carlo Setzu
Per cambiare il modo di vivere e costruire una nuova civiltà, occorre una profonda trasformazione del modo di pensare; comprendere le cause del perché accadono le cose; imparare a riconoscere la Legge di Causa ed Effetto; comprendere l’assioma “l’energia segue il pensiero”; riconoscere che nello spazio esiste una grande forma pensiero, un campo elettrico che attrae per assonanza, fino a formare una vera e propria perturbazione mentale ed emotiva che, alla fine, si scarica sul piano fisico.
“Il problema spirituale immediato che tutti devono affrontare è controbilanciare gradualmente l’odio e iniziare nuove tecniche di buona volontà: esperte, immaginazione, creative e pratiche”. (A.A.Bailey).
L’educazione deve creare un’opinione pubblica consapevole, insegnando che gli ideali provengono dai livelli soggettivi, dove la Vita è una e indivisibile. La vita e l’evoluzione ci sta portando, come specie, a entrare in rapporto con nuovi livelli d’universalità, di ordine e di sintesi; stiamo partecipando a un processo di esternazione della spiritualità essenziale.
Questo processo riguarda la crescita della coscienza. Ciò accade in tutti i campi della vita, non soltanto in quello religioso, ma anche nei campi della scienza, della politica, della psicologia, della medicina, degli affari e dell’educazione. È una visione globale che è al tempo stesso trascendente, di gruppo e individuale.
L’impulso spirituale conduce l’umanità a cercare, comprendere e sperimentare un livello di coscienza che implica l’amore altruistico, lo scopo, la luce e la bellezza. Contemporaneamente stanno emergendo una volontà sacrificale e un impegno a lavorare in gruppo in programmi d’azione chiari e definiti, per portare le percezioni interiori in manifestazione nelle relazioni umane.
Gli esseri umani devono costruire una nuova umanità, incarnare lo spirito di unità e d’amore, unendo la potente vita interiore con un’esteriore di servizio compassionevole verso il genere umano e il pianeta.
C’è una grande speranza che c’è data dal fatto che i temi di unità, cooperazione globale e sforzo inclusivo provengono da così tante e diverse direzioni.
La spiritualità contemporanea, se deve avere effetto nella nostra vita individuale e collettiva, non può fiorire separata dal mondo, ma crescere e vivere nei luoghi di attività e correlata ai problemi quotidiani delle comunità e dell’intero nostro mondo.
Questa spiritualità può diventare un agente di trasformazione soltanto se è nutrita e sostenuta anche nell’ambito delle nostre istituzioni governative e religiose.
Le nostre reciproche interdipendenze sono così intricate che molti problemi e azioni possono essere trattate soltanto globalmente, che si parli di produzione o distribuzione del cibo, dell’organizzazione del lavoro, problemi inerenti alla sicurezza, l’istruzione o la rinascita scientifica internazionale, i problemi di moralità etica e religiosa o del benessere spirituale.
Abbiamo bisogno di nutrire la consapevolezza personale e collettiva; di suscitare la volontà trasformatrice nell’azione; di educare le relazioni nella costruzione della comunità; di una dimensione sociale e globale, affinché si possa riconoscere la nostra vera situazione e di cambiare perciò le nostre azioni. Dobbiamo imparare a immaginare dei genuini modi di essere, di pensare e di agire allo scopo di creare un’umanità animata da uno spirito costruttivo.
L’unità e la pace sono legate soprattutto al problema economico: la libertà dal bisogno sconfiggerà le guerre. L’accumulo di ricchezze e il benessere materiale (consumismo) inaridisce i rapporti umani, che sono il cardine della vita, lo scopo ultimo dell’esistenza umana. Le persone maggiormente responsabili devono capire che i media, la cultura, lo spettacolo, le parole, le immagini e i suoni immessi nello spazio possono avere conseguenze disastrose.
Tutti parlano di pace, ma pochi hanno capito che la pace è un effetto e non una causa. La pace è il risultato dell’azione della giustizia e dei giusti rapporti fra individui, gruppi e nazioni. Ciò che occorre è la coscienza evolutiva, la forza etica e morale di applicare la giustizia e di sconfiggere la fame, la miseria e l’ignoranza.
