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SCUOLA ARCANA – CONFERENZA 2010
Gruppo internazionale di Segretari. 

Nota chiave: “Il gruppo  identifichi e sostenga la nota esoterica della Scuola Arcana; è la nota sintetica  che lega il gruppo alla Via  illuminata e all’Ashram ”.

Carlo Setzu

  

La Gerarchia  sta emergendo e i suoi precursori sono i discepoli  e gli iniziati che preparano la strada con gli esempi delle loro vite e la loro chiara e ragionevole articolazione dell’esteriorizzazione.

            Al contatto con la Gerarchia ci si avvicina con il “veicolo d’avvicinamento”, che non è concepito in senso mentale, perché costruito sui livelli atmici , con l’energia della Volontà . Per esempio, quando la volontà dell’anima  di un discepolo si allinea strettamente alla volontà del Maestro , allora avviene il “contatto”. In quanto alla collaborazione creativa, avviene con energie  ed entità a un livello relativamente simile di sviluppo. Il meditante deve operare una sintesi che avviene sui tre sottopiani  più alti del piano mentale , dove la personalità  prende contatto con l’anima e sono sintetizzati i tre piani  inferiori. Una sintesi ha luogo anche sui tre sottopiani più alti del piano atmico, dove l’anima prende contatto con la monade e sono sintetizzati i cinque piani inferiori. Una sintesi conclusiva ha luogo sui tre sottopiani superiori del piano logico, dove la Monade esprime la Vita che sta  dietro la triplice espressione di monade, anima e personalità e dove sono sintetizzati i sette piani del piano fisico cosmico . I tre “luoghi” di sintesi sono in rapporto con ciascuno dei tre sistemi solari e con la triplice espressione del Sole.

            L’obiettivo finale dell’anima incarnata è mettere i quattro eteri  superiori del corpo eterico in grado di operare, quali trasmettitori d’energia, dai quattro eteri cosmici, che sono i piano  buddhico , atmico, monadico e logico. Dal punto di vista del Logos solare , l’obiettivo finale è sviluppare i quattro eteri cosmici superiori, così che siano in grado di servire da trasmettitori d’energia dai quattro “eteri universali” superiori, ossia dal piano buddhico, atmico, monadico e logico cosmico. Il nostro Logos Solare sta preparandosi per la Terza iniziazione cosmica, e perciò continuerà a cercare di fondere la sua vita triadica con la personalità solare, in questo sistema , prima di portare la vita monadica in piena espressione nel terzo. In ultima analisi, dovremo essere capaci d’elevare il nostro punto di focalizzazione  almeno sul piano buddhico  per arrivare a qualsiasi forma di rapporto esperienziale con la vita solare.

            Il culmine dell’esperienza meditativa dell’anima è il contatto con la monade, e poi più tardi con la Vita che sta dietro l’espressione sintetica di monade, anima e personalità. Il contatto si riferisce a quei momenti culminanti, nei quali la coscienza  è riuscita a penetrare in quelle sfere che normalmente restano fuori dalla coscienza stessa, come noi la conosciamo. Essi non sono sostenibili a lungo, ma servono a condizionare gradualmente la coscienza, finché essa non sia in grado d’innalzare la capacità vibratoria. Il processo è la corrispondenza superiore a quelle che sono le “esperienze delle vette” per la personalità, quando è inondata dalla luce , dall’amore  e dal potere dell’anima. In realtà sono contatti con le energie superiori di manas, di buddhi e alla fine di atma, che sono abbassate di livello tramite i tre anelli di petali nel loto egoico . L’anima, quando è toccata e risponde all’impressione della monade, lì avvengono le esperienze delle vette superiori. In realtà sono il contatto con i tre aspetti di vita monadica attiva sui tre piani più alti del sistema, ossia i tre piani superiori (atmico, monadico e logoico), cha sono abbassati per mezzo di un Maestro o un iniziato di Quinto Grado tramite il suo corpo atmico.

L’anima, dopo aver compiuto il suo lavoro di fondersi con l’aspetto Madre della triplice personalità e l’aspetto Padre o triplice monade, potrà porre questi due in rapporto diretto. L’anima umana però è buddhica e trova il suo punto di concentrazione in un particolare ashram sul piano buddhico con altri membri della Quarta gerarchia creativa. Possiamo affermare anche che i tre sottopiani superiori del piano logoico saranno posti in contatto diretto con i tre sottopiani più bassi del piano fisico. spirito  e materia  nella loro dualità più polarizzata sul piano fisico cosmico saranno posti in rapporto e riconosciuti come uno solo.

