IL PONTE DI ANIME E SERVITORI
Carlo Setzu
L’esoterismo sostiene che l'universo è come un essere vivente, organismo stabile, di natura elettrica e funzione.
La natura elettrica dei processi universali è eseguita come un tema in tutta l'opera del Maestro Tibetano attraverso gli scritti di HP Blavatsky e di Alice A. Bailey, che sono destinati a essere trattati come un ponte tra la conoscenza materiale dell'uomo e la scienza degli iniziati. Questo probabilmente continuerà nella fase successiva degli insegnamenti della Saggezza Eterna, anche preparando l'umanità a ricevere l'energia dell'Amore nella sua dinamica forma - il Cristo elettrico.
Quest’aspetto elettrico dell’Amore contribuisce a porre le basi per quella "sintesi di tutti i singoli uomini", di cui Browning ha parlato, e che è accennato nel seguente passaggio tratto da Psicologia Esoterica. Vol. I.
È con la maggiore comprensione della scienza della fratellanza e del rapporto tra coscienza e fenomeni elettrici che il ponte elettrico è interessato. È dedicata a collegare la scienza esoterica ed exoterica e di evidenziare ulteriormente le scoperte scientifiche che rivelano la natura elettrica della realtà e la loro relazione alla prospettiva della Saggezza Eterna. La comprensione di energia elettrica è la chiave per l'integrazione della scienza in un insieme unificato e fornendo una base magnetica in cui il Piano Divino può mettere le sue radici e il futuro insegnamento esoterico può tranquillamente prosperare.
Invitiamo tutti quelli che hanno un interesse per la scienza e la filosofia di seguire lo sviluppo costante del Ponte elettrico, e di unirsi a noi nella riflessione di gruppo e sull’interconnessione elettrica occulta di tutta la vita. Il pensiero vivido così costruito può contribuire a stimolare il risveglio scientifico e una rivelazione attesa da qualche tempo in materia di rapporto dell'umanità con il tutto universale. "La creazione di fratellanza come un fatto preciso in natura" può poi seguire come corollario naturale.
Quando la comprensione è abbastanza illuminata, l’uso dell’energia e il potere di dirigere cominciano ad essere applicati intelligentemente, il discepolo può operare dentro la Gerarchia, perché è divenuto un lavoratore cosciente, accettato e consacrato di un ashram, secondo il tipo di raggio. A questo punto scopre la stretta connessione esistente fra i propri centri e i grandi gruppi in seno alla Gerarchia, così sviluppa lentamente la qualità dei gruppi maggiori e l’espressione di vita dei sette raggi. Egli comincia allora a rendersi conto, da un nuovo punto di vista pratico e non semplicemente teorico, di essere parte inalienabile di un complesso di gruppi, e per questo fatto implica delle responsabilità e dei doveri. Questi gruppi interconnessi formano un grande complesso mediante il quale si attua la Volontà divina. “Egli ora sa di essere una minuscola parte di quel grande Tutto interconnesso, un atomo cosciente e responsabile entro la sua periferia”.
Il discepolo scopre, dal punto di vista della vita e tramite la propria direzione cosciente, sviluppata progressivamente, tutti i poteri della divinità, e potrà farne uso dal momento in cui si potrà confidare in lui. Egli è quindi libero di cooperare con il proposito retrostante al Piano. Antefatto di tutto questo è un profondo amore per l’umanità, altruismo, volontà di seguire la luce dovunque possa condurre, capacità di cominciare a operare entro la struttura più vasta nel momento in cui tale tentativo diviene possibile, chiara visione e penetrazione spirituale, intuizione sviluppata, intenzione irremovibile e forte fiducia nel futuro.
Il discepolo dovrà dimostrare la giustezza del suo lavoro all’interno della propria struttura individuale e la sua capacità di operare in quella più grande, in formazione di gruppo, impara che il gruppo lo protegge e che soltanto con il gruppo può procedere con sicurezza, ma che è anche il campo di servizio prescelto e predestinato.
Ricordiamoci che le Leggi dell’Anima riguardano la vita dell’anima sul suo piano. L’anima e la personalità fondendosi imparano a stabilire un rapporto con le altre anime e con la Gerarchia. Ad esse si obbedisce coscientemente e volontariamente. Non sono semplicemente accettate come vincolanti e imposte all’uomo dalle forze delle circostanze, dell’esperienza e dell’evoluzione. Esse tendono a generare un rapporto cosciente fra la Gerarchia delle anime e l’insieme dell’umanità, fra il grande centro planetario custode del principio d’amore e l’umanità, il centro planetario che alimenta e distribuisce l’energia della mente.
La Legge di Vita riguarda l’uso d’energia nel mondo della Triade Spirituale. Essa produce automaticamente attività, movimento, espressione di forza e giusta distribuzione di queste forze nei tre mondi inferiori. Questi sono riflessi dei tre mondi superiori della luce e della vita triadica. Il giusto indirizzo della forza in collaborazione con il Piano gerarchico condizionano tutte le attività dell’iniziato che opera secondo questa legge.
