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SINCRONICITÀ
Carlo setzu

             “La sincronicità è onnipresente e continua nella vita, nella natura e nel cosmo”. “È il cordone ombelicale che connette pensiero, sentimenti, scienza, arte al grembo dell’universo che l’ha partorita”. (Paul Kammerer). È la legge dell’unità. Sii qui. Questo è il momento presente, tu stai leggendo quello che c’è scritto … Ma chi sei? Fermati un istante e ascolta … sei un tuttuno, miliardi di cellule pulsanti … e tu sei parte integrante di un’immensa esistenza … questa è la dimensione della sincronicità. 

            Qualsiasi ordine di eventi implicitamente indicativi che accade senza apparente causa o programmazione rientra nel vasto mondo chiamato sincronicità, la silenziosa legge dell’unità e della co/evoluzione. È la logica che sottostà alla legge dei simili, a quella del Karma e del destino. È la legge polare che bilancia il principio  di causa ed effetto

            La sincronicità, dice Jung: “È la coincidenza nel tempo di due o più eventi casualmente non correlati anche se legati dallo stesso o simile significato”. “Come parallelismi non causali e anche come atto creativo”. L’intera nozione di significato è, di fatto, il cuore stesso della sincronicità: l’essenza di un evento sincronico è proprio il significato che essa ha per chi la sperimenta. La sincronicità agisce come specchio dei processi interiori, una similitudine delle informazioni e delle coscienze. Forma e coscienza, spazio e tempo, energia quantica e informazioni sono sempre cresciute parallelamente. Cambiando noi stessi possiamo, per sincronicità, portare rivoluzionari cambiamenti all’intero pianeta.

            La malattia fisica studiata e la coscienza dello scienziato che la studia hanno chiuso il cerchio e si sono ricongiunte; così la coscienza è diventata un legittimo campo di ricerca scientifica. Molti scienziati sono accomunati dalla convinzione che presto la scienza saprà comprendere la coscienza e la materia fisica in una visione più globale e unitaria. 

            Sulla consapevolezza di questa profonda dicotomia tra scienza e spiritualità, la tendenza filosofica e scientifica più avanzata degli ultimi decenni è stata quella di riformulare i termini della ricerca.  

In alcuni casi, anche del metodo sperimentale secondo una concezione scientifica olistica, in modo che il campo di conoscenza scientifica potesse abbracciare e comprendere ogni fenomeno dell’esistenza in modo unitario, riducendo la frattura tra scienze fisiche, umane e psicologiche e, più in generale, tra scienza e natura, frattura che sta alla base della gravissima crisi eco/sistemica globale.

Riunire queste due dimensioni (che, di fatto, non sono mai state separate se non nella nostra mente) dovrebbe diventare nell’immediato futuro l’impegno primario dell’intelligenza internazionale. 

            Un contributo a questa sfida emergente è rappresentato dalla cibernetica olistica. Perché la cibernetica? Afferma il Premio Nobel Manfred Eigen: “La natura delle informazioni è immateriale; quindi, essendo basata su questo concetto, può avvicinarsi alla comprensione e qualificazione della Coscienza, la più immateriale delle cose esistenti”. Grazie alla cibernetica, la scienza delle informazioni, la grande divisione tra corpo e mente, tra materia e coscienza sta per cadere. Asseriscono il fisico John Wheeler e Edward Fredkin che: “Dovremmo iniziare a percepire e interpretare l’universo come se fosse costituito, in ultima analisi, non da materia ed energia, ma da pura informazione”. “Nel senso che il linguaggio cibernetico permette, infatti, di comprendere in modo unitario l’intera gamma dei fenomeni naturali e mentali”.  

            Secondo Eigen, l’informazione rappresenta l’essenza stessa della vita e, pur essendo sempre coerente alle leggi di natura, costituisce un codice d’interpretazione che apre una dimensione evolutiva totalmente nuova. La coscienza e i fenomeni dell’intelligenza, fino ad ora non considerati dalla scienza, iniziano ora a essere misurati in termini d’informazione e, quindi, analizzati e compresi come processi reali. 

            Secondo due ricercatori l’ordine diventa un altro modo di esprimere quante informazioni sono codificate in un sistema; per cui ciò che è vivo (sistema vivente) dovrebbe essere misurato in termini d’informazione. Candace Pert dice che: ”Bisogna parlare di mente/corpo come di un’unica entità integrata, l’intero corpo, una rete d’informazioni, un complesso circuito pensante che abbraccia ogni cellula dell’organismo”.  

            Per la Cibernetica olistica l’esistenza è un’organica e indivisibile totalità, un’unica energia intelligente che si manifesta a noi in due aspetti polari: la dimensione esteriore, oggettiva o “esplicata” costituita da materia/energia, e la dimensione interiore soggettiva o “implicata” costituita da informazione/coscienza. La visione unitaria nasce quando comprendiamo che la coscienza è la matrice che unifica la vita in ognuna delle sue infinite dimensioni. 

            È necessario rifondare la scienza, cercando di percepire in ogni essere e fenomeno l’unità tra materia e coscienza, tra energia e informazione, ossia tra la forma oggettiva e il contenuto soggettivo d’informazioni della psiche. La scienza olistica può esistere solo accettando, come propone Frencis Crik, che: “La dimensione della coscienza, e i fenomeni a essa connessi, siano un legittimo ed essenziale campo di ricerca e conoscenza scientifica”.  

La cibernetica rappresenta lo strumento tecnico e conosciuto per comprendere i processi di coscienza, e l’unità in essi implicata, qualificandoli, analizzandoli e studiandoli come informazioni. Tuttavia, per giungere a una reale comprensione cibernetica e olistica della realtà, occorrono - oltre che l’esperienza profonda della propria coscienza – precise ipotesi e basi concettuali. L’intuizione deve essere supportata da un ordine logico formalizzato che possa guidare ogni ricercatore con principi universali. Questo insieme di considerazioni, definizioni, principi e logiche prendono il nome di Teoria cibernetica. 

 

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