Il vero male è quello che cerca di impedire l’evoluzione dell’uomo, mantenendolo nella schiavitù di antiche abitudini e impedendo lo sviluppo della sua capacità di comprensione e della sua coscienza. I malvagi sono quelli che accumulano possessi materiali e si accaparrano risorse di tutto il globo, mantenendo nella povertà, nell’ignoranza e sotto il giogo del bisogno, la grande maggioranza dell’umanità. La speranza è nella certezza che nessuno può fermare il Piano Evolutivo che si realizza nel tempo attraverso l’opera della Fratellanza.
In particolar modo quest’opera si svolge anche in seno all’ONU, dove si cerca la pace fra i popoli e dove esiste una famiglia globale, impegnata a lavorare per la pace, chiamata “l’università delle NU per la pace”, che studia il suo vero significato affrontandolo dal punto di vista dell’attuale crisi planetaria e da una prospettiva generale ed esplicitamente spirituale, sulla nuova responsabilità fra i popoli e tra essi e la terra per il bene delle future generazioni.
Educare le genti a divenire consapevoli della necessità di riequilibrare la biosfera e di rinunciare a tutto ciò che mette a rischio questo equilibrio, è imperativo! Bisogna insegnare loro il significato delle famose “sei D”: Democrazia – Development (sviluppo) – Disarmo – Debito – Disboscamento – Droga.
È consolante il fatto di sapere che oggi si sta creando un’attitudine mentale che spinge a prendere seriamente in considerazione la Pace e il futuro dell’umanità tramite l’educazione. È importante partecipare alla creazione di questa grande forma pensiero ed evocare potenti energie spirituali. La visione della Pace è una causa unificante, purché quest’idea non sia “etnocentrista”; ricordiamoci che tutti noi siamo arrivati sulla terra “nudi”, e che allo stesso modo la lasceremo; ma ciò che veramente dovremmo tramandare, è un pianeta migliore di come lo abbiamo trovato. I costruttori di Pace si basano sulla fratellanza. Se pensiamo che ognuno di noi abbia fatto le sue esperienze incarnandosi in posti e fra popoli diversi, non può che pensare che tutti siamo una sola umanità.
Noi abbiamo la capacità, mediante l’amore, di considerarci l’un l’altro come esseri umani per trasformare l’illusione della scarsità di risorse e del conflitto in abbondanza, armonia e pace. Oltre al cibo, che potrebbe essere abbondante per tutti gli esseri della terra, ciò che ci nutre più pienamente è l’energia dello Spirito e la luminosità della luce, quel regalo del Creatore che anima ognuno e tutti. Questa luminosità è qualcosa di molto prezioso che però possiamo perdere e distruggere con l’ira, l’avidità e la gelosia ma che invece possiamo conservare dicendoci: “Sì, io so ricevere ed io so dare”. Nell’armonia tra le culture, le razze e nella cooperazione fra popoli sta il segreto della Pace, ma ciò sarà impossibile se non saremo prima in pace con la Terra.
La responsabilità planetaria da parte dell’assemblea generale delle Nazioni Unite consiste nel riconoscere l’unità di tutta la vita, ma tale riconoscimento vale anche per i Governi e gli individui. Ci deve essere un solo mondo, giusto e pacifico e una cooperazione con la Natura, poiché il nostro pianeta è una parte di un universo interdipendente.
In tutte le discipline stanno emergendo nuove scuole di pensiero che enfatizzano l’interrelazione e l’interdipendenza della vita. Gli scienziati stanno dichiarando che le loro osservazioni del mondo fisico rivelano che ogni cosa nell’universo è tenuta insieme in una “totalità indivisa”.
La scienza dell’ecologia ha dimostrato la straordinaria complessità delle interrelazioni che tengono insieme tutte le unità di vita in una rete di relazioni; però, la conoscenza della totalità diventa un effettivo mezzo di trasformazione, soltanto quando essa è fusa con la visione e l’etica della totalità. Allora sono rilasciate potenti energie di buona volontà, che possono cambiare la struttura stessa della civiltà.
