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LA COOPERAZIONE

Carlo Setzu

Prima parte di due

 

            Consideriamo un concetto di cui oggi molto si abusa. Gli uomini nella vita di oggigiorno trovano arduo comprendere la cooperazione, ma molto più ardua e inaccessibile è per loro l’idea di Fratellanza. Riesce loro più semplice rifiutare del tutto qualsiasi accenno a una Fratellanza mondiale. Amicizia, cooperazione e fratellanza devono coronare le relazioni umane che corrispondono all’essenza del Mondo sottile.

 

            La cooperazione non dovrà essere più temporanea, ma deve essere fissata stabilmente nella coscienza come abitudine di vita e tendere alla fratellanza universale senza distinzioni di razza, credo, sesso, casta e colore.

 

            La vera famiglia è il prototipo della vita comunitaria. Può essere il simbolo della cooperazione. Quindi per quanto riguarda l’educazione dei più giovani, la vita famigliare ha grande importanza, non si può pensare di edificare una nazione senza coltivare la famiglia. L’idea di cooperazione bisogna seminarla con l’educazione, sapendo quanto valgono la vastità della conoscenza e le scienze esatte. Solo così l’uomo riscoprirà l’umanità. Con il ritorno dei valori umani si comprende la Fratellanza.

 

            Per cooperare con efficacia il pensiero dev’essere ordinato e la coscienza stabile; bisogna imparare ed avere fiducia e ad essere disciplinato; sarebbe bene assegnare agli uomini un compito utile, che riguardi il miglioramento della vita. Non è giusto sollevarli di colpo dalle loro occupazioni, ciò li getterebbe in un’altra confusione. Non sono le eccezioni che contano ma le moltitudini. Assegnare dunque per primo ciò ch’è più urgente.

 

            Una collaborazione volontaria e generale può risanare il pianeta, e ciò dipende dall’uomo. Per prima cosa si deve capire ch’egli può guarire non solo se medesimo, ma l’ambiente intero. In ciò sta la vera essenza umana, ed è una realizzazione che non può essere imposta, ma sgorgare libera dal profondo del cuore. Ma essere egoisti e pensare a se stessi è inammissibile. Pensieri e azioni devono diffondere sollecita premura per uno stato di cose migliori, usando la buona volontà a favore del genere umano.

 

            Cooperare non è facile. Per imparare a farlo occorre a volte tutta una serie di vite. È difficile per l’uomo combinare assieme l’azione individuale e quella comune. La sua coscienza sale e scende come una nave nella tempesta e così si dimentica la sintesi delle due azioni.

 

            La cooperazione non è un’astrazione, ma è prescritta espressamente per l’uomo. Nessun governo potrà stabilmente durare senza affermarla. Non è un sogno irrealizzabile, ma il requisito di una fase evolutiva.

 

            La cooperazione non è mai modesta o irrilevante, perché il lavoro in comune produce effetti illimitati, i pensieri su di essa non sono  cosa vecchia, poiché eternamente si rinnovano, come fiori attesi da tempo. Prima o poi l’umanità sarà stanca e sfinita, al punto da gridare per aiuto e la salvezza sarà la cooperazione e la fratellanza universale.

 

            Nessuno può aver nulla da eccepire all’idea di una raccolta di scienziati che nella saggezza della pace comune portino alla luce la verità. Le scoperte nascono dalla concordia generale e dalla cooperazione fra tutti i rami della scienza. Perché allora non potrebbe esserci anche una Fratellanza visto che l’una e l’altra non sono incompatibili. La Fratellanza è basata sulla conoscenza e la scienza autentica vive di comunione fraterna.

 

            L’approccio alla cooperazione dev‘essere coltivata: quelle percezioni sottili non sono possibili se i centri sono assopiti e senza energia; la cooperazione fraterna si basa appunto su sottilissime vibrazioni; dobbiamo fare molta attenzione alle minime circostanze. Nella vita terrena è difficile discriminare il grande dal piccolo, l’utile dal nocivo. Se notiamo qualcuno che anche solo in parte assimila questi concetti è nostro dovere assisterlo con aiuto paziente.

 

            Non vedo nessun confine fra fratellanza e cooperazione. L’uomo vorrebbe che le idee fossero nettamente divise, ma ciascuna confluisce abbondantemente nelle altre, allora diciamo che la cooperazione è la soglia della fratellanza universale senza distinzioni.

 

            È bene coltivare le proprie capacità di cooperare, esercitandosi nei compiti più comuni e consueti. È errato credere di saperlo fare nelle opere grandi se non se ne è capaci nelle minute vicende quotidiane. Per comprendere se siamo pronti a cooperare bisogna guardare nel profondo della nostra coscienza. È importante essere lieti di partecipare a imprese comuni. Ciascuna di queste ha molti aspetti, che corrispondono alle varie capacità. La gioia è grande quando qualcuno ci aiuta o noi aiutiamo gli altri. Bisogna incoraggiare, con discrezione, chiunque si accosta: ma non è il caso di lamentarsi se alcuni si distolgono per via, se loro non intendono la vera gioia.

 

            

 

 

 

 

 

 

 

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