            La gerarchia serve sia come rifugio sia come meta per l’uomo che lascia il mondo dietro di sé, che passa attraverso la cruna dell’ago per perdere tutto e per guadagnare nuovamente il suo naturale diritto di nascita quale membro della Gerarchia, che può essere reclamato o dimostrato del tutto. La coscienza dell’iniziato, mentre è entrata in un campo molto più ampio, è conscia delle sue molte inadeguatezze a questo riguardo, deve anche assumersi la responsabilità di far fronte alla richiesta del mondo esterno di giusti rapporti, conoscenza dei misteri e guida spirituale. Nel suo lavoro esterno deve sviluppare la necessaria discriminazione  che gli permetta di riconoscere la precisa necessità cui può sopperire nel suo ambiente. Nel suo lavoro interiore deve sviluppare la discriminazione che gli permetta di riconoscere la parte precisa del lavoro del maestro che gli compete.

            L’anima umana, sul piano buddhico, è capace d’identificarsi con i tre mondi inferiori della materia, e ugualmente con i tre mondi superiori, quelli di fuoco degli eteri cosmici, lo fa elevando lo sguardo dalla materia allo spirito, alla fine del processo della rinuncia (quarta iniziazione). Anche i discepoli, che hanno superato il Secondo Grado, possono iniziare il processo di liberare parti della loro coscienza animica nei momenti di alta meditazione. Ricordiamoci che l’antahkarana  è costituito da coscienza animica in vari stati diversi di liberazione e perciò focalizzati su piani diversi. Alla Seconda Iniziazione c’è un tocco d’energia monadica che l’anima usa per dominare il corpo astrale sotto estrema tensione . Da quella fase in poi si può sviluppare coscientemente l’antahkarana superiore e, man mano che una maggiore quantità di coscienza dell’anima è liberata dai tre mondi per costruire l’antahkarana, più energia monadica è in grado di affluire nell’anima. Non appena, il discepolo, durante la meditazione è in grado di sostenere la focalizzazione della sua attenzione sul piano buddhico e identificarsi con l’ashram, allora, in un certo senso, diventa l’ashram che guarda tramite il suo corpo causale , e focalizza sul piano mentale una piccola parte della scorta di proposito spirituale ashramico stesso. Le anime umane non operano da sole, c’è anche un processo collettivo che si svolge nella vita dell’umanità, quale risultato di questa progressiva liberazione dell’anima, questo processo permette al nostro Logos Logos planetario , di “guardare più pienamente nella sua creazione”.

            Uno degli scopi principali dell’anima in meditazione , è di servire come veicolo  per la trasmissione d’energia dai piani superiori a quelli inferiori. Questa trasmissione è di tre tipi.

  1. fuoco  dell’intelligenza. Il flusso del manas superiore tramite i petali  della conoscenza genera come risultato delle forme-pensiero illuminate che sono poi liberate, esotericamente sui livelli mentali astratti, o exotericamente sotto forma di pensieri e idee scritti o espressi verbalmente. Queste idee incontrano le menti di altri e sono assorbite o respinte tramite i fuochi d’attrito del piano mentale.
  2. Fuoco dell’amore. Questo flusso d’energia è il risultato della qualità radioattiva dell’anima ed è irradiato dal piano buddhico tramite i petali dell’amore del loto egoico. Ẻ l’energia che unisce e produce come risultato il formarsi di rapporti fra anime e la loro coesione in schemi geometrici sui livelli egoici.
  3. Fuoco della Volontà. Ẻ l’energia di atma che scorre mediante i petali del sacrificio e produce trasmissione di potere agli altri, mediante un flusso d’energia di Volontà, la sostanza del piano .

      I gruppi formano una Gerarchia e, quando esista interazione fra anime, essi naturalmente chiedono all’esterno dal punto di vista energetico, ed è a queste chiamate interiori che risponde questo tipo di trasmissione. Il risultato è simile a una piccola erogazione d’energia di Shamballa , che produce crisi  improvvise e cambiamento, trasferendo quello che la potenza dell’anima da sola non è in grado di trasferire.