Chiamiamo impropriamente altri popoli “extracomunitari”, “terzo o quarto mondo” ecc., questo è anacronistico, giacché tutto fa parte dell’unità, prima come anime e poi dell’interdipendenza di tutto ciò che esiste. Questi popoli però, hanno finalmente scoperto una nuova capacità di comunicare con le comunità maggioritarie e di forgiare alleanze mondiali fra loro. Infatti, molti dei loro leader sono stati riconosciuti con dei premi prestigiosi per la loro lotta per i diritti umani e la giustizia. Essi hanno organizzato un tale numero di attività politiche, legali, culturali e spirituali da aver iniziato il sovvertimento delle loro sorti.
La reazione causata dagli oltraggi e dalle ingiustizie subite, sommate alla loro visione di un mondo futuro enormemente arricchito dalle diversità culturali, ha creato centinaia di organizzazioni, per la difesa dei loro diritti, che operano nei tribunali, nella politica e nelle organizzazioni internazionali.
Tutto ciò ha coinvolto le N.U. come luogo d’incontro per sostenere le loro richieste. Per esempio, le N.U. hanno aiutato i loro popoli a sviluppare la comprensione dell’autonomia e il contributo che i popoli tradizionali devono offrire per la saggia amministrazione.
Essi hanno il diritto di vivere nella loro madre terra, di poter autodeterminarsi, di applicare le loro leggi, di mantenere le identità culturali senza interferenze e di trasmettere la loro cultura alle loro future generazioni.
La responsabilità deve essere rivolta verso qualcosa di più alto della famiglia, del paese, dell’azienda o del successo. Essa deve andare verso la costruzione di un’etica globale e la solidarietà in ogni campo di relazione. Se non sapremo compiere un balzo straordinario e sviluppare una migliore fedeltà verso il pianeta, saranno impossibili per noi risolvere gli enormi problemi ambientali, economici e sociali che ci fronteggiano; da parte di tutti, nella lotta per superare i pericoli dell’inquinamento e del malessere sociale, vi è un’urgente richiesta di etica e spiritualità che possano condurre l’umanità di là dal materialismo.
I problemi non devono scoraggiarci perché l’umanità è nel mezzo di un vasto esperimento di rette relazioni e sta imparando a simpatizzare con tutti i popoli e con le loro culture. Si sta risvegliando un impegno genuino e basilare per guarire il nostro globo ferito e la sua gente.
Un’evoluzione gigantesca si sta verificando nelle coscienze, mentre l’umanità si sforza di organizzare le proprie attività in sintonia con un senso crescente d’interdipendenza e di unità. Gli acquariani hanno una responsabilità e opportunità uniche per condurre un cambiamento globale e per farlo nel tempo stabilito. Periodi del genere sono rari; quando accadono, essi liberano una formidabile energia e offrono l’opportunità di dare forma e struttura a quei principi ed etiche più alte, ispirate dall’anima collettiva.
Riusciremo a organizzarci per cogliere l’opportunità e costituire un’opinione pubblica che costringa il nuovo ordine, a essere più rispondente e obbedire alla visione dell’anima? Questo dipende dall’entusiasmo, dall’idealismo e in particolar modo dalle organizzazioni delle persone comuni - sì, comuni - perché è l’opinione pubblica che costringe i politici ispirati a far passare proposte difficili su argomenti quali, per esempio, il disarmo, il debito internazionale e la difesa dell’ambiente. Perciò rinnoviamo i nostri sforzi e consacriamoci al servizio.
Il nuovo ordine che deve nascere da questo periodo di transizione, deve essere in più stretta sintonia con la visione dell’anima, appunto, e con il grande Piano d’amore e di luce esistente nella Mente divina. È essenziale che tutti noi riflettiamo a lungo e profondamente sulla visione di un mondo nuovo che promuova i principi di libertà (le quattro libertà), democrazia compiuta, condivisione e unità. Deve essere basato sulla volontà verso l’unità nella diversità in un mondo interdipendente; ciò potrà esistere soltanto se ogni elemento riconoscerà che lavora per il benessere di tutti, dell’umanità e della vita del pianeta. Non ci possono essere, però, libertà, diritti umani, democrazia e unità se non domina una disponibilità a condividere ricchezze, tecnologie, abilità e conoscenze.
