Dalla Conoscenza alla Saggezza
Carlo Setzu
Prima parte di due
L'intelletto non possiede la saggezza, ma se è acuto, può penetrare nella sfera della sintesi e comprenderla mediante la conoscenza diretta, così l'azione necessaria sarà giusta.
La Conoscenza è il giusto apprendimento delle leggi dell’energia e delle sue sorgenti, della conservazione della forza, delle sue qualità, tipi e vibrazioni. Implica l’apprendimento.
La meta del discepolo sono i poteri superiori che possiamo denominare conoscenza diretta, percezione intuitiva, pura visione spirituale, saggezza. Sono diversi dagli inferiori, e li abrogano. I poteri inferiori (Chiaroveggenza inferiore, Chiarudienza, Psicometria) sono ostacoli alla suprema realizzazione spirituale, ma agiscono come poteri magici nei mondi oggettivi. I poteri superiori sono inclusivi e, se ben usati, infallibili. Agiscono all’istante. Gli inferiori sono invece soggetti a errore, operano nel tempo e hanno campo d’azione limitato. Fanno parte della grande illusione e per il vero aspirante sono un ostacolo.
Il conoscitore è chi comprende o riconosce con certezza. La coscienza deve volgersi all’interno, verso l’anima, prima che l’unione con il Conoscitore possa avvenire e l’uomo diventi intuitivamente saggio. La meditazione, unita a una disciplina organizzata, produce l’unione con il Conoscitore, l’anima.
Il discepolo deve dedicare la propria vita a una causa o a un ideale, al servizio dell’umanità e fare ogni sforzo possibile per seguire quell’esempio o raggiungere quel fine nella vita quotidiana. Perciò, ci vuole il totale abbandono di tutto l’essere (il triplice uomo) al dominio dell’anima per promuovere il Piano di Luce e il sacrificio della volontà umana (l’egoismo dell’uomo) a qualche servizio speciale. Quando si serve l’umanità, bisogna essere degni, accettandone le responsabilità, perciò, è necessario essere solleciti con il cuore e temprati spiritualmente.
La Saggezza riguarda lo sviluppo del contatto con la vita insita nella forma, nell’interpretazione dell’apparenza, ossia del vero senso e significato delle cose. La Saggezza può distinguere tra il vero e il falso e fra il Reale (l'invisibile) e l’irreale (il visibile fisicamente). Essa è conoscenza trasmutata; è la scienza dello spirito, come la conoscenza è la scienza della materia; è sintetica e soggettiva, unisce e fonde.
La saggezza eterna è la verità come la Divinità là rivelò al momento della creazione e che si è preservata attraverso i secoli, sebbene non percepita dal denso materialismo della mente umana.
Il Logos si manifesta in questo Mahamanvantara come Manas (i Manasaputra divini nella loro totalità) utilizzando involucri atomici a scopo d’evoluzione e mirando allo sviluppo del secondo aspetto di buddhi o saggezza. La saggezza deve avere il manas o la mente intelligente come base. È la totalità dell’intelligenza, che si evolve al fine di sviluppare l’Amore.
Attenzione però, perché non è il manas il mezzo per cui il Logos è un tutto coerente; grazie al suo stadio più avanzato di sviluppo, il fattore dominante è la saggezza. Un Logos solare consegue con la Volontà ciò che un Logos planetario ottiene con la saggezza o buddhi, e l’uomo (nella sua minuscola scala) mediante il manas o conoscenza.
· Il manas o intelligenza è la base della manifestazione separativa dell’uomo.
· La saggezza o buddhi è la base della manifestazione di gruppo di un Uomo Celeste (un Logos planetario).
· La volontà è la base della Vita Unica che sintetizza tutti i gruppi.
Il Manas o conoscenza è la chiave per il passaggio dal regno umano al quinto regno della natura, il regno spirituale, che inizia ora, mediante quelli che calcano il Sentiero. L’uomo passa in questo regno mediante la trasmutazione della facoltà discriminante della mente.
La difficoltà che s’incontra nel comunicare la Religione/saggezza è esposta da H. P. B. nella Dottrina Segreta come segue:
1. L’idea deve essere riservata perché
· La spiegazione completa è soltanto per gli iniziati.
· È data solo una parte frammentaria del significato esoterico.
· Solo gli adepti possono parlare con autorità. S. D. I. 188, 190; II. 55, 59.
· Gli insegnamenti sono offerti come ipotesi. S. D. II. 469.
2. Dobbiamo perdere completamente di vista:
· Le personalità.
· Le credenze dogmatiche.
· Le religioni particolari. S. D. I. 3,4.
3. Dobbiamo essere liberi da pregiudizi. S. D. III. 1.
Inoltre dobbiamo:
· Essere liberi da superbia, dall’egoismo e pronti ad accettare la verità offerta.
4. Dobbiamo trovare il significato più alto possibile. S. D. III. 487.
5. Inoltre non dobbiamo essere settari. S. D. III. 110.
6. Dobbiamo ricordare l’ostacolo del linguaggio. S. D. I. 197, 290, 293.
7. Dobbiamo mirare a diventare un discepolo. S. D. I. 188. II. 246. III. 129.
8. Dobbiamo infine sviluppare i poteri superiori. S. D. I. 518. II. 85.
9. Dobbiamo ricordare che H. P. B. non pretende di essere infallibile. S. D. II. 25 nota. 275. I. 293.
La trasfigurazione è valida per il discepolo, per il gruppo e per l’umanità (avendo raggiunto la maturità). Essa può “entrare nella realizzazione” e partecipare coscientemente all’opera d’illuminazione e di attività spirituale amorevole. Gli effetti pratici di questo processo saranno la dissipazione dell’annebbiamento astrale e la liberazione dello spirito umano dalla schiavitù della materia, e anche la dispersione dell’illusione e il riconoscimento della verità. In una parola il “Compimento”.
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