      La nota sarà la sintesi, l’obiettivo, lo sviluppo cosciente della facoltà intuitiva e l’uso esperto della mente come mezzo d’interpretazione. Il fondamento dell’approccio va cercato sul piano atmico, e deriva dalla Volontà emanante dall’Ashram di Primo Aspetto, questa è la volontà di registrare l’insegnamento entro la coscienza incarnata dell’umanità. Ẻ fondamentalmente invisibile, tuttavia si rivela nella percezione intuitiva del Piano, qual è data tramite l’Ashram di Secondo Aspetto e in particolare dal Maestro D.K. e nella comprensione particolareggiata della manifestazione dettagliata di quel Piano, dall’Ashram di Terzo Aspetto sul piano mentale superiore. Questi tre Ashram operando insieme generando l’energia di sintesi.

L’energia di sintesi può essere usata previi cambiamenti efficaci nell’approccio allo studio da parte dello studente. La direzione dell’insegnamento procede dall’alto verso il basso, ma la sua registrazione da parte dell’uomo opera dal basso verso l’alto. All’inizio si produce un nuovo orientamento della mente, il suo dotarsi d’informazioni spirituali, poi si converte questa conoscenza in saggezza, tramite il processo iniziatico. Il passo successivo è sintetizzare questa saggezza in modo tale che riveli la Volontà, che sta dietro la coscienza. L’ingresso a questa rivelazione è sul piano atmico, proprio come la porta, verso la coscienza spirituale, è sul piano mentale.

Ẻ importante sapere che i Piani, pur essendo utili, ha perpetuato l’idea di “superiore” e “inferiore” secondo un modo di vedere lineare. Essi danno la falsa impressione di Gerarchie d’esseri e di stati di coscienza appoggiati “uno sopra l’altro”, invece di campi d’energia che s’interpenetrano, come nella realtà.

            Educare l’umanità alla scienza dell’antahkarana, sia personale sia planetaria, è cruciale per l’evoluzione solare. L’uomo che ignora questa scienza, è trascinato sempre più in profondità entro i tre mondi, che non sono un principio solare. Ora questo in sé non è un male, perché l’uomo, a prescindere dalla sua confusione, è la luce dell’anima e perciò del Sole, ed è quindi materia illuminante. Non è la discesa della coscienza che causa tanto il problema, quanto la caduta della sua identità. L’antahkarana cosmico fa si che l’identità umana si trasferisca gradualmente su per i piani, mentre la sua coscienza è in grado di penetrare ulteriormente nelle loro profondità. L’esteriorizzazione della Gerarchia, coscientemente intrapresa, è un esempio di questo su larga scala.

     L’Era del Settimo raggio  con la sua focalizzazione sul rendere sacra la materia vedrà un grande slancio in questa discesa e ascesa del fuoco. Il fuoco della materia può non essere “stato reso un principio”, nel senso di non essere stato ancora polarizzato, o incluso nella coscienza evolutiva, ma ciò nonostante esso è “divino”, e quando quella divinità sarà riconosciuta, il tempo dell’esilio nella prigione più densa della materia volgerà alla conclusione.

     Nell’essere umano l’innalzamento del fuoco serpentino,  produce il risultato di una stimolazione del fuoco latente in tutti gli atomi del corpo, ha luogo un processo vitalizzante e di raffinazione, nella quale le scorie bruciando sono eliminate.

“C’è il corpo radiante dell’anima stessa, sul suo piano, frequentemente chiamato Karana Sarira o corpo causale .

C’è il corpo eterico  o vitale, veicolo del prana , che è il corpo di luce d’oro, o piuttosto il veicolo dal colore di fiamma.

C’è il corpo di “luce oscura”, che è il modo occulto di riferirsi alla luce nascosta del corpo fisico e alla luce latente nell’atomo stesso”. A.A.Bailey. T.F.C. ”.

Quando la luce radiosa dell’angelo solare  è fusa con la luce d’oro dell’intermediario cosmico, risveglia dall’oscurità la piccola luce di anu, l’atomo ulterrimo.        Il Commentario.

L’anima opera tramite il corpo eterico (l’intermediario cosmico), risveglia la “luce oscura” dei piccoli atomi che compongono il corpo. La “luce oscura” è anche come riferimento alla luce di Shamballa, questo è il viaggio dell’anima per riconciliare l’oscurità superiore e l’inferiore, per riunire quei due fuochi tramite l’azione dello stesso, e quindi penetrare in ciò che si trovano di là del triplice fuoco, Spirito, Anima e Materia. “Colui che guarda nella luce oscura di Shamballa, penetra in quello che sta oltre questa nostra piccola sfera, in ciò che si percepisce dietro il triangolo sacro…” A.A.Bailey.  A.E.

 


 

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