Uno dei primi compiti è di determinare il libero flusso e i giusti rapporti d’energia fra i tre centri maggiori del nostro pianeta, che corrispondono ai centri della testa, del cuore e della gola nell’uomo, che si occupano della circolazione d’energia fra Shamballa Gerarchia e Umanità, come “risposta di rimando”.
Il genere umano ha una funzione particolare nel salvare e rigenerare la natura. “La forza salvifica”, combinazione circolatoria delle tre energie principali, è irradiata dall’umanità come impulso creativo di gruppo e ciò trascina progressivamente tutte le forme di vita nel campo della sua potenza magnetica, mettendole in rapporto con la Gerarchia e Shamballa.
Quando si usa la Legge di Vita o di sintesi, si attinge all’energia unita della Volontà che il gruppo esprime con “ritmo unificato”. È con l’uso del “respiro unito” dell’intero gruppo (quanto può assimilare, focalizzare, usare e dirigere la sua volontà individuale) ch’egli aumenta la propria volontà e la sua forza indirizzata. Il respiro, come ben sappiamo, è la vita. Questa è la legge utilizzata dal Cristo vivente o risorto, il Quale si ritrae o attrae Se stesso coscientemente e permanentemente nel grande centro, Shanballa.
Ciò che si inserisce è quella vitale volontà concentrata che, se posta in moto in un individuo, in un gruppo, in una nazione, in un regno della natura e nell’insieme del pianeta, ossia in tutti i centri del pianeta simultaneamente, provocherà incitamento, cambiamento di ritmo, nuovo movimento e impulso, un risorgere e una conseguante attrazione.
Il Cristo, all’opera di astrazione, in relazione al terzo grande centro planetario, l’umanità, disse (e parlava come rappresentante della Gerarchia, il secondo centro planetario nel quale vengono esotericamente “ritirati” tutti gli esseri umani che conseguono l’iniziazione): ”Quando io sarò elevato dalla terra, trarrò tutti gli uomini a me”.
Una volta che il gruppo ha costruito il Ponte, nasce la necessità d’usarlo insieme nei dovuti modi. Il movente del gruppo presuppone un proposito che porta all’azione, che è nel compito assunto dalla vita di gruppo della Monade incarnata. Quando il proposito ha raggiunto un certo punto d’adempimento e l’attività messa in moto è tale, il proposito non potrà essere arrestato o fermato. Questo proposito presuppone una costruzione di una forma pensiero di gruppo.
Questo è prodotto dall’energia egoica lungo il sutratma al cervello fisico e ritrasmesso al piano mentale, con più o in meno ciò che è stato acquisito o perduto nel processo. Perciò è l’energia della volontà, più quella del desiderio alimentata dall’energia del cervello fisico. È quindi letteralmente un piccolo riassunto del processo creativo della Divinità, essendo l’energia unificata dalle tre persone (volontà, desiderio ed energia del cervello) e considerata dal punto di vista del fisico. È l’unificazione dei tre fuochi dell’uomo, essendo in realtà:
a. Quel tanto di fuoco elettrico dello spirito che ogni Ego particolare incarna (relativamente poco, prima della terza iniziazione) o è capace di trasmettere.
b. Con quel tanto di fuoco dell’Angelo solare o aspetto egoico, che l’Ego, può trasmettere. Questo è solo poco nell’uomo medio, una buona quantità in quello sul Sentiero della prova e un pieno afflusso al tempo in cui è conseguita la terza iniziazione.
c. Quel tanto di fuoco della sostanza nel suo stato purificato che può penetrare. Questo dipende dalla purezza dei tre involucri; nel corso di un uomo molto sviluppato, è il fuoco di kundaliniche accresce la vampa prodotta dagli altri due. Quando l’allinemamento è corretto e i centri fisici della testa si risvegliano, diventa possibile per l’uomo essere un creatore cosciente nella materia mentale.
Quando il ponte di gruppo è costruito correttamente, la volontà personalistica di gruppo scompare nella piena coscienza del proposito monadico o della volontà chiaramente diretta. L’atteggiamento del gruppo dovrebbe essere governato dalla ragione pura, che si manifesta in attività spirituale. Un gruppo illuminato ha bisogno in questo momento, mentre si sforza di mantenersi saldo sotto la pressione degli eventi mondiali e nella determinazione di collaborare inflessibilmente con le manovre e i piani dei Direttori del Mondo, quella “Società di Menti illuminate e organizzate” conosciuta con il nome di Gerarchia.
È lungo l’antahkarana che deve scorrere la forza usata dal gruppo, e impiegherà un determinato filo del ponte arcobaleno a seconda della natura del lavoro da compiere. Lungo questo ponte arcobaleno di gruppo, si può scendere a volontà per servire l’umanità e per compiere la volontà di Shamballa. Esso deve essere necessariamente usato, perché non esiste altro mezzo di rapporto che colleghi i mondi soggettivi e oggettivi.
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