Il nuovo ordine economico internazionale deve essere in grado di garantire che i benefici economici possano scorrere dal mondo sviluppato verso gli altri. L’ostacolo maggiore consiste nella difficoltà di distribuire le ricchezze mondiali. La soluzione dovrebbe consistere nell’abbandonare per ora lo sviluppo a lungo termine per la ristrutturazione internazionale, focalizzarsi sui problemi critici entro poco tempo ed espandere i collegamenti fra i paesi del Sud, perché effettivamente la responsabilità dello sviluppo è anche la loro. Questo sarà possibile se al tempo stesso il mondo diventerà un’abitazione più giusta e più sicura per tutti.
Ciò che deve essere uguale sono anche e soprattutto le opportunità politiche, economiche, sociali, culturali e scientifiche per sostenere l’interdipendenza globale e per conseguire obiettivi comunemente concordati in cui la pace, la sicurezza e la dignità siano di tutti e le risorse mondiali possano essere usate prudentemente per soddisfare le necessità di tutti e non semplicemente il ristretto interesse di pochi.
Viviamo in un mondo minacciato, un ambiente devastato dallo sfruttamento e dall’inquinamento, stiamo opacizzando il “gioiello nello spazio”. La nostra speranza è la crescita della consapevolezza dell’uomo e nella sua capacità di pensare in termini globali, ma ciò deve essere seguito dall’immediata e necessaria azione.
A livello individuale ciascuno deve concorrere alla creazione di un’opinione pubblica che inciti i singoli a osservare con più attenzione il modo di vivere e di stabilire abitudini di comportamento che siano in sintonia con le necessità dell’ambiente. Si deve mobilitare una volontà internazionale che indichi modelli di comportamento a favore dell’ambiente, che rivaluti l’intera natura dell’economia globale, che porti la preoccupazione ambientale al centro della formulazione di programmi politici ed economici. È l’anima del mondo che lo vuole; perciò deve essere formulata nell’ambito della mente del mondo, affinché richiami le masse e sia portata avanti in espressione tangibile.
Esiste una responsabilità comune, quindi occorre una direzione delle nostre interdipendenze globali (fattore indispensabile) nel rispetto degli interessi nazionali, delle responsabilità e degli obblighi internazionali; però, è bene tenere i piedi per terra e limitarsi per ora a soddisfare le necessità immediate e non deve essere uno sforzo per soddisfare qualche visione idealistica e distante. Che cosa occorre al nuovo ordine mondiale? È presto detto:
- i dirigenti devono avere integrità personale, intelligenza, visione, esperienza e convinzione che tutte le persone sono uguali nell’origine e nell’obiettivo;
- coloro che governano devono lavorare per il bene più ampio del maggior numero di persone, dando opportunità a tutti e osservando la libertà individuale;
- la regola è “uno per tutti e tutti per uno” anche fra Nazioni;
- la sovranità di ogni paese, la sua piena espressione, le qualità razziali e le tendenze individuali dovranno essere rispettate;
- il prodotto del mondo, le riserve naturali del pianeta e le sue ricchezze non appartengono ad alcuna nazione, ma devono essere condivise da tutti. Sarà sviluppata una giusta e appropriata distribuzione organizzata dei prodotti della terra, in base alle necessità di ogni nazione riguardo al tutto;
- Un disarmo deciso e regolato; a nessuno sarà concesso di produrre e organizzare arsenali di distruzione o minare la sicurezza di qualsiasi altra nazione.
È ovvio che la fase preliminare debba essere fluida e sperimentale, portata avanti però da persone che sapranno cambiare i dettagli dell’organizzazione, ma preserveranno la vita dell’organismo. Tutti i problemi mondiali non potranno essere risolti senza la buona volontà intelligente essendo espressione pratica dell’anima. I limiti dell’umanità non sono quelli esteriori ma quelli interiori; sono i limiti della volontà e della comprensione che ostacolano il cammino verso un futuro migliore.
L’uomo deve avere la capacità di trasformare i pensieri e le azioni attingendo alla fonte d’amore, volontà e saggezza che sono già in noi. Questo perché le potenzialità interiori di milioni di persone in tutto il mondo evocano il significato della loro vita e alimentano coscientemente l’integrità e lo spirito di servizio nella vita quotidiana, per soddisfare i bisogni reali del mondo che li circonda e per un mondo nuovo e migliore sulla base dell’amore espresso nel pensiero, nella parola e nell’